LA SFIDA DEI SOCIAL
Ogni essere umano ha almeno due bisogni emotivi: l’appartenenza e il riconoscimento. Le relazioni, opportunamente selezionate, soddisfano questa esigenza non negoziabile. Da qualche tempo la “piazza virtuale” ha soppiantato i luoghi tradizionali di aggregazione di un numero crescente di persone che la utilizzano per la gestione delle relazioni sociali.
Trascorriamo in media 2 ore al giorno a navigare, postare e commentare su Facebook, Twitter, YouTube e altre piattaforme social. In base a una ricerca effettuata dal team di AsapScience, società scientifica con sede a Toronto, il 5-10% degli utenti online è incapace di controllare il tempo trascorso sui social. I danni riportati nel cervello, nei casi di abuso, sono simili a quelli presenti nelle persone che fanno uso di droghe. La ragione è da ricercare nell’appagamento immediato, con poco sforzo, che induce dipendenza dagli stimoli offerti dai social.
Facebook, la regina dei social, è la risposta più o meno consapevole alla necessità di lenire la propria solitudine, la “vetrina” dove mostrare l’immagine di sé più vicina a ciò che si vuol diventare. Tutto quello che facciamo sul “palcoscenico” mediatico risponde al desiderio di sapere che qualcuno ci stima e noi valiamo. I selfie, le foto del proprio corpo, le performance artistico-culinarie, le relazioni amicali, i “frame” di vita del focolare domestico, figli compresi, sono oggi strumentalizzati per raccogliere il maggior numero di “like” possibile. È un vortice che nasconde al suo interno un disperato bisogno di conferme, di accondiscendenza in assenza di relazioni affettive significative. Sebbene il tentativo più o meno consapevole sia di costruire un’immagine ideale, il più delle volte Facebook presenta un’immagine realistica del titolare del profilo.
Facebook piace in special modo agli adolescenti perché è un luogo in cui poter scegliere come mostrarsi ed esprimersi, lontano dal controllo diretto dei genitori. Recentemente Sean Parker, presidente di Facebook nei primi mesi dal suo lancio, ha espresso preoccupazione circa alcuni effetti negativi sul comportamento dei ragazzi esposti all’uso dei social: “Solo Dio sa cosa sta succedendo al cervello dei nostri piccoli”.
Facebook attira fatalmente le persone narcisiste perché rappresenta la vetrina ideale in cui farsi ammirare, mostrare la propria originalità, i luoghi fantastici dove vanno in vacanza e i libri intelligenti che leggono: in realtà è una facciata che nasconde, nel profondo, insicurezza e bassa autostima.
Come molti strumenti di uso quotidiano, la pericolosità o l’utilità degli stessi dipende da chi li utilizza e dall’uso che ne fa. La sega è uno strumento utile nelle mani esperte del falegname, quando è usata per tagliare il legno!
Facebook rappresenta un ottimo strumento per mantenere i contatti con le persone che si frequentano e per ricostruire relazioni interrotte o deteriorate per svariati motivi: vecchi compagni di scuola, vecchi amici persi di vista ecc.
Un altro aspetto positivo di Facebook è la cosiddetta “cultura del dono” di cui è intrisa. Il rituale dello scambio di auguri in occasione di compleanni, festività e altre ricorrenze è il momento propizio in cui si possono rinsaldare o costruire legami e rapporti con le persone. Condividere pensieri, postare commenti positivi e apprezzamenti sulla bacheca virtuale di coloro che sono stati arruolati nella cerchia dei propri “amici”, contribuisce a rafforzare il senso di appartenenza e a migliorare l’autostima.
Dio ci ha creati con una spiccata propensione alle relazioni. Da Adamo in poi, la solitudine è un male che tutti combattiamo, costruendo autentiche “reti sociali” di affetti, solidarietà e affinità di pensiero, che arricchiscono quella parentale e in alcuni casi, quando è insufficiente, la integrano.
Facebook può essere un formidabile strumento, alla portata di tutti, per diffondere la cultura cristiana e i valori positivi su cui si fonda: l’amore senza condizioni, il valore della vita come “dono” di Dio e la “grazia” divina che riconcilia l’uomo al suo Creatore.
Fake news, haters, falsi profili creati appositamente per fini illeciti, sono altrettanti fenomeni da contrastare con la cultura della verità e della positività. Anche il mondo “virtuale” ha bisogno della manifestazione dei figli di Dio: tu puoi fare la differenza!
“…il Signore ti ha creato con saggezza e ora ti assicura: «Non temere, io ti ho chiamato per nome e ti ho liberato: tu sei mio! Se tu attraverserai fiumi profondi, io sarò con te: le acque non ti sommergeranno. Se passerai attraverso il fuoco, tu non brucerai: le fiamme non ti consumeranno… Per me sei molto prezioso, io ti stimo e ti amo…” Isaia 43:1-4
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