Colossesi 4:5 Procedete con sapienza verso quelli di fuori riscattando il tempo.-MLuisa
Purtroppo, spesso il tempo lo sprechiamo in cose futili e vane, non sempre riusciamo a concludere qualcosa di buono e non sempre siamo un buon esempio. Ma entriamo nel contesto epistolare di Paolo. Egli, quando scrive nelle sue epistole, attraverso la sua esperienza e le rivelazioni divine, cerca di fa capire quale sia il comportamento di un buon figlio di Dio. Ma cosa vuole dire Paolo quando afferma che dobbiamo riscattare il tempo? Vuole esortarci ad usare bene il nostro tempo, a stare col Signore per crescere nella grazia e nella sapienza, perché stare con Lui permette a noi di conoscerLo di più e permette a Lui di impartirci il Suo carattere.
La Parola di Dio deve entrare abbondantemente nel nostro cuore perché possa uscire dalla nostra bocca e tradursi in un linguaggio di grazia e d’amore che attiri gli altri.
Le nostre siano sempre parole d’incoraggiamento, di sostegno, di accettazione, di amore, mai di giudizio, di condanna, di rifiuto o di disprezzo verso i fratelli o verso quelli di fuori.
Paolo, infatti, dice: “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condita con sale”. Il sale rappresenta la sapienza che ci serve per rispondere a chi ci pone delle domande. È necessario ed importante, infatti, dare sempre le risposte giuste, contenenti messaggi che esaltino la verità e impartiscano grazia, non risposte da cui trapeli orgoglio, dato che non abbiamo di che vantarci, neppure del fatto di servire il Signore, poiché è Lui che serve noi, e semmai dobbiamo enfatizzare quello che Egli fa per noi.
Paolo ci esorta a non pronunciare mai parole che producono scoraggiamento. Oggi gli studiosi concordano nell’affermare che il miglior metodo educativo è quello dell’incoraggiamento.
Non prestiamo l’orecchio all’’ascolto di tanti discorsi negativi che le persone vengono a scaricare su di noi e che ci fanno stare male. Non raccogliamo le cose che producono malessere!
Le parole hanno un effetto anche sul nostro corpo, infatti quando veniamo incoraggiati il nostro sistema immunitario risponde meglio, mentre è stato accertato che i depressi, che usano un linguaggio negativo, hanno un’insufficiente risposta immunitaria.
Anche parlare alle spalle, seminare dicerie, mormorare, lamentarsi, nutrire sospetti, sono comportamenti che producono danno, mentre le parole di grazia attribuiscono dignità e valore, danno coraggio e forza.
C’è chi nutre pregiudizi e tiene a distanza le persone che non gradisce, ma Gesù, non andò al pozzo per parlare alla donna che, oltre ad essere Samaritana era anche di facili costumi? Gesù le si presentò come un povero e le chiese da bere, pur di poterle parlare, darle parole di speranza e suscitare in lei la fede. Gesù, ha insegnato l’umiltà, l’interesse verso il prossimo, non ha mai accusato; spesso, noi evangelici siamo mancanti in questo, a tutti i costi vogliamo cambiare le persone, quando è Dio che le cambia con la Sua Parola. Mai porsi con arroganza e superbia, anche noi prima di conoscere Gesù, eravamo nell’ignoranza. Dalle nostre parole le persone avvertono subito se nei loro riguardi abbiamo un atteggiamento amorevole e compassionevole o se invece siamo respingenti. Soprattutto chi non conosce Dio ed è scoraggiato e disperato gradisce il profumo di parole che parlano di speranza e di vittoria.
Tutto il ministero di Gesù è stato caratterizzato da parole di grazia e se siamo Suoi discepoli dobbiamo usare il Suo stesso linguaggio di grazia e di amore.
Evangelizzare si, soprattutto con amore e tanta, tanta pazienza…DTBG
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