:LA FESTA LITURGICA DEL NATALE

:LA FESTA LITURGICA DEL NATALE

Tradizioni natalizie

PERCHÈ CELEBRARE IL NATALE?


Il Natale ha qualcosa di quasi magico: i bambini sognano Babbo Natale e la sua slitta fantastica, disegnano gli alberi di Natale, scene nevose, calze ripiene, montagne di regali e famiglie sorridenti intorno al focolare.

    La realtà spesso non è così perfetta come la immaginiamo.

Alcune persone eccedono a Natale. Le folle sulle strade e nei negozi possono portare alla “Babbo-Natalefobia“.
Il numero dei suicidi aumenta, più persone muoiono per “cause naturali“, i matrimoni si sfasciano, i pazienti psichiatrici peggiorano e nascono contese familiari.
Un’indagine ha indicato che succedono tre milioni di liti familiari ogni Natale. Un articolo di giornale, intitolato“Abbastanza per farti impazzire”, parla di persone che impazziscono a Natale sotto la pressione di essere perfette. Riferisce che due psicologi, uno psicoterapeuta e un consulente hanno lanciato un corso intitolato “Stress in famiglia: come sopravvivere al Natale”. Riferiscono che parte del suo successo sembra essere la possibilità che offre di evadere.
Lo psichiatra Anthony Storr in un articolo sulla depressione natalizia intitolato “Rallegrati, sta per finire”, conclude scrivendo: “Ricorda che il Natale, anche se ricorrente, non dura per sempre”.

    Purtroppo molto spesso Gesù é nascosto dal Natale.

La venuta al mondo di Gesù è stata la realizzazione delle promesse fatte da Dio stesso nell’Antico Testamento (Genesi 3:15 “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno, “Isaia 7:14” Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele”). Il Natale è una festa religiosa celebrante la nascita di Gesù il giorno 25 Dicembre.
Noi cristiani evangelici non riconosciamo questa festa per i seguenti motivi:

    IL SILENZIO DEI VANGELI

Non esiste alcun riferimento biblico che indichi la data del 25 Dicembre e non è menzionato né il mese, né il giorno della nascita del Salvatore.
Anzi implicitamente e logicamente la narrazione dei Vangeli esclude la possibilità che Gesù sia nato d’inverno. Nel Vangelo di Luca 2:8 é detto: “In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge”. Nessun fatto nelle Scritture getta luce sulla stagione in cui nacque Gesù, fuorché questo: “Che i pastori stavano pascolando le loro greggi, di notte, e certo quest’incidente non favorisce la data del 25 Dicembre se consideriamo:

1.
La fredda atmosfera delle notti di Dicembre, in una situazione elevata come quella di Betlemme. In quella
regione della Palestina, in quel periodo, la temperatura media notturna e di 7 gradi.
2.
In Giudea in quel periodo i mesi, da dicembre a febbraio sono la stagione piovosa, durante la quale cade
anche talvolta la neve. Per i pastori che facevan la guardia di notte al gregge, non poteva avvenire nel mese di dicembre, in quanto questi pastori riportavano i loro greggi al riparo in recinti coperti non più tardi del 15 Ottobre, per proteggerli dal freddo e dalla pioggia che seguiva quella data.
Notiamo che la Bibbia stessa, nel Cantico dei Cantici 2:11 e in Esdra 10:9-13 prova che l’inverno era una stagione molto piovosa.
“poiché, ecco, l’inverno è passato, il tempo delle piogge è finito, se n’è andato”.
“Così tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro i tre giorni. Era il ventesimo giorno del nono meseTutto il popolo stava sulla piazza della casa di Dio, tremante a causa di questo fatto e della gran pioggia. Il sacerdote Esdra si alzò e disse loro: “Voi avete commesso un’infedeltà, sposando donne straniere, e avete reso Israele ancora più colpevole. Ma ora confessate la vostra colpa al SIGNORE, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà! Separatevi dai popoli di questo paese e dalle donne straniere”! Allora tutta l’assemblea rispose e disse ad alta voce: “Sì, dobbiamo fare come tu hai detto! Ma il popolo è molto numeroso, piove molto e non possiamo stare allo scoperto; e questa non è faccenda di un giorno o due, poiché siamo stati in molti a commettere questo peccato”.
Era un’antica usanza. tra i Giudei di quei giorni, di condurre i loro greggi all’aperto, nei campi, intorno alla Pasqua (all’inizio della primavera), per poi condurli all’inizio delle piogge nei recinti coperti.
Dunque questa tradizione del Natale non proviene certamente dal N.T.ne da nessuna altra parte della .
Bibbia
Non viene neppure dagli Apostoli che furono istruiti personalmente da Gesù Cristo, che invece istituì il
battesimo in acqua (per la salvezza di chi avrebbe creduto in Lui) e la Santa Cena (per rammemorare il Suo sacrificio).
Anche i Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù. Ireneo e
Tertulliano la omettono nella loro lista di feste (vedi enciclopedia. catt.). L’Enciclopedia Italiana Treccani, edizione 1949, lo afferma chiaramente nei seguenti termini:
“I padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo…La festa del 25 Dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione cristiana a quella Mitriaca del dies natalis Solis invicti (Giorno natalizio dell’invincibile Sole), nel solstizio invernale” (Vol. XXIV. pag. 299).
Poiché la celebrazione del Natale é stata introdotta nel mondo cristiano dalla Chiesa Cattolica, esaminiamo che cosa ne dice l’Enciclopedia Cattolica. ediz. inglese 911, alla voce Natale (Christmas) si può leggere:
“Il Natale non fu tra le prime feste della Chiesa… La prima evidenza di questa festa venne dall’Egitto…”
Inoltre se Dio avesse stimato utile per noi che il mese e il giorno in cui l’Eterno Suo Figliuolo divenne incarnato, fossero conosciuti e celebrati in tutte le età, Colui che comandò di santificare il settimo giorno, in memoria della creazione, e d’osservare il 15 di Nisan la Pasqua, in commemorazione della liberazione d’Israele dall’Egitto, non avrebbe Egli distinto quel giorno in modo da rendere impossibile per i cristiani ogni disputa in proposito? E chi ne potrà dubitare?
In mancanza di un ricordo preciso proveniente da Dio, tutte le ricerche hanno fine in semplici congetture e conseguentemente il volere imporre l’osservanza di un giorno speciale in commemorazione della natività del Signor Gesù Cristo é una vera ordinanza umana.
Lo Spirito Santo ci rivela nella Scrittura solo ciò che è importante per l’uomo peccatore: La morte Giov. 3:16 “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non per isca, ma abbia vita eterna”; e La Sua resurrezione Rom.8:11, 34 “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi… Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”; Atti 3:14-15 “Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti. Di questo noi siamo testimoni”.
    È UNA FESTA PAGANA

In un trattato dell’anno 243 é indicato come giorno natalizio di Cristo il 28 Marzo.
Altre date della nascita di Cristo sono il 2 Aprile (secondo Ippolito); il 19 Aprile ed il 20 Maggio.
Le ultime sono: il 6 Gennaio (secondo Clemente Alessandrino; solo gli Armeni sembra che stabiliscano ancora la nascita di Cristo per il 6 Gennaio). Fu solo intorno al 325-354 che a Roma si stabilì nettamente la festa liturgica del natale al 25 Dicembre, la decisione fu presa per motivo teologico: quest’ultima data era una festa pagana di Mitra dedicata al “dio Sole e si festeggiava il dio sole con giochi nel circo e con grande afflusso in Roma di gente da tutto l’Impero.
L’imperatore Aureliano (270-275 d.C.) diede molta importanza al culto del sole e, nel 274, dichiarò il 25 dicembre natale del Sole Invitto.
L’imperatore Costantino sostituì la festa del dio Sole stabilendo che per il 25 dicembre si festeggiasse la nascita di Cristo, pensando di sconfiggere e soppiantare i vecchi culti.
Nel corso del IV sec. questa data andò acquistando credito, ma le feste pagane di questi uomini erano troppo radicate nel costume popolare per essere abolite dall’influenza del Cristianesimo…
La festa pagana, con le sue baldorie e gozzoviglie, era talmente popolare per i cristiani che furon ben contenti d’aver trovato una scusa per perpetuare la celebrazione con pochi cambiamenti sia nello spirito, sia nell’usanza (N.B. qui si parla di cristiani, non si deve intendere i veri seguaci di Cristo, ma coloro che una volta erano pagani e dopo la simulata conversione di Costantino, accettarono la nuova religione di stato: il Cristianesimo).
Così per quei pagani che si convertivano al cristianesimo si trovò la scusa necessaria per cominciare a considerare la loro festa pagana del 25 Dicembre (giorno natale del dio sole), come se fosse, il giorno natale del Figlio di Dio.
Fu Cosi che il Natale si infiltrò gradatamente nel mondo occidentale. E nel 534 d. C. il vescovo di Roma proclamò il 25 Dicembre anniversario della nascita di Cristo.
Siberio ordinò ai fedeli di celebrare questo giorno per ricordare la natività di Gesù.
Possiamo chiamarla o definirla come vogliamo ma rimane sempre la vecchia festa pagana in onore del Sole!L’unico cambiamento sta nel fatto che lo chiamiamo il natale di Gesù anziché “natale dell’invincibile Sole”. Noi possiamo chiamare un coniglio con il nome di leone, ma sempre un coniglio rimane.
In seguito, per questa data del 25 dicembre i falsi ministri di Dio fecero fare dagli artefici delle piccole sculture di gesso o di altra materia e tra queste una raffigurante il “Bambino Gesù”… Così questi falsi dottori portarono un piccolo simulacro alla bocca degli uomini per farlo baciare, dando falsamente a credere che rappresenta il bambino Gesù. A questo riguardo l’apostolo Paolo dice: 2 Corinti 5:16 “Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così”.

    ORIGINE DEL NATALE:

Nimrod, nipote di Cam, che a sua volta era uno dei tre figli di Noè, fu il fondatore del sistema babilonese. Quest’uomo edificò la torre di Babele, la città originale di babilonia, l’antica Ninive. Nimrod, in ebraico, deriva da MARAD. che significa “si ribellò”. Da molti scritti antichi, si apprende molto su questo uomo che iniziò la grande apostasia che avrebbe poi dominato il mondo fino ad oggi.
Nimrod era così malvagio e perverso che sembra abbia sposato la sua stessa madre, il cui nome era Semiramis. Dopo la morte prematura di Nimrod, la sua cosiddetta moglie-madre Semiramis, propagò la dottrina malvagia della sopravvivenza di Nimrod come essere spirituale, che appariva ogni anno (il 25 dicembre) in un albero sempreverde, lasciando dei doni su di esso.
Furono queste le origini del cosiddetto “Albero di Natale”. Nel corso delle generazioni successive, la tradizione babilonese trasformò Nimrod in un falso Messia, il “Figlio di Baal”, il “dio Sole”.
Nel sistema babilonese, La “Madre e il bambino” (Semeramis e Nimrod) divennero poi il principale oggetto di adorazione.
In seguito tale venerazione si sparse in tutto il mondo, entrando a fare parte di culture diverse si cambiarono solo i nomi:

In Egitto, la madre e il bambino divennero “Iside e Osiride”;
In Asia “Cibele e Attis”;
Nella Roma pagana “Fortuna e Giove fanciullo”.
Anche in Grecia, Cina, Giappone e perfino nel Tibet esisteva tale usanza, molto tempo prima della nascita
di Gesù Cristo.
    NON E VERO MA CI CREDO

Leggendo in una rivista italiana di arredamento, l’autrice di un articolo sul Natale, Alma Lanzani scrive:

“Il Natale, così come lo viviamo in quest’ultimi anni, non è poi molto diverso dalle antiche feste pagane che lo hanno generato”.
Con competenza, l’autrice descrive le tradizioni, le magie che si tramandano da millenni racchiuse in quelle “piante natalizie” che per la cristianità e ahimè, forse, per tanti credenti evangelici, sono ormai state accettate inconsapevolmente nella loro vita cristiana in queste occasioni di festa.
Contro il male “la forza del rosso”: Usiamo il colore rosso a volontà nei giorni di festa. Tovaglie, vestiti, giarrettiere, carta da regalo. Catalizzeremo così le energie positive, allontanando gli influssi maligni. Questo colore infatti è simbolo di vitalità e richiama la forza del sole, dell’amore, della passione.
La fortuna in tavola: questi gli ingredienti essenziali per un menù natalizio che porti fortuna ed esorcizzi i guai:
 Pesce: porta salute, prosperità e benessere.
 Un primo con ripieno: a scelta tra ravioli, tortellini, ancora più benefici se preparati in casa.
 Un volatile: tacchino o cappone, oca o gallina. Favoriscono l’armonia in famiglia ed il benessere dello spirito. È per via delle ali che rappresentano l’anima e il pensiero.
 Frutta secca, torrone e panettone: simboleggiano i lati dolci della vita, quelli che portano salute, prosperità e danaro.
Contro gli spiriti maligni:
 L’agrifoglio: porta in casa benessere e felicità e protegge contro le influenze negative, rinsalda i rapporti affettivi.
 Le dodici notti sante: nelle notti tra il 26 dicembre ed il 6 gennaio si ritiene che le streghe tentino di insidiare la nostra casa. Appendiamo dunque alla finestra un ramo d’alloro e qualche testa d’aglio. Chi ha un giardino può accendere un fuoco vivace e scoppiettante: si dice infatti che le streghe odino tutto ciò che rallegra la vita.
 Pane e latte: nelle dodici notti sante si aggirano anche degli spiriti inquieti: per loro lasciamo fuori dalla porta o sul davanzale una ciotola con pane e latte.
 Profumi propiziatori: per procurarci gioia e salute facciamo bruciare bucce di mandarini o di arancio acquistiamone le essenze.
 Campanelle: usatissime in Oriente e diffuse in tutto il mondo, si ritiene che con il loro tintinnio mettano in fuga le presenze maligne.

 

Albero di Natale
L’ALBERO DI NATALE
Oltre all’albero sempreverde di Nimrod. anche in altri popoli pagani germaniciusavano decorare le loro case con piante sempreverdi che consideravano come sede degli spiriti della vita e della fecondità e con rami di agrifoglio ricchi di bacche rosse in onore degli spiriti della foresta, usanza ancora oggi viva in molte province francesi, svizzere e tedesche.
La vigilia di Natale, si appendevano ramoscelli di agrifoglio nelle case e nelle stalle allo scopo di allontanare i sortilegi.
L’azione era duplice: da un lato rappresentava la sopravvivenza delle piante e la speranza della loro rinascita; dall’altro, grazie alle spine, scacciava gli spiriti maligni.

Infatti, alcune di queste piante sempreverdi come il pungitopo e il vischio, non soltanto erano vitali nelle gelide stagioni invernali, ma producevano perfino dei frutti a riprova della loro fertilità. Questi alberi o arbusti, erano, quindi decorati con luci e fronzoli diversi. Ad esempio:
 I Druidi, sacerdoti degli antichi popoli celtici, i quali abitavano soprattutto nel moderno Galles, in Gran Bretagna, adornavano, nel periodo di fine anno i rami di questi alberi con mele decorate.
 I Romani credevano che l’agrifoglio, piantato presso una casa, la proteggesse dai malefici.
Cosa ci dice la Bibbia a tal proposito? leggiamo in Geremia 10:2-6 “Così parla il SIGNORE: “Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura. Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia; lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova. Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene”. Non c’è nessuno pari a te, SIGNORE; tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome”

Babbo Natale A riguardo del babbo natale è paradossale poi che, durante il resto dell’anno i genitori puniscono i figli per aver detto delle bugie. Poi a Natale, essi stessi dicono ai loro figli questa bugia in merito a Babbo Natale.

IL VISCHIO
Oltre all’uso citato sopra a proposito del vischio, gli antichi pagani usavano il vischio nella notte che commemorava la morte del, “Vecchio Sole” e la nascita del nuovo nel solstizio d’inverno (25 dicembre) perché ritenevano fosse sacro al sole, a motivo del suo potere magico guaritore. Le attuali popolazioni nordiche, discendenti dai Celti che l’avevano portata alla gloria degli altari, l’hanno sempre ritenuta frutto di misteriose forze celesti. Veniva raccolto la prima notte dell’anno con un falcetto d’oro dal capo dei Druidi e
lo si lasciava cadere su un lenzuolo di lino immacolato, poiché, si diceva, toccando il suolo avrebbe perso i suoi poteri magici. Poi, seguiva il sacrificio di due torelli bianchi, le vergini vestite di bianco portavano il vischio verso l’acqua lustrale raccolta in un bacile con cui si aspergeva la folla, augurando pace, amicizia e buona salute.
Nel medioevo, guaritori e streghe preparavano elisir d’amore e pozioni magiche medicamentose con il vischio. I rami della pianta, infine, accuratamente essiccati e trattati con opportuni riti contro il malocchio, si conservano tutto l’anno nelle abitazioni, per tenere lontano gli spiriti malefici del diavolo. Quest’ultima usanza non è stata dimenticata: alla fine dell’anno il vischio compare nelle vetrine dei fiorai, ed è un regalo propiziatorio che gli amici più superstiziosi accettano volentieri.
Vischio
IL PRESEPE
Natività
La rappresentazione del presepe che ha luogo nella Chiesa in occasione del Natale non ha nessun fondamento biblico, si rifà a S. Francesco d’Assisi che secondo la tradizione ideò a Greggio nel 1223 il primo presepe.
Dice l’enciclopedia cattolica che: “La presenza del bue e dell’asino si deve ad un’erronea interpretazione di Isaia 1:3 e di Abacuc 3:2 (Versione “Itala”).
“È evidente che questa rappresentazione, pur avendo un valore artistico e folcloristico è in contrasto con l’insegnamento divino espresso nella Bibbia al 2° comandamento (Esodo 20:3-5 “Non avere altri dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta genera
zione di quelli che mi odiano”), ancora nel N.T. é scritto: Atti 17:29 “Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall’arte e dall’immaginazione umana”.
I DONI
Anche questo scambiarsi dei doni non é biblico. Molti si rifanno a dopo la nascita di Gesù ai doni portati dai “Magi” Mat. 2:2-11. Se leggiamo attentamente notiamo che: i magi non presentarono i doni per il compleanno, perché giunsero svariati giorni dopo. Non fu d’esempio affinché anche noi ci scambiassimo dei doni; i Magi offrirono dei doni a Lui non ai loro amici o parenti.
Fra i Popoli orientali. é consuetudine che nessuno si presenti davanti ad un Re o un gran personaggio senza avere un dono da presentare in segno di rispetto.
La verità é che i Magi non istituirono una nuova tradizione natalizia di scambiarsi dei doni a vicenda per onorare il giorno natale di Cristo, essi stavano seguendo l’antico
Doni
costume orientale, si presentarono a Colui che era nato “Re dei Giudei” con dei doni, come fece anche la Regina di Seba, quando portò dei doni a Salomone.
STRENNE

Le strenæ (eacute;trennes) del 1 gennaio romano (fortemente condannato da Tertulliano, de Idol., XIV y X, a da

Strenne
Massimo di Torino, Hom. el CIII, de Kal. gentil., en P.L., LVII, 492, ecc.). Purtroppo quello che sembra la festa più cristiana dell’anno non è altro che un insieme di festeggiamenti che per la Roma pagana cominciavan il 17 Dicembre con i Saturnali, feste in onore del dio Saturno, e culminavano nella notte di S. Silvestro che si celebra il 1° Gennaio.

 

Descrive il Cattabiani:
“Durante le feste ci si scambiavano come doni candele e statuette di argilla mentre era permesso il gioco d’azzardo e i ruoli sociali s’invertivano; lo schiavo diventava padrone e il padrone serviva per gioco, come a Carnevale. Quell’atmosfera scherzosa e persino orgiastica simboleggiava la fine dell’anno vecchio che si disintegrava nel caos da cui si sarebbe formato l’anno nuovo, celebrato il primo di Gennaio, quando i Romani si scambiavano come porta fortuna doni augurali, detti “strenae”. Originariamente erano dei rametti d’alloro, simbolo del sole, che in quei giorni cominciava nuovamente a ricrescere sull’orizzonte dopo la “morte”‘ invernale del solstizio (22 dicembre).
Stando alla leggenda, fu per primo un re sabino, Tito Tazio, a chiedere ai suoi sudditi, per Capodanno l’omaggio di un ramo di alloro o di ulivo colto in un boschetto sulla via Sacra consacrato a una dea di origine sabina, Strenia, apportatrice di fortuna e felicità: da qui l’origine delle “strenne”.
Questa usanza si propagò gradualmente anche tra i cittadini di Roma e dell’impero e più tardi venne assorbita dalla tradizione cristiana e dalle sue festività di Natale, Capodanno, Epifania, o anche localmente, da S. Lucia e S. Nicola che sostituiscono le antiche feste pagane nel medesimo periodo dell’anno.
Oggi si chiamano “strenne” proprio quei doni di vario genere che sono diventate per la cristianità le strenne natalizie.

    SOTTILI FORME CHE POSSONO COINVOLGERE I CREDENTI NELLA TRADIZIONE NATALIZIA

    AUGURIIn questo periodo dell’anno il mondo intero si prepara a festeggiare il Natale anticipando gli auguri. Leggiamo in Marco 7:8 “Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini,” questo era l’atteggiamento tipico dei farisei. Il credente non solo non deve contraccambiare questi tipi di auguri ma li deve proprio rifiutare (Colossesi 2:8 “Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo”).

    PREPARATIVI: Ricchi e poveri si affaticano in mille modi per la buona riuscita di quel giorno.
• Il Ricco stolto, fece dei preparativi sbagliati (Luca 12:16-21).Il credente deve prepararsi per qualcosa di più grande.
• Noè, uomo di Dio preparò un’arca di salvezza per la propria famiglia (Ebrei 11:7).
• Noi vogliamo prepararci per l’incontro del nostro Sposo (Matteo 24:44Apoc. 19:7).

    DONI: Settimanali, quotidiani, riviste, mass media e vetrine di negozi lasciano spot pubblicitari in maniera pressante. La mente dell’uomo computerizza questo messaggio tanto da renderlo privo di ogni volontà (Isaia 1:23 “I tuoi prìncipi sono ribelli e compagni di ladri; tutti amano i regali e corrono dietro alle ricompense; non fanno giustizia all’orfano, e la causa della vedova non giunge fino a loro”; 1 Sam. 8:1-3 “Quando Samuele divenne vecchio, nominò i suoi figli giudici d’Israele. Suo figlio primogenito si chiamava Ioel e il secondo Abia; essi esercitavano la funzione di giudici a Beer-Seba. I suoi figli però non seguivano le sue orme, ma si lasciavano sviare dall’avidità, accettavano regali e pervertivano il giudizio”; 2 Re 5:25-27 “Poi andò a presentarsi davanti al suo signore. Eliseo gli disse: “Da dove vieni, Gheazi?” Egli rispose: “Il tuo servo non è andato in nessun luogo”. Ma Eliseo gli disse: “Il mio spirito non era forse presente laggiù, quando quell’uomo si voltò e scese dal suo carro per venirti incontro? È forse questo il momento di prendere denaro, di prendere vesti, e uliveti e vigne, pecore e buoi, servi e serve? La lebbra di Naaman s’attaccherà perciò a te e alla tua discendenza per sempre”. Gheazi uscì dalla presenza di Eliseo, tutto lebbroso, bianco come la neve”).
Ricordiamoci che Dema fu attratto dal presente secolo e ne rimase vittima (2 Timoteo 4:10).

    QUALE ATTEGGIAMENTO DEVE ASSUMERE IL CREDENTE?

SPRECO ECONOMICO: L’aspetto religioso del Natale rimane soltanto esteriore mentre la realtà rientra in un vero e proprio giro di affari. Lo spreco si fa strada nell’acquisto dei famosi addobbi, di nuovi vestiti, nuove macchine, prodotti alimentari, bevande in misura eccessiva e così via.

Scrive un pastore evangelico:
“In questo periodo il dio-consumismo sta per essere adorato, come ogni anno, con un ampia varietà di riti sacri. Il suo sacerdote (la pubblicità televisiva e stampata) ha già da tempo chiamato a raccolta i suoi fedeli con immagini attraenti e un linguaggio seducente. “Non rinunciare compra! Non risparmiare, spendi!” sono i suoi comandamenti più ascoltati. Questo sacerdote é diventato ormai compagno abituale del nostro cammino e , se un giorno dovessimo decidere di percorrere una strada diversa dalla sua, lo faremmo probabilmente non per la fede in valori migliori, ma soltanto per mancanza di denaro. Il sacerdote-pubblicità non manca di offrirci immagini di valori (serenità, gioia) ed atmosfere cariche di buoni sentimenti, ma non ci troviamo mai davanti al reale, sempre davanti all’artefatto. Lo stesso sacerdote, unico mediatore fra l’uomo e l’oggetto-dio desiderato, usa senza scrupoli il segno di Cristo per i suoi scopi: parla di festa cristiana, usa simboli cristiani. Così tutti coloro che si dicono “cristiani” saranno tranquilli, perché avranno in qualche modo ricordato Cristo, anche se in realtà il loro comportamento ne contraddice l’opera e il messaggio. All’uomo che insegue il miraggio dell’essere, però sempre molto più preoccupato dell’avere, si apre contemporaneamente la possibilità di essere (una nuova creatura, un figlio di Dio) e di avere (la vita eterna) e tutto questo in Cristo”.

La Parola di Dio ci istruisce ad utilizzare il nostro danaro nel miglior modo cioè:
 Per la casa di Dio — Esdra 1:4
 Programmi per la Comunità — Malachia 3:8
 Offerte per le missioni — Romani 10:14-15

    COME COMPORTARSI NELLA FAMIGLIA MISTA IL GIORNO DI NATALE?

• Il credente non deve partecipare: Efesini 5:11 “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele”.
• Deve resistere stando fermo nella fede: 1 Pietro 5:9.
• La promessa è rivelata dallo Spirito Santo nei fatti apostolici: Atti 16:31 “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia”.

    TUTTE QUESTE COSE RENDONO VERAMENTE ONORE A CRISTO?

Dopo queste considerazioni qualcuno dirà: “D’accordo ma che male c’é il celebrare il Natale? Non é forse una buona occasione per richiamare l’attenzione di tutti, credenti e increduli a ricordare Gesù ed onorarlo?” Non ci sarebbe nulla da obiettare a questa tesi, se la Sacra Scrittura, la Bibbia, rivelazione di Dio all’uomo, non avesse parlato tanto chiaramente al riguardo ordinando di evitare quanto é pagano ed inutile, ed invitando i cristiani fedeli all’Evangelo a condursi come ci riferisce Paolo in Efesini 5:8-11 “Perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità esaminando che cosa sia gradito al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele”.
Qualcun’altro afferma “Ma oramai lo fanno tutti!”
Anche nell’antica Roma si diceva “
vox populi, vox dei”. Anche Confucio diceva: “il cielo ode secondo come ode il popolo”.
Tutto quant’é tradizione e paganesimo é detestato da Dio, infatti Gesù stesso riprende duramente i religiosi del Suo tempo (Matteo 15:3, 6 “Ma egli rispose loro: “E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione?… Così avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione”; Marco 7:8 “Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini”).
Dobbiamo avere il sentimento di Paolo: “pronti ad esaminare ogni cosa e ritenere il bene” (1 Tess 5:21). Quel bene a cui il cristiano deve attenersi fermamente e che deve saper discernere (Eb. 5:12-14 “Infatti, dopo tanto tempo dovreste già essere maestri; invece avete di nuovo bisogno che vi siano insegnati i primi elementi degli oracoli di Dio; siete giunti al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido. Ora, chiunque usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è bambino; ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male”). Di conseguenza è chiamato a condursi, a prò della verità, in modo degno del Signore, così da piacere non agli uomini, ma a Dio in ogni cosa. (Gal. 1:10 “Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo”; Col. 1:10 “perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio”).
Molti ribadiscono: “Ma anche se le cose stanno Cosi, anche se il Natale è una tradizione pagana in onore di un falso dio Sole, noi non l’osserviamo più per onorare il falso dio, ma per onorare Cristo”.
Ecco cosa dice Dio nella Sua Parola: Deuteronomio 12:30-31 “Guardati bene dal cadere nel laccio seguendo il loro esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dall’informarti sui loro dèi, dicendo: “Come servivano i loro dèi queste nazioni? Anch’io voglio fare lo stesso”. Non farai così riguardo al SIGNORE tuo Dio, poiché esse praticavano verso i loro dèi tutto ciò che è abominevole per il SIGNORE e che egli detesta; davano perfino alle fiamme i loro figli e le loro figlie, in onore dei loro dèi”; Giov. 4:24 “Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità”; Giov. 17:17 “Santificali nella verità: la tua parola è verità”.
Gesù ancora ci dice: Matteo 15: 9 “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d’uomini”; l’osservanza del Natale é una tradizione degli uomini e i comandamenti di Dio che abbiamo citato lo proibiscono.
Obiettivamente e coerentemente con l’insegnamento della Parola di Dio non possiamo, quindi accettare le tradizioni umane, in quanto desideriamo continuare ad essere saldi nella verità rivelataci da Cristo, nostro Signore, nella Bibbia, ancorati nella fede (Giuda 3 “Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre”).
Poiché siamo il tempio dello Spirito Santo non ci contamineremo con il paganesimo di questo mondo (1 Cor. 3:16-17; 2 Cron. 29:5 “Ezechia fece ciò che é buono agli occhi dell’Eterno… disse loro: “Ascoltatemi, o Leviti! Ora santificatevi, e santificate la casa del SIGNORE, Dio dei vostri padri, e portate fuori dal santuario ogni immondezza”), tantomeno contamineremo la casa di Dio “luogo di culto”. Oggi più che mai l’appello del nostro Dio risuona per quanti prendono alla leggera gli impegni sacri (Isaia 48:20 “Uscite da Babilonia, fuggite lontano dai Caldei!”).
Chi partecipa alle opere infruttuose delle tenebre corre frettolosamente al male (Prov. 6:16-19). Ricordiamoci che non siamo stati salvati per tradizione ma per mezzo del sacrificio sublime di Cristo come d’Agnello senza difetto né macchia (1 Pietro 1:18).

    IL VERO SIGNIFICATO

In realtà é difficile scorgere nella maggioranza delle persone che festeggiano il Natale un atteggiamento di devozione a Dio per ringraziarlo per aver mandato il Suo Figliuolo ad incarnarsi.
Invece il vero Natale é per il credente il giorno in cui Gesù nacque nel suo cuore, quello della salvezza. Grazie a Dio non é il caso di ricordarsene una volta l’anno e soprattutto gozzovigliando ed ubriacandosi.
Secondo la Parola di Dio il vero significato del Natale é in relazione alla pace. Nell’Evangelo della natività c’é l’eco della speranza della pace. Nei tre cantici pronunciati per l’occasione é evidente:
 Quello di Zaccaria (Luca 1:76-79);
 Quello degli angeli (Luca 2:14);
 Quello di Simeone (Luca 2:29).
Isaia profetizzò del Natale di Gesù (Is. 9:5) é evidente che “Egli é la nostra pace“.
Molti preferiscono essere abbagliati dai tanti profeti-sacerdoti di questo mondo, trascurando o dimenticando il vero messaggio di quel “bambino fasciato e coricato nella mangiatoia“.

 

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