NO! ALL’ INCREDULITA’

Giovanni 20: 24 Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore». Ma egli disse loro: «Se io non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi e la mia mano nel suo costato, io non crederò»… 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi anche la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». 28 Allora Tommaso rispose e gli disse: «Signor mio e Dio mio!». Anche a noi, come a Tommaso, deve finire la battaglia della mente incredula che non vuole credere se non vede con gli occhi della carne, figura dei tanti Tommaso detto “Didimo” che interpretato significa: “Gemello”. Siamo gemelli di Tommaso, quando ci ostiniamo a non credere. Vorremmo credere, ma temiamo la delusione, rimanendo così in bilico, tormentando l’anima nostra. Però, di fronte all’evidenza, ci prostriamo piangendo e pentiti e come Tommaso diciamo: «Signor mio e Dio mio!» Cari oggi dobbiamo vincere questa battaglia, dobbiamo finirla con questa incredulità che rabbuia, intristisce l’anima facendoci galleggiare nel mare dei dubbi, privandoci di momenti gloriosi nel continuo frenare quei slanci di fede cui potremmo abbracciare Gesù e il mondo intero. Gesù, liberaci, guariscici e togli l’amaro dubbio, tu sai che vogliamo credere ed esclamare forte, in fine: “Signor mio è Dio mio!” Amen.

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