LA PIENEZZA DELL’AMORE “Egli non ci ha trattato secondo i nostri peccati, né ci ha retribuiti secondo le nostre iniquità” (Salmo 103:10)

 

A causa dei nostri peccati eravamo separati da Dio, ma Gesù è venuto a cercare e a salvare ciò che era perito. Egli stesso è passato attraverso il deserto, ha affrontato la notte più oscura e sfidato la più temibile delle tempeste. Quando finalmente Dio ci trova, quale accoglienza ci riserva e quale gioia ineffabile ci fa sperimentare! Sicuramente fu la memoria di Davide ad assicurare una forza particolare a questa espressione di lode. Egli si ricordava del modo in cui aveva potuto affrontare il problema del proprio peccato: Dio non lo aveva fatto attendere, lasciandolo per lungo tempo a bussare alla porta: non aveva neppure dovuto salire i gelidi gradini di pietra dei meriti personali. Con quale slancio il Padre era corso e si era gettato al suo collo, baciandolo! Non era stato accolto con diffidenza e freddezza, non aveva dovuto superare lunghi periodi di prova. Benedetto sia Dio: il Suo amore non necessita del purgatorio! Il Padre disse: “Presto, portate qua la veste più bella (la migliore, perché nulla è troppo prezioso per i Suoi figliuoli) e rivestitelo, e mettetegli un anello al dito (perché Dio ripristina anche l’onore, che sembrava compromesso in modo irreparabile) e de’ calzari a’ piedi (Egli si prende cura di ogni nostra necessità), e menate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, e mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita: era perduto, ed è stato ritrovato”. E si misero tutti a far gran festa. Anima mia, cosa dire di fronte a un amore come questo? Esso chiede ed esige la forza e la pienezza del tuo amore.

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