C. CRISTO NELLA SPERANZA
“la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù”.
Il fulcro di questa speranza è Gesù Cristo.
Spesso, nella nostra curiosità relativa agli eventi degli ultimi tempi, dimentichiamo questo aspetto importante, ma la giusta prospettiva relativa alla fine dei tempi è concentrata su Gesù Cristo. Come in un aeroporto dove spesso si vedono cose meravigliose e si odono suoni meravigliosi, la cosa più importante è la persona amata che arriva in aereo.
Questo versetto contiene molta sana dottrina riguardo a Cristo e alla speranza/certezza del suo ritorno. Per studiare la dottrina al centro di questa speranza osserveremo:
la deità di Cristo
la liberazione garantita da Cristo e
il diadema per Cristo.
1. La deità di Cristo
“grande Iddio”. In questo versetto relativo al ritorno di Cristo troviamo una grande testimonianza a favore della sua deità.
Qui, infatti, Paolo si riferisce a Cristo chiamandolo “Dio”, perciò questa è un’altra testimonianza chiara e inequivocabile delle Scritture che attestano la deità di Gesù Cristo.
La deità di Cristo è insegnata in tutte le Scritture, dunque solo una persona che sceglie di rimanere spiritualmente cieca non potrà vedere la deità di Cristo nelle Scritture.
Si noti che Paolo aggiunse l’aggettivo “gran” al nome “Iddio”.
Questo aggettivo deriva dal termine greco “megas”, da cui derivano parole come “megafono” (uno strumento a forma di cono che amplifica i suoni), “megalopoli” (una grande città), “megabyte” (un milione di unità di informazioni contenute in un computer) e “megaciclo” (un milione di cicli).
Dobbiamo iniziare a chiamare Dio “grande”, dimenticando tutte le altre cose che reputiamo tali.
Tuttavia, il modo in cui alcuni di noi parlano di Dio nelle prove induce a pensare che Dio sia debole e non possa fare nulla, neppure quando le circostanze sono favorevoli. Tuttavia, Dio è “grande”, ed è l’uomo a non essere grande.
2. La liberazione garantita da Cristo
“Salvatore”. Paolo non acclama Cristo solo come Dio, ma anche come “Salvatore”. Il termine “Salvatore” significa «liberatore, preservatore, colui che salva dal pericolo e dalla distruzione garantendo una condizione di prosperità e felicità» (Zodhiates). Cristo è l’unico Salvatore delle anime umane: “POICHÉ NESSUNO PUÒ PORRE ALTRO FONDAMENTO CHE QUELLO GIÀ POSTO, CIOÈ CRISTO GESÙ” (1CORINZI 3:11);
“E IN NESSUN ALTRO È LA SALVEZZA; POICHÉ NON V’È SOTTO IL CIELO ALCUN ALTRO NOME CHE SIA STATO DATO AGLI UOMINI, PER IL QUALE NOI ABBIAMO AD ESSER SALVATI” (ATTI 4:12).
La liberazione delle anime garantita da Cristo non è indicata solo dal termine “Salvatore”, ma anche dal nome “Gesù”, che significa appunto Salvatore. Quando l’angelo informò Giuseppe della condizione di Maria (“ciò che in lei è generato, è dallo Spirito Santo”, Matteo 1:20), gli disse: “ED ELLA PARTORIRÀ UN FIGLIUOLO, E TU GLI PORRAI NOME GESÙ, PERCHÉ È LUI CHE SALVERÀ IL SUO POPOLO DAI LORO PECCATI” (MATTEO 1:21).
3. Il diadema per Cristo
“Cristo”. L’ultima cosa che viene detta riguardo a Cristo nel presente brano è che è il Messia. Ogni volta che nelle Scritture viene usato il termine “Cristo” viene dichiarato che Gesù è il Messia. “Cristo” non è un semplice sinonimo associato al nome di Gesù, ma è un titolo importante che denota la sua messianicità. Letteralmente, il termine “Cristo” significa “unto”, e questo denota la sua signoria. Cristo, infatti, è il “Re d’Israele” (Marco 15:32), Colui che ha il diritto di indossare il diadema divino della progenie di Davide. Inoltre, è Colui che tornerà, e il cui ritorno è la grande ispirazione dei santi di Dio.
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