QUESTIONI DI CHIESA

 

Le parole di Gesù a Saulo/Paolo in Atti 9, e ripetute di nuovo in Atti 22 e Atti 26, sono evidentemente importanti, perché Luca le registra tre volte. Paolo è accecato da una luce intensa e sente una voce. Gesù si identifica e chiede: ‘Perché mi perseguiti?’.

Checché possiamo dire al riguardo, c’è come minimo un’importante implicazione da considerare. Saulo non stava arrestando la persona di Gesù, ma era occupato a radunare i seguaci di Gesù e a riportarli a Gerusalemme per punirli. Per quanto riguardava Saulo, Gesù era completamente fuori dalla scena. Per quanto riguardava Gesù, la persecuzione dei seguaci di Gesù da parte di Saulo non era altro che Saulo che perseguitava Gesù stesso. A motivo della Sua unione con il Suo popolo, attaccare il popolo di Gesù significa attaccare Gesù.

Questo legame è abbastanza ben attestato. La maggior parte vuole applicarlo nel caso di coloro che dall’esterno vogliono perseguitare la chiesa. Questa è certamente un’applicazione legittima, ma non è, voglio suggerire, l’implicazione principale per la chiesa. È vero che coloro che attaccano la chiesa stanno attaccando Cristo, e la chiesa può trarre conforto in ciò. Ma l’implicazione più ampia è che qualsiasi cosa si faccia alla chiesa, la si fa a Cristo. Se Cristo è unito al Suo popolo, allora ciò che si fa al suo popolo, lo si fa a Cristo. Come si tratta il Suo popolo è come si sta trattando Cristo. Questa è la chiara implicazione delle parole stesse di Gesù in Matteo 25:40 (“In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”).

Le parole di Gesù a Paolo hanno ramificazioni ben più ampie del modo in cui Gesù considera la persecuzione del Suo popolo. Ha chiare implicazioni riguardo a come il popolo del Signore si tratta al proprio interno in maniera reciproca. Allo stesso modo, ha implicazioni riguardo a come il popolo del Signore tratta le cose del Signore.

Se non possiamo prenderci la briga di alzarci dal letto per andare in chiesa la domenica mattina, non solo stiamo perdendo l’occasione di passare del tempo con il popolo di Dio, ma stiamo respingendo Cristo stesso. Quando non abbiamo alcun interesse nel servire e prenderci cura del popolo del Signore, stiamo venendo meno nel curarci del Signore. Quando lasciamo perdere delle cose in chiesa e le lasciamo sulle spalle di altri, stiamo disprezzando il Signore e dicendo che ci sono altre cose che hanno la precedenza su di Lui.

Se le parole di Gesù a Saulo ci dicono che quelli che perseguitano la chiesa perseguitano Cristo, ci dicono anche che il modo in cui noi trattiamo la chiesa è il modo in cui trattiamo Cristo. Se non andiamo mai in chiesa, se andiamo costantemente via per il fine settimana, se non serviamo mai, se troviamo qualunque altra cosa da fare, non solo stiamo tenendo in bassa considerazione la chiesa, ma stiamo trattando Cristo con leggerezza e offrendo un diretto riflesso delle nostre opinioni su di Lui.

Al contrario, una visione elevata della chiesa è una visione elevata di Cristo. Se la chiesa diventa un’alta priorità, Cristo è un’alta priorità. Servire il popolo della chiesa è una misura del nostro amore per Cristo. Servire nei ministeri della chiesa è una misura del nostro amore per Cristo. Presentarsi al culto settimanale e impegnarsi con il popolo del Signore è una misura del nostro amore per Cristo.

Il tuo amore per Gesù si vede nel tuo amore per la chiesa. È su questa base che espleta correttamente una significativa disciplina ecclesiale. Se il modo in cui trattiamo la chiesa è una misura del nostro amore per Cristo, trattare la chiesa con disprezzo suggerisce un livello di disprezzo per Cristo. Se disprezzi Cristo, è verosimilmente difficile che tu continui a essere un membro della chiesa.

Il tuo amore per la chiesa che cosa dice riguardo al tuo amore per Cristo?

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