FIDUCIA IN DIO

 

Questo salmo fu scritto in occasione della fuga di Davide, quando stava cercando di scampare alla persecuzione di Saul. Esso rivela, difatti, lo stato d’animo di un credente che si trova in una situazione di estrema difficoltà ed è cosciente di essere debole. In tali circostanze l’unica soluzione è rivolgersi a Dio non con disperazione, ma con fiducia, tant’è che nei versi 4 e 11 il salmista esclama: “… Non temerò; che mi può fare il mortale?”, anzi “in Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido”. È evidente che Davide si riferisca alla “parola“ della promessa. Il Signore lo aveva scelto e gli aveva assicurato che, nonostante le difficoltà egli sarebbe stato vincitore e un giorno avrebbe regnato come pastore sul Suo popolo. Tra la promessa e l’adempimento Davide deve attraversare e superare esperienze diverse, ma egli pone mente soltanto al traguardo finale. Tutto il resto è secondario. Voglia il Signore dare a tutti noi la stessa fiducia e la stessa certezza. Se focalizziamo su di Lui lo sguardo, tutto quello che ci capita quaggiù non sarà molto importante e ogni cosa nella nostra vita cristiana sarà più semplice. Il credente che si illude di farcela da solo ha già perso in partenza, ma se pone interamente la sua fiducia nel Dio che mantiene le promesse, può esclamare: “io posso ogni cosa in colui che mi fortifica“ (Filippesi 4:13) e essere certo che, nonostante le difficoltà e sofferenze, giungerà al traguardo della realizzazione della parola ricevuta e della propria vocazione in Cristo.
Allora come Davide, ripetiamo fiduciosi: “In Dio ho fiducia e non temerò; che potrà farmi l’uomo?”

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