Ma non dovevate confortarlo?
“Tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suac e Zofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli erano piombati addosso, partirono, ciascuno dal proprio paese, e si misero d’accordo per venire a confortarlo e a consolarlo.” (Giobbe 2:11)
I tre amici (si fa per dire) di Giobbe, appena udirono che egli stava vivendo momenti difficili, andarono a trovarlo per consolarlo, ma poi in effetti, gli piombarono addosso come avvoltoi per cercare di convincerlo a confessare il peccato che gli aveva causato tutti questi mali.
Il caro Giobbe, dunque, non soltanto fu chiamato a sopportare il male che lo affliggeva, ma dovette far fronte anche ai giudizi di questi estranei.
Il resto della storia la sapete. Alla fine, bando alle ciance, il malato dovette pregare per i “sani”, affinché costoro non cadessero sotto Giudizio di Dio.
Purtroppo, ancora oggi ci sono coloro che invece di incoraggiare chi è nel dolore e pregare per loro, benché privi di ogni sostegno biblico, requisiti spirituali e accompagnati da atteggiamento di fasulla prosopopea, esprimono giudizi avventati, individuando in ogni malattia il giudizio di Dio!
Se vogliamo essere usati dal Signore e non da Satana, quando andiamo a visitare un ammalato oppure gli facciamo una telefonata; come veri figli di Dio, confortiamoli, preghiamo per loro, rialziamoli dal loro momento di debolezza e di dolore e Dio sarà glorificato!
Se c’è qualcuno che proprio non riesce a farne meno, allora ho due semplici consigli:
1. Stattene a casa che è meglio!
2. Pensa ai giorni quando i mali colpiranno te!
Pace
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