° L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITU’ GRAZIE AD UN CREDENTE STUDIOSO DELLA BIBBIA – P23
Willliam Wilberforce, eletto deputato nel parlamento britannico a soli 21 anni, è colui a cui va il merito principale per l’abolizione del commercio degli schiavi, come suo primo risultato, e poi quello dell’abolizione totale della schiavitù nell’intero britannico. E ciò quando essa non era ancora stata abolita né in Francia e tantomeno negli Stati Uniti e in molte altre nazioni. L’ultimo Stato cristiano ad abolirla fu il cattolico Brasile, nel 1888. Ultimamente è stata abolita in alcuni stati islamici.
LE SUE ORIGINI
William, orfano di padre, frequentò il St. John’s College a Cambridge. Per scherzo nel 1780 a soli ventuno anni si candidò e fu eletto alla Camera dei Comuni e si impegnò politicamente per cinquant’anni.
Il 30 aprile 1797, all’età di trentasette anni, si sposò con Barbara Spooner da cui ebbe quattro figli.
L’INFLUSSO DELLA BIBBIA
Di famiglia anglicana, vissuto senza avere interessi biblici, a seguito di un incontro casuale con un amico di infanzia e la lettura di un libro trovato in una casa per le vacanze, incominciò ad avere una netta visione biblica su Dio, su Cristo e sull’uomo. Leggendo gradualmente il Nuovo Testamento ebbe una conversione profonda al vangelo che cambiò radicalmente le priorità della sua vita portandolo alla nuova nascita.
LA SUA CORAGGIOSA E PERSEVERANTE BATTAGLIA CONTRO LO SCHIAVISMO
Nel 1787 annunciò alla Camera dei Comuni che avrebbe posto alla loro attenzione una mozione per l’abolizione del commercio degli schiavi. L’opposizione durò vent’anni ma nonostante le minacce ricevute, continuò la sua battaglia.
L’impegno della sua vita fu quello di propugnare i diritti di coloro che non avevano voce. Di coloro che non erano considerati nemmeno esseri umani e pertanto trattati come bestie, comprati e venduti. La loro vita valeva solo in funzione del duro lavoro di coltivazione dei prodotti esotici che allietavano le case degli aristocratici inglesi.
Fu da subito considerata una folle impresa quella di cominciare a combattere per questo ideale d’uguaglianza, in un tempo in cui la tratta degli schiavi era considerata del tutto lecita e fondamentale per l’economia dell’Impero.
25 MARZO 1807– ABOLIZIONE DEL COMMERCIO DEGLI SCHIAVI
Fu un giorno d’inverno del 1787 quello in cui Wilberforce annuncio pubblicamente alla Camera dei Comuni che avrebbe, di lì a poco, presentato una mozione volta ad abolire il “fiume di scelleratezza e crudeltà”.
“Al tempo di Wilberforce… la schiavitù era normale come la nascita, il matrimonio e la morte… La stessa idea di civilizzazione senza la schiavitù era inimmaginabile. L’idea di abolire la schiavitù in quel tempo era talmente fuori discussione che Wilberforce e i pro-abolizionisti non potevano neanche parlarne in pubblico. Focalizzarono la loro attenzione su un livello inferiore, l’abolizione del commercio degli schiavi. Mai si permisero di parlarne apertamente. La speranza che segretamente custodivano era infatti che una volta abolito il commercio di esseri umani, sarebbe stato possibile muovere un ulteriore passo in avanti”1. E così fu.
A questa causa dedicò la sua esistenza, i suoi talenti, le sue risorse. Tutto il suo essere fu concentrato sulla sua missione di coerenza tra l’uomo e la sua carica politica. Dopo vent’anni di lavoro e undici bocciature, il 25 marzo 1807 apparve il primo attesissimo spiraglio di luce. La sua proposta di legge per l’abolizione della tratta degli schiavi fu finalmente approvata. Era solo il primo passo.
Così, in quel giorno di duecentosei anni fa, l’autorità reale inglese dichiara il proprio consenso alla legge approvata dalla Camera con 283 si e 16 no. Il commercio degli schiavi viene definitivamente dichiarato illegale in tutte le colonie Britanniche, e diventa effettivo dal 1 gennaio 1808. La Camera aveva approvato la legge con applausi e ovazioni rivolti al suo proponente.
ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ: UN SOGNO SI AVVERA E LA STORIA CAMBIA
Se il commercio fu abolito, la schiavitù continuò, e fu contrastata dagli stessi attivisti che avevano appoggiato l’abolizione della tratta.
Ci vollero infatti ulteriori ventisei anni di proposte di legge, raccolta di prove, sconfitte, aggressioni, minacce, delusioni e petizioni per vedere la schiavitù definitivamente abolita nelle colonie Britanniche. Per sempre. Nel 1833 Wilberforce presentò un’ultima petizione: il 26 luglio fu approvata l’abolizione della schiavitù nelle colonie britanniche e dopo tre giorni William Wilberforce si spense.
Aveva vinto. Appena in tempo, prima che la morte se lo portasse via. Aveva potuto così vedere il suo sogno realizzarsi. Per vedere realizzato il suo sogno dovette attendere ben 46 anni!
Tanti anni e grandi lotte per un ideale! Uno sogno che si avvera, la storia che cambia percorso, per sempre, grazie ad un uomo acclamato da Thomas Jefferson e da Abramo Lincoln come loro esempio ed ispirazione.
Fu dunque sir William il protagonista di questo cambiamento epocale, senza precedenti nella storia dell’umanità. Fu un uomo che, contro il comune sentire dei contemporanei e contro la volontà della maggioranza, decise di combattere per la causa in cui credeva. Decise di lottare duramente, fu una lotta veramente ardua, per i suoi principi. E impersonò, con la propria vita, anno dopo anno, sconfitta dopo sconfitta, i valori di libertà e uguaglianza in cui credeva. Fu coerente nella vita in famiglia come nella sua professione.
(Adattamento di Giovanni Fantoni, da varie fonti: Wikipedia e altre)
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