“Esèrcitati … alla pietà; perché l’esercizio corporale è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile ad ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella a venire” (1 Timoteo 4:7-8).
Il caro fratello, Paolo, esorta il suo compagno d’opera ad allenare la pietà, l’amore e la misericordia, aspetti del carattere di Dio. Gesù, nella sua estrema ed audace attitudine all’amore ha sempre esercitato la pietà, soprattutto verso i più deboli. Io, personalmente, mi innamoro, in senso spirituale, di quelle persone che persone che con grande semplicità, si prendono cura degli anziani, dei bambini, dei malati. E forse è così che funzionava anche con Gesù, le folle lo amavano per il suo cuore umile e dolce.
Vi sono doni in noi che non devono essere trascurati, perché dovremmo renderne conto a Colui che ce li ha affidati, affinché siano di effettivo servizio a Lui, agli altri ed a noi stessi. Forse le prove e le tentazioni della vita ci sono date proprio per esercitare e sviluppare i nostri “muscoli spirituali”. In tutti noi vi sono forze scarsamente utilizzate, molte facoltà morali e spirituali dormienti, che non useremmo mai se non fosse per le lotte che siamo costretti ad affrontare con quelli che la Bibbia chiama i principati e le potenze di questo mondo, con difficoltà e pena. L’Apostolo ci esorta a prestare attenzione a noi stessi ed a vivere nell’atmosfera di pensieri edificanti e nell’abnegazione del servizio cristiano.
“Attendi finché io torni, alla lettura, all’esortazione, all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te, il quale ti fu dato per profezia quando ti furono imposte le mani dal collegio degli anziani. Cura queste cose e datti ad esse interamente, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti” (1 Timoteo 4:13-15).
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