I SICLI D’ARGENTO DI TIRO RICEVUTI DA GIUDA
Al tempo di Gesù circolavano in Palestina monete romane, greche, siriane, di Tiro, di Sidone, degli asmonei, di Erode e dei suoi successori, e quelle dei Governatori romani.
La teoria del pèrofessor Eupremio Montenegro (esperto numismatico) che ha studiato a fondo l’argomento e che ha esposto il risultato delle sue ricerche nel convegno di Vinovo nel maggio 2007 è che, all’epoca, la moneta di conto era il Siclo ed essa diverrà l’unica moneta accettata dai sacerdoti del Tempio di Gerusalemme per il pagamento del tributo prescritto a tutti gli israeliti maschi, da 20 anni in su, una volta all’anno, per il finanziamento del culto e per il mantenimento del Tempio.
Il Siclo accettato dai sacerdoti, più specificamente, era quello fenicio,coniato a Tiro, poichè era di peso maggiore rispetto al Siclo commerciale. A giustificare tale ipotesi vi sono testimonianze e racconti della Bibbia (citati anche in fondo nell’articolo).
Quindi si desume che se il Siclo di Tiro era l’unica moneta nelle disponibilità delle casse dei sacerdoti del Tempio di Gerusalemme, è proprio con questa moneta che essi pagarono Giuda a che consegnasse loro Gesù. I sacerdoti, una volta preso Gesù, dopo un consiglio tenuto fra loro, decisero per farlo morire e lo consegnarono al governatore Pilato.
“…e disse loro: «Che cosa siete disposti a darmi, se io ve lo consegno?» Ed essi gli fissarono trenta sicli d’argento”. (Matteo 26:15).
“Allora Giuda, che l’aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani (…) Allora si adempì quello che era stato detto dal profeta Geremia: «E presero i trenta sicli d’argento, il prezzo di colui che era stato venduto, come era stato valutato dai figli d’Israele” (Matteo 27:3,9).
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