“Il giovane che gli raccontava queste cose, disse: «Mi trovavo per caso sul monte Ghilboa e vidi Saul che si appoggiava sulla sua lancia e i carri e i cavalieri stavano per raggiungerlo. 7 Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: “Eccomi”. 8 Egli mi chiese: “Chi sei?” Gli risposi: “Sono un Amalechita”. 9 Egli mi disse: “Avvicìnati a me e finiscimi, perché sono preso da vertigine, anche se sono ancora vivo”. 10 Io dunque mi avvicinai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema che egli aveva in capo, il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore».” (2 Samuele 1:6-10)
Come questo giovane Amalechita, anche noi, talvolta, siamo tutti tentati di stravolgere una storia per apparire migliori e meritevoli.
Gesù ci ricorda: “Ma non c’è niente di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.” ( Luca 12:2 ).
Proponiamoci di perseguire la verità affinché le nostre relazioni siano oneste sia con Dio che con gli uomini.
Se raccontare la verità non ci porterà meriti e onori, pazienza; riceveremo però la ricompensa dal Signore!
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