Richard. C. Halverson, ex cappellano del Senato degli Stati Uniti, disse: “Vuoi essere un vincente? Competi contro te stesso, non contro qualcun altro… Superare il tuo rivale non significa aver corso la gara migliore. Puoi battere qualcuno e comunque non realizzare il tuo potenziale… Per essere il meglio di te stesso, devi competere contro te stesso. È la sfida più grande della vita. Un perdente è comunque un vincente, nonostante le sue molte sconfitte, se vince se stesso. Di contro, un vincente è un perdente, nonostante le sue molte vittore, se perde la battaglia con se stesso. Alessandro il Grande conquistò il mondo, ma fu vinto dalla sua mancanza di autocontrollo.
La vittoria sugli altri può infatti essere proprio ciò che non permette al vincitore di vincere se stesso. Perché la vittoria ci rende fieri, arroganti, indipendenti, scortesi e a volte crudeli. In altre parole, non è quello che accade a fare la differenza, ma come lo si gestisce. Chi smette di crescere spiritualmente perché pensa di conoscere meglio di altri la Scrittura, o perché ha un incarico di maggior successo, è ancora ben lontano dall’essere ciò che Dio aveva pensato per lui”. Rispetto ad altri potresti apparire migliore, ma il piano di Dio è produrre in te le qualità del carattere di Cristo. “A questo infatti siete stati chiamati…affinché seguitate le sue orme. Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno. Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente” (1 Pietro 2:21-23).
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