Credo che il pentimento valga per i credenti tanto quanto per i peccatori; i cristiani che mantengono un’attitudine di pentimento attirano su di loro l’attenzione speciale di Dio. Se andiamo davanti al Signore con un cuore pentito, verremo inondati da incredibili benedizioni.

Una caratteristica degna di nota di un cuore pentito è la volontà di ammettere la colpa per aver fatto il male, nel dire: “Signore, sono io ad aver peccato”.

“Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza” (2 Corinzi 7:10). E Giovanni scrive: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi” (1 Giovanni 1:8).

Può essere doloroso ammettere di aver sbagliato. Giustifichiamo le nostre azioni e le studiamo tutte per fuggire davanti alla colpa sforzandoci di dirottare l’attenzione da noi stessi. Ma niente di tutto questo piace a Dio.

Pentirsi significa molto più che scusarsi o fare la cosa giusta con la persona che ha torto. Ma significa anche fare la cosa giusta con Dio. Davide in modo molto chiaro ci semplifica tutto, egli credeva nell’introspezione del cuore ed era sempre difficile per lui scavare e tirare fuori il peccato dal suo cuore, ma credeva fermamente questa autodisciplina, infatti gridò a Dio dicendo: “Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna” (Salmo 139:23-24).

Davide apriva continuamente il suo cuore davanti a Dio. Accoglieva Dio affinché lo esaminasse e lo faceva a tal punto da scoppiare in lacrime: “Poiché riconosco le mie colpe, il mio peccato è sempre davanti a me. Ho peccato contro te, contro te solo, ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi. Perciò sei giusto quando parli e irreprensibile quando giudichi” (Salmo 51:3-4).

Hai bisogno che Dio esamini il tuo cuore? Pentirti da ogni peccato manterrà il tuo cuore leggero e arrendevole davanti a Lui ed allo Spirito Santo risulterà più facile modellarlo con il Suo amore.

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