AFFRONTARE IL NOSTRO PECCATO

 

Dobbiamo vedere il nostro peccato in un modo nuovo, averne una fresca comprensione. John Ortberg scrive: “Il peccato implica la negazione. Porta con sé una certa miopia morale”. L’unico modo per vederlo chiaramente è attraverso Colui contro cui abbiamo peccato. Il salmista pregò: “Ho peccato contro te, contro te solo”. Un professore di un’Università Cristiana afferma: “Sono gentile con i miei studenti; rispettoso verso i miei colleghi; amorevole con la mia famiglia; non rubo, non commetto adulterio, non uso droga né dichiaro il falso sotto giuramento e passo il filo interdentale regolarmente.
Ma quando mi guardo onestamente, vedo che serbo rancore, trattengo molto del mio tempo senza condividerlo con altri e sono infastidito quando qualcuno si intromette nelle mie cose. Sono vanitoso e ossessionato dalla percezione che gli altri hanno di me. Combatto con la mia sessualità e divago con gli occhi e col cuore. Fingo di ascoltare, ma non lo faccio. Penso più ad essere grande che ad essere buono. Mi atteggio in modo più spirituale di quanto non lo sia realmente. Sono un disastro, completamente rotto, la mia unica speranza è la misericordia di Dio”. Quando Isaia vide il Signore seduto sul trono, gridò: “Guai a me, sono perduto!” (Isaia 6:5). Poi un angelo prese un carbone ardente dall’altare e toccò le sue labbra, dicendo: “La tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato” (v.7). Rendersi conto del nostro stato di peccatori può essere un colpetto gentile o un uragano che ci abbatte con forza. L’importante è il modo in cui noi reagiamo. Indipendentemente da quanto spesso tu sia caduto o quanto tu abbia fallito, oggi Dio ti estende la Sua grazia e la possibilità di iniziare di nuovo, se sei disposto ad accettarla.

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