Un evangelista stava portando a termine una serie di conferenze contro l’ateismo.
Alla fine dell’ultima serata, costui venne a trovarlo e gli confessò che un gran cambiamento si era prodotto in lui. Felicissimo e internamente un po’ lusingato, il predicatore gli chiese quale dei suoi discorsi lo aveva particolarmente colpito e illuminato.
Il nuovo convertito lo guardò sorridendo: “Dio mi ha convinto ieri sera non per mezzo delle sue parole né con le sue argomentazioni, d’altronde molto giuste, ma per mezzo della semplice osservazione di una povera donna zoppa. Uscendo dalla sala, siccome l’avevo aiutata a scendere i gradini, mi ringraziò e mi chiese: Lei ama Gesù, il mio caro Salvatore? A queste parole sono rimasto come inchiodato sul posto, senza trovare una parola per rispondere. Aveva pronunziato le parole ‘Gesù, il mio caro Salvatore’ con una tale convinzione che era assolutamente impossibile dubitare che avesse trovato in Gesù un reale Salvatore. Allora mi sono detto: Che Salvatore straordinario deve mai essere Colui che dà una tale consolazione e tanta gioia a una povera invalida senza risorse ma sicuramente ricca della vera ricchezza! Tutto questo mi fece rientrare in me stesso, letteralmente sconvolto, finché riconobbi, piangendo, il mio induramento per aver così a lungo disprezzato e rigettato il Salvatore. Adesso, anch’io posso dire: ‘Io amo Gesù, il mio caro Salvatore’.”
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