LA PORTA STRETTA

 

“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano!” (Matteo 7:13-14)
Quando Gesù pronunziò queste parole probabilmente aveva pensato alle mura che circondavano la città di Gerusalemme, sulle quali erano aperte delle porte.
Alcune erano molto ampie, spaziose e vi poteva passare molta gente, altre invece più strette, disagevoli, denominate addirittura “cruna di ago”, per le quali non era possibile che vi passassero i cammelli.
E’ probabile che quando Gesù disse: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Matteo 19:24; Marco 10:25; Luca 18:25), abbia fatto allusione a questa porta.
Gesù raccomanda ai discepoli Suoi di entrare per la porta stretta, perché “larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione”.
La via e la porta che conducono alla perdizione ben possono identificarsi con la via che percorsero gli abitanti di Sodoma e Gomorra, che furono distrutti dal fuoco.
E’ la via della ribellione al Signore.
Anche il diluvio universale fu causato perché tutto il popolo, tranne Noè e la sua famiglia, seguiva questa via.
E’ scritto in un libro sapienziale: “C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma la sua fine sfocia in vie di morte” (Proverbi 16:25).
Un primo aspetto dunque della via larga è la via del peccato e della disubbidienza, simbolo della vita senza fede e senza ideale cristiano che porta alla perdizione.
Ma vi è un’altra via percorsa da intere nazioni.
E’ la via del cristianesimo di “moda”.
Gesù disse ad un dottore di Gerusalemme: “Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3), indicando a Nicodemo un fatto necessario che deve realizzarsi nel corso della nostra vita di fede: una rivoluzione che scarta i sistemi dell’uomo ed accetta quelli di Dio.
Questa rivoluzione è detta dai teologi “conversione” o “nuova nascita” o “rigenerazione”.
Ma sono veramente vissute queste cose, oppure il cristianesimo è un fatto di moda nei nostri tempi e non essere cristiani è uno scandalo?
Forse pochi di noi ricordano il cristianesimo strano che Hitler volle imporre in Germania.
Si volle identificare la dottrina di Gesù con la dottrina del nazismo e ciò allo scopo di dominare le masse.
Si costituì la Chiesa Evangelica Tedesca.
Ma contro questo tipo di Chiesa insorse la “Chiesa confessante” perseguitata e clandestina, la quale fece questa solenne dichiarazione: “Gesù Cristo, nel mondo in cui viene testimoniato dalla Sacra Scrittura, è l’unica Parola di Dio che noi dobbiamo ascoltare ed a cui dobbiamo fiducia ed obbedienza in vita ed in morte. Rigettiamo la falsa dottrina, secondo cui la Chiesa può e deve riconoscere come fonte di predicazione … altri avvenimenti, forze, figure e verità quali rivelazioni di Dio”.
Molti furono imprigionati e chiusi in campi di concentramento.
Il pastore Bonhoffer, mentre era in prigione, così diceva ad un suo compagno di prigionia: “Se mi trovassi a passare per una delle vie principali di Berlino e mi venisse incontro un pazzo alla guida di un’automobile che investe i passanti, quale sarebbe il mio compito di pastore? Seppellire i morti e curare i feriti, o cercare di fermare quel pazzo?”.
Ed il pazzo nella mente del pastore Bonhoffer era Hitler che aveva trascinato la Germania alla guerra.
Questo testimone di Cristo morì martire perché faceva parte della chiesa clandestina.
La mattina del 9 aprile 1945 fu impiccato.
Prima di salire al patibolo disse: “E’ la fine, ma per me è l’inizio della vita”.
Il pastore Bonhoffer si era aggiunto ai martiri della Chiesa.
Aveva seguito la via stretta della rinuncia e della croce, perché gli era data la possibilità di starsene in America, ma egli ritornò in Germania, perché qui il Signore lo chiamava.
Questo esempio illustra bene il pensiero di Cristo: “Larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa … Stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano”.
Queste parole devono mettere tutti i cristiani in guardia affinché si domandino continuamente come meglio possono servire Gesù.
A ciascuno piace vivere secondo la legge e le cose che fanno i molti: vivere una vita tranquilla, con soli svaghi e divertimenti.
Una vita cristiana regolata in questo senso non è conforme all’insegnamento di Gesù Cristo.
Questa è la via larga!
Gesù dice che bisogna imboccare la via stretta.
E la via stretta è Lui stesso che dopo tre anni di ministero terreno si è trovato attorniato soltanto da poche donne ed un esiguo gruppo di discepoli.
“Io sono la via” e non credo che torni troppo a nostro comodo seguire Lui che non è la via fiorita, ma la via che l’ha fatto essere l’uomo di dolori, vilipeso e sputato, coronato di spine e fatto morire su una croce.
“Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha neppure dove posare il capo” (Matteo 8:20).
Essere discepoli di Gesù significa essere povero con Lui e come Lui ed accettare gli stessi ideali.
Domandiamolo a tutte le genti della terra se siano disposte ad accettare con allegrezza questo insegnamento.
Gesù si presenta in questo mondo come uno strano innovatore.
Se a tutti piace passare per la porta larga, dove non sono previste difficoltà, Gesù viene a capovolgere i nostri pensieri e ci dice di entrare per la porta stretta e la via angusta.
E’ la via della fede secondo cui l’uomo non può fare tutto ciò che vuole.
E’ la via stretta della rinunzia, dell’osservanza dei precetti evangelici, del lasciare tutto e diventare “ultimo” per amore dei fratelli.
Ricordiamoci però che il Regno dei cieli non è una conquista fatta da carne e sangue, ma un dono della Grazia.
Pertanto continua sarà la nostra preghiera a Dio affinché ci sostenga nel nostro cammino.

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