IL MIO POPOLO……….

“Il mio popolo… ha abbandonato Me, la sorgente d’acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l’acqua.”

Il popolo d’Israele faceva spesso l’errore di allontanarsi da Dio; nel tempo della SUA disubbidienza era vittima di ogni sorta di nemico, i quali senza pietà lo sfruttava e lo schiavizzava, fino a quando non tornava di nuovo al Signore che lo liberava. Nel corso della vita cristiana, anche noi ci comportiamo così….talvolta la relazione con Dio può deteriorarsi nella pratica, e si vede in credenti che si allontanano, nelle chiese che si svuotano… Se ci allontaniamo da Lui a poco a poco, trascuriamo le sue risorse e ci spegniamo spiritualmente; si può persino arrivare ad abbandonarLo, ma siccome i bisogni di pace, d’amore e di felicità persistono, allora si comincia a cercare al di fuori di Dio il mezzo per ottenerli: negli agi della vita quotidiana, nei divertimenti, nel denaro… spendendo anche, qualche volta, molte energie, in cose che sono senza importanza e che non ci daranno la pace che cerchiamo.
Le nostre aspirazioni non ne vengono soddisfatte!… e la delusione sarà grande.
Allora moltiplichiamo gli sforzi per raggiungere i nostri scopi; poiché abbiamo “sete”, cioè dei bisogni, ci scaviamo delle cisterne che in realtà sono screpolate, non tengono l’acqua che da la vita; quando veniamo a cercarne per essere dissetati, non ne troviamo. Abbiamo abbandonato Dio, la sorgente dell’acqua vita, e per questo la nostra sete non è soddisfatta.
Credo che tu abbia capito la metafora, questa non è una figura senza significato.
Qual è allora la soluzione? Dio dice: “Tornate a me… e io tornerò a voi” (Zaccaria 1:3). Chiediamogli dunque con tutto il nostro cuore: “Aiutami a ritornare a te, o Eterno!”
Egli sarà ben felice di riaverti fra le sue braccia e poterti riaccogliere nella sua famiglia, ma se persevererai nella disubbidienza….non raccoglierai niente di buono….CHI HA ORECCHIE PER UDIRE ODA!.

Foto: "Il mio popolo... ha abbandonato Me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua."

Il popolo d'Israele faceva spesso l'errore di allontanarsi da Dio; nel tempo della SUA disubbidienza era vittima di ogni sorta di nemico, i quali senza pietà lo sfruttava e lo schiavizzava, fino a quando non tornava di nuovo al Signore che lo liberava. Nel corso della vita cristiana, anche noi ci comportiamo così....talvolta la relazione con Dio può deteriorarsi nella pratica, e si vede in credenti che si allontanano, nelle chiese che si svuotano... Se ci allontaniamo da Lui a poco a poco, trascuriamo le sue risorse e ci spegniamo spiritualmente; si può persino arrivare ad abbandonarLo, ma siccome i bisogni di pace, d'amore e di felicità persistono, allora si comincia a cercare al di fuori di Dio il mezzo per ottenerli: negli agi della vita quotidiana, nei divertimenti, nel denaro... spendendo anche, qualche volta, molte energie, in cose che sono senza importanza e che non ci daranno la pace che cerchiamo.
Le nostre aspirazioni non ne vengono soddisfatte!... e la delusione sarà grande. 
Allora moltiplichiamo gli sforzi per raggiungere i nostri scopi; poiché abbiamo "sete", cioè dei bisogni, ci scaviamo delle cisterne che in realtà sono screpolate, non tengono l'acqua che da la vita; quando veniamo a cercarne per essere dissetati, non ne troviamo. Abbiamo abbandonato Dio, la sorgente dell'acqua vita, e per questo la nostra sete non è soddisfatta.
Credo che tu abbia capito la metafora,  questa non è una figura senza significato. 
Qual è allora la soluzione? Dio dice: "Tornate a me... e io tornerò a voi" (Zaccaria 1:3). Chiediamogli dunque con tutto il nostro cuore: "Aiutami a ritornare a te, o Eterno!"
Egli sarà ben felice di riaverti fra le sue braccia e poterti riaccogliere nella sua famiglia, ma se persevererai nella disubbidienza....non raccoglierai niente di buono....CHI HA ORECCHIE PER UDIRE ODA!.

 

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