“Vedi, io ho chiamato per nome Besaleel [..] l’ho riempito dello Spirito di Dio, per dargli sapienza, intelligenza e conoscenza per ogni sorta di lavori, per concepire opere d’arte, per lavorare l’oro, l’argento e il bronzo, per incidere pietre da incastonare, per scolpire il legno, per eseguire ogni sorta di lavori. Ed ecco, gli ho dato per aiutante Ooliab [..]; ho messo sapienza nella mente di tutti gli uomini abili, perché possano fare tutto quello che ti ho ordinato”.
Esodo 31:2-6
Finalmente, dopo 400 anni, il Signore, per mezzo dell’ubbidienza del suo servo Mosè, conduce Israele nel deserto, lontano dalla schiavitù d’Egitto. Qui, per un tempo, Mosè sarà l’intermediario fra Dio e il popolo; intercederà per esso, riceverà le tavole della Legge sino al giorno in cui il Signore, nella Sua infinita misericordia, deciderà di abitare “in mezzo al popolo” (Esodo 25:8), dandogli precise istruzioni per la costruzione del santuario e degli oggetti per il culto.
Ma come avrebbero potuto lavorare l’oro, l’argento, il rame, scolpire il legno e incidere pietre se per generazioni e generazioni avevano soltanto costruito mattoni, impastando paglia e fango?
Chi avrebbe potuto insegnar loro questi lavori? Non vi erano libri, nè maestri e tanto meno internet!
Siamo dinanzi a un Dio grande, il quale non trascurando nemmeno un dettaglio con le istruzioni rivolte a Mosè, ancora oggi, rassicura i più incerti ricordando che non lascerà mai nessuno incapace di eseguire ciò che Lui stesso chiede di fare … mentre a quelli un po’ più sicuri ricorda che senza Lui gli uomini non possono far nulla!
Il Signore è Colui che rende abili, Egli trasforma chi “non è” e mentre gli ultimi saranno i primi, i poveri in spirito supereranno i superbi!
La logica divina non è comprensibile agli uomini; e mentre alcuni passano la vita chiedendoGli continue conferme su quale sia la propria “chiamata”, l’umiltà e l’ubbidienza di Davide ci insegnano che mentre porteremo “del grano arrostito e dieci pani ai nostri fratelli” (1 Samuele 17:17) ci troveremo, in prima linea, a combattere e vincere Goliat nel nome del Signore!
Non essere preoccupato per ciò che dovrai fare o per come vivrai, osservando la vita di altri perché, per ognuno di noi, Gesù ha un progetto differente! Desiderare di essere/fare ciò che spetta ad altri potrebbe compromettere la relazione con Dio.
Quante volte abbiamo desiderato di voler essere strumenti nelle Sue mani? Come tali, non possiamo pretendere di decidere le condizioni.
Davide stesso, nelle sue varie battaglie, dopo aver vinto Goliat, insegnerà ai suoi seguaci che “la parte di chi scende alla battaglia deve essere uguale alla parte di chi rimane con i bagagli” (1Samuele 30:24) e il nostro bottino sulla terra dev’essere solo quello di vedere anime rinascere in Cristo!
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