“I Love Jesus, I love my God” [Amo Gesù, amo il mio Dio]
A distanza di anni ho ancora un ricordo molto vivido dell’accaduto.
Percorse un corridoio all’aperto fino ad un edificio che l’avrebbe portata alla stanza della morte. Aveva una tuta arancione ed era stretta da catene ai polsi e ai piedi, tenuti talmente vicini tra loro da costringerla quasi a saltellare. Passando vicino alla telecamera disse: “I Love Jesus, I love my God” [Amo Gesù, amo il mio Dio] mostrando un sorriso sereno. La donna scrisse al New York Times per raccontare della sua vita, così venne intervistata nella sua cella prima di essere giustiziata.
“Mia madre faceva la prostituta e non sapeva chi fosse mio padre. Sono cresciuta in strada, e non ero ancora maggiorenne che già avevo conosciuto tutti i tipi di droga. Avevo un ragazzo e ci procuravamo la roba insieme, rubando e facendo piccole rapine che più di una volta mi hanno fatto finire in carcere. Ogni volta che uscivo ritornavo alla vecchia vita, perchè era l’unica che conoscevo e non riuscivo neanche a immaginarne una diversa. Io ero nata per morire era una questione di tempo.
Un giorno uccisi un uomo durante una rapina. Fui arrestata e condannata alla pena capitale, restando ad aspettare qui nel braccio della morte. Sono già passati più di 10 anni e adesso sembra che sia venuta la mia ora. Un giorno un uomo che portava i giornali mi disse: “Il pastore che cura la cappella nel carcere mi ha chiesto se tu fossi interessata a leggere un nuovo Testamento”. Non sapevo niente di Dio, né di Lui né di quando riguardava il mondo spirituale, così accettai tanto per leggere qualcosa di diverso, ma finii presto per buttare il libro sullo scaffale, dove rimase: credevo che non fosse per me, una ladra, assassina, spacciatrice e cocainomane che Dio sicuramente odiava e non vedeva l’ora che mi uccidessero. A dir la verità non sapevo nemmeno se Dio esistesse, finchè un giorno presi la Bibbia e finalmente incominciai a leggerla. Non lessi mai di un Gesù che condannava i peccatori, ma solo gli ostinati e gli ipocriti, ma nemmeno trovai che Gesù avesse perdonato un’assassina. La notte pensavo molto a questi fatti, chiedendomi se fossero veramente accaduti. Il paradiso, l’inferno, Dio, gli angeli… se fossero esistiti io sarei certamente andata all’inferno. Piansi, chiedendomi come mai ero nata senza un padre e perché mia madre non si fosse mai presa cura di me. Pensai che se solo fossi nata in una famiglia normale forse ora non starei per finire all’inferno.
La lettura del nuovo Testamento aveva tutto il mio interesse. Una notte vidi la cella illuminarsi; subito mi alzai pensando ad un’ispezione speciale delle guardie, ma non vidi nessuno, mentre la luce si faceva sempre più intensa fino a diventare accecante. Stavo cominciando ad avere paura, ma sentii qualcuno dire: “Elisabeth, perché hai paura di me?”
“Chi sei Signore?” risposi.
“Sono Gesù, Colui che ha dato la vita per te. Io verrò a prenderti, tu verrai con me nel mio Regno, non avere paura, Io cambierò il tuo cuore, nel frattempo prega e abbi fede”.
Riuscii solo a dire grazie, e poi non riuscii più a parlare. Incominciai a piangere di gioia e a pregare, ma non sapendo cosa dire allora dicevo solo “grazie Gesù, grazie”. All’improvviso, sentii una corrente attraversare il mio corpo, incominciai a parlare in un’altra lingua. La gioia, la pace erano incommensurabili. Rimasi forse tutta la notte in preghiera. Dio mi aveva salvata, ripulita da ogni peccato e adesso ero Sua. La mattina venne una guardia per la colazione, ma il vassoio gli cadde dalle mani, disse: “Che hai al viso.” – Io le dissi niente perché. – “hai un viso angelico” e scappò via. La notizia fece il giro del carcere ed anche il pastore mi mandò le sue benedizioni. In quel braccio non ero la sola ad aver accettato Gesù, ma fui una delle tante donne. La mia gioia era indescrivibile, anche le guardiane mi incominciavano a guardavano con meraviglia. Dopo una settimana arrivò la lettera che fra meno di due mesi sarei stata soppressa per iniezione letale. Sentii Gesù vicino a me che mi diete forza. Scrissi al New York Times e raccontai la mia testimonianza, ma soprattutto volli chiedere perdono alla famiglia a cui avevo fatto del male. Mi inviarono un giornalista a farmi una intervista e dove chiesi nuovamente il perdono per il mio reato, che mi fu respinto, anche se sapevo che Gesù mi aveva perdonato”.
Il giorno dell’esecuzione erano presenti tutti nella stanza della morte. Elisabeth fu messa su un lettino, mentre intorno a lei c’era una vetrata che separava il pubblico dalla morente. Mah mano che il veleno incominciava a circolare nelle vene della donna la vita terrena la lasciava, mentre la vita eterna gli spalancava le braccia. Girò la testa, e guardando negli occhi uno dei presenti e disse:
“I love Jesus” e poi fu accolta in cielo.
La legge terrena fece il suo corso. La Grazia di Dio fece il Suo.
“Io vi dico in verità: i pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio (Matteo 21:31).
Dio sia lodato
Ferrentino Francesco La Manna
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