Le macchinazioni di Satana di George Whitefield

George Whitefield

“Affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo i suoi disegni” (2 Corinzi 2:11).

 

Il contesto di queste parole era il seguente: nella chiesa di Corinto c’era un infelice che aveva commesso incesto; una immoralità tale che non si trovava neppure fra gli stranieri, al punto di prendere la moglie di suo padre (1 Corinzi 5:1). Quest’uomo, forse per le sue ricchezze, potere o altre simili ragioni, come accade per molte persone famose oggigiorno, non era stato censurato dalla chiesa. Paolo, dunque, nella sua prima epistola, li rimprovera severamente per la loro mancanza di disciplina, e comanda, “nel nome del Signore Gesù, essendo insieme riuniti loro e il suo spirito, con l’autorità del Signore Gesù, che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù” (cfr. 1 Corinzi 5:4); sarebbe stato, cioè, afflitto da qualche malattia. I Corinzi, ubbidendo all’apostolo come figli a lui cari, non appena ebbero ricevuto tale rimprovero, si sottomisero ad esso, e allontanarono quell’uomo immorale dalla chiesa.

Ma, mentre si stavano sforzando di correggere lo sbaglio fatto, si trovarono infelicemente a commetterne un altro: mentre prima avevano fatto finta di niente, ora erano verso costui eccessivamente severi e pieni di risentimento. L’apostolo, allora, in questo capitolo, riprova tale comportamento, e scrive loro che “basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza”, affinché non dovesse arrivare a dire come Caino: “il mio castigo è troppo grande perché io lo possa sopportare” (Genesi 4:13); o, per usare le parole dell’apostolo, “perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza” (2 Corinzi 2:7). Avendo dato prova del loro pentimento, essi dovevano ora perdonare quell’uomo, confermandogli il loro amore verso di lui, e ristorarlo con spirito di umiltà. “Affinché non siamo raggirati da Satana” (che ora tormentava l’uomo, tentando di portarlo alla disperazione); “infatti non ignoriamo i suoi disegni”; cioè, presentandogli falsamente il Signore come spietato e crudele, avrebbe cercato di spingerlo a bestemmiare il Suo santo nome.
“Infatti non ignoriamo i suoi disegni”: conosciamo molto bene quanti subdoli mezzi egli usa per far allontanare e ingannare gli sprovveduti.

Questo era, dunque, il significato dei versi che abbiamo letto; dato che Satana ha molti mezzi a sua disposizione, e la sua faretra è piena di altri dardi avvelenati, oltre a quelli che egli ci scaglia contro per portarci alla disperazione, cercherò di spiegarvi quanto segue: per prima cosa, parlerò brevemente di quello che dobbiamo sapere sull’avversario; e per seconda cosa, cercherò di illustrarvi di quali mezzi egli si avvale per allontanare i credenti da Cristo, e di come evitare che questo possa accadere.

Innanzi tutto, chi è l’avversario?
La parola Satana, infatti, nel suo significato originale, significa “avversario”; ed è uso comune usarla per riferirsi al capo dei demoni, che, per aver cercato di essere uguale a Dio, fu scacciato dal cielo, e ora insieme alle potenze infernali, va “attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8). Sentiamo parlare di lui subito dopo la creazione, quando, nella forma di serpente, è in attesa di ingannare i nostri progenitori. Viene chiamato Satana nel libro di Giobbe, dove apprendiamo che “i figli di Dio andarono a presentarsi davanti all’Eterno e in mezzo a loro andò anche Satana” (Giobbe 1:6). Leggiamo anche nel libro delle Cronache, che Satana “istigò Davide a fare il censimento d’Israele” (1 Cronache 21:1). Nel Nuovo Testamento, poi, lo troviamo sotto un nome diverso; a volte viene chiamato il Maligno, perché lui stesso è il male, e ci tenta per farci commettere il male. A volte, è chiamato “il principe delle potestà dell’aria”; e ancora, “lo spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza” (Efesini 2:2), perché egli domina sull’aria, e sul mondo intero: e tutti quelli che non sono nati da Dio, giacciono nel maligno (cfr. 1 Giovanni 5:19).

Egli è un nemico verso Dio e tutto ciò che è bene; odia ogni sorta di verità. Per quale altro motivo avrebbe calunniato Dio in paradiso? Perché disse a Eva, “voi non morrete affatto” ? E perché promise di dare tutti i regni del mondo, e la loro gloria, a Gesù Cristo, se Egli si fosse prostrato e l’avesse adorato?

Satana è pieno di malizia, invidia e desiderio di vendetta: quale altro motivo lo avrebbe indotto a molestare l’uomo innocente in paradiso, incitandolo alla ribellione? E perché non smette mai di cercare di distruggere noi, che non gli abbiamo fatto nulla di male?

Egli è un essere di grande potenza, come vediamo quando cercò di instillare nella mente del nostro benedetto Signore Gesù il pensiero dei grandi regni del mondo e della gloria che gli avrebbe offerto; oppure quando trasportò il santo corpo di Gesù sul pinnacolo del tempio; o ancora quando fece precipitare un branco di porci dal dirupo nel mare. Indubbiamente il nemico è potente, e non dubito che per poter usare la sua forza debba essere prima autorizzato da Dio.

Ma quello che notiamo maggiormente sono i suoi modi subdoli: per poterci avere nelle sue mani pur non essendo autorizzato dal Signore, per poterci prendere con la forza, è obbligato ad attendere che le opportunità ci tradiscano, in modo da catturarci tramite la colpa. In tempi remoti fece uso del serpente, la bestia più subdola della terra, per tentare i nostri progenitori; e allo stesso modo nel Nuovo Testamento è scritto che “non c’è verità in lui; quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44); e nei versi che abbiamo esaminato, l’apostolo dice che “non ignoriamo i suoi disegni”: implicando quindi che siamo più in pericolo di essere sedotti dalle sue astuzie, che di essere schiacciati dalla sua forza.

Da questa breve descrizione di Satana, possiamo facilmente giudicare di chi sono figli coloro che amano mentire, imprecare, calunniare, e coloro i quali hanno cuori pieni di orgoglio, subdolezza, malizia, invidia, vendetta, asprezza e mancanza di carità. Certamente il loro padre è Satana: perché conoscono bene il suo modo di essere, e praticano le sue opere. Ma se potessero guardarsi per quello che sono, o vedere realmente chi è Satana, sarebbero terrorizzati e aborrirebbero se stessi nella polvere e nella cenere.

Ma la giustizia di Dio nel lasciare che siamo tentati è confermata da queste considerazioni: che noi siamo in uno stato di disordine morale; e che Egli ha promesso che non saremo tentati oltre le nostre forze, ma con la tentazione ci darà anche la via d’uscirne (cfr. 1 Corinzi 10:13); e non solo, perché a chi sopporta la prova il Signore ha promesso la corona della vita (cfr. Giacomo 1:12).

Gli stessi santi angeli, a quanto pare, furono messi alla prova per vedere se sarebbero stati fedeli o meno. Il primo Adamo fu tentato, anche in paradiso. E Gesù Cristo, il secondo Adamo, sebbene fosse un figlio, fu portato, quale nostro rappresentante, dallo Spirito Santo nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E non c’è un solo santo in paradiso, tra tutti i devoti profeti, i gloriosi apostoli, il nobile esercito di martiri, e gli spiriti di uomini e donne giusti santificati dal Signore, che, sulla terra, non furono assaliti dagli attacchi dei dardi infuocati del maligno, il diavolo.

È stato il destino comune di tutti i figlio di Dio, e degli angeli, e ancor di più, dello stesso Figlio di Dio, perciò non pensiamo di esserne dispensati: no, ma saremo resi perfetti vincendo le tentazioni. E, dunque, dato che non possiamo non essere tentati, a meno di non cambiare la nostra natura umana, invece di lamentarci per la nostra condizione, dovremmo piuttosto chiederci quali sono i momenti in cui Satana cerca di assalirci maggiormente, e quali sono i mezzi che usa comunemente per “raggirarci”.

Come prima cosa ci domanderemo, in quale momento dell’arco della nostra vita? La mia risposta è che dobbiamo aspettarci tentazioni, in un modo o nell’altro, in ogni momento della nostra vita. Trattandosi di battaglie spirituali, non dobbiamo mai aspettarci un attimo di pausa da parte del nostro avversario, il diavolo, o pensare che il nostro combattimento contro di lui sia concluso, prima del momento in cui chiuderemo gli occhi e renderemo lo spirito al nostro benedetto Signore.

Ma il momento della nostra conversione, quando per la prima volta ci accostiamo al Signore, è uno dei momenti più critici in cui l’avversario cerca di assalirci con violenza, in quanto sa che se dovesse riuscire a non farci decidere di vivere per il Signore, potrà tenerci suoi schiavi, legati al mondo e alle sue passioni; siamo dunque vigilanti per servire il Signore e resistere alla tentazione.

Passerò ora alla seconda domanda che mi ero proposto di rispondere, ed elencherò i mezzi usati dal nemico dal momento della nostra prima conversione per avere un vantaggio su di noi. Prima però lasciatemi dire che quello che mi accingo a dire si applica solo a quei credenti che stanno vivendo una vita nuova secondo i comandamenti del Signore; e non ai “quasi Cristiani” carnali, che hanno l’apparenza della santità, ma non l’hanno mai sperimentata nei loro cuori.

Premesso questo, il primo mezzo di cui voglio parlarvi, tra quelli di cui si serve il nemico, è quello di portarci alla disperazione.

Quando Dio Padre risveglia un peccatore tramite la legge, e lo Spirito Santo lo convince del suo peccato, per portarlo a Cristo, e gli mostra la necessità di un Redentore, in quel momento Satana di solito si intromette, e cerca di aggravare quelle dichiarazioni di colpevolezza a un punto tale da far dubitare al peccatore di trovare misericordia tramite il Mediatore.

Infatti, in tutte le tentazioni lanciate contro il santo Signore Gesù, il nemico gli chiedeva in continuazione se era il Figlio di Dio. “Se tu sei il Figlio di Dio” fa’ questo e questo. Con molti avvilenti pensieri come questo, senza dubbio, l’avversario riempì il cuore di san Paolo, quando questi stette tre giorni senza mangiare né bere, e quindi parla per esperienza quando dice, nei versi del testo che abbiamo letto, “non ignoriamo i suoi disegni”, nel senso che avrebbe cercato di portare alla disperazione la persona che aveva commesso incesto.

Ma non fatevi influenzare da lui, e non disperate di non poter più trovare misericordia. Poiché non la grandezza o il numero dei nostri crimini, ma l’impenitenza e l’incredulità, che ci porteranno alla rovina: no, quand’anche i nostri peccati fossero in numero maggiore dei capelli della nostra testa, o di un colore più luminoso dello scarlatto più acceso, i meriti della morte di Gesù Cristo sono infinitamente superiori, e la fede nel Suo sangue li renderanno bianchi come la neve (cfr. Isaia 1:18).

Perciò, rispondete sempre alle sue insinuazioni avvilenti come fece il vostro Benedetto Signore, con “È scritto”. Ditegli che sapete che il vostro Redentore vive sempre per intercedere per voi (cfr. Ebrei 7:25); che il Signore ha ricevuto da Lui il doppio per tutti i vostri crimini: e anche se avete molto peccato, non c’è ragione perché vi disperiate, ma solo che amiate molto, essendovi stato perdonato molto.

Un secondo mezzo che Satana è solito usare per raggirare i giovani convertiti da poco tempo, è tentarli ad avere una concezione di se stessi superiore a quella reale.
Quando una persona ha per un po’ di tempo assaporato le buone parole di vita, e ha provato la forza e la gloria del regno che verrà, solitamente è pervaso dalla gioia del cambiamento che è avvenuto nella sua vita. Allora Satana, in quei momenti, cercherà di gonfiare l’orgoglio di quella persona, illudendolo con un’alta concezione dei propri meriti, come se fosse più santo degli altri suoi fratelli in Cristo.

Siate attenti, dunque, e vigilate affinché non cadiate in questa trappola dell’avversario; poiché come prima dell’onore viene l’umiltà, così di solito uno spirito superbo precede una caduta; e Dio è obbligato, in simili circostanze, a lasciare che noi cadiamo, come successe a Pietro, affinché impariamo a non avere una concezione di noi stessi troppo elevata e non diventiamo superbi.

Per liberarci di ogni sorta di orgoglio spirituale, consideriamo allora che noi non abbiamo amato Cristo per primi, ma Lui ha amato noi dando la Sua vita per noi. Che non abbiamo nulla se non quello che abbiamo da Lui ricevuto. Che la grazia gratuita di Dio è l’unica cosa che ci differenzia dagli altri; e, se Dio volesse in un qualsiasi momento abbandonarci all’ingannevolezza dei nostri cuori anche solo per un momento, diverremmo deboli e malvagi, come gli altri uomini. Dobbiamo inoltre considerare, che essere orgogliosi della grazia è il modo più veloce per perderla. “Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili” (1 Pietro 5:5). E quand’anche ci fosse attribuita la perfezione dei serafini, se fossimo orgogliosi di tale perfezione, ci renderebbe più simili a demoni. Oltre tutto, dovremmo pregare seriamente l’Iddio Onnipotente, affinché impariamo da Gesù Cristo ad essere umili di cuore. Affinché la Sua grazia, distorta dalla subdolezza e dall’ingannevolezza di Satana, non diventi il nostro veleno; ma che possiamo sempre pensare con sobrietà a noi stessi.

Un terzo mezzo che Satana utilizza di solito per ottenere un vantaggio su di noi è tentarci portandoci a provare disagio, e ad avere pensieri duri verso Dio, quando attraversiamo periodi di aridità spirituale e in cui preghiamo poco.
Anche se questo termine non è compreso dall’uomo naturale, chiunque tra voi sia passato per le doglie della nuova nascita saprà bene cosa intendo quando parlo di aridità spirituale. E non dubito che molti di voi ci stiano passando anche ora.

Quando le persone vengono risvegliate per la prima volta alla vita divina, poiché lo spirito è forte ma la carne è debole, spesso Dio si compiace di concedere loro qualche straordinaria illuminazione del Suo Santo Spirito; ma quando essi crescono spiritualmente e diventano uomini e donne più perfetti in Cristo, allora spesso il Signore sembra lasciarli a se stessi; e non solo, ma permette che una terribile aridità e timore li vincano; e in quei momenti Satana non cercherà altro che vessarli e tentarli ad essere impazienti, portando grande sconforto alle anime loro.

Ma non temete; perché questa non è altro che la via per la quale, prima di voi, è passato il vostro benedetto Redentore, l’Agnello senza macchia di Dio: guardate la sua triste agonia nel giardino del Getsemani, quando la sua anima era in agonia, oppressa da tristezza mortale (cfr. Matteo 26:38). Quando il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra; quando il senso della Divinità gli fu tolto; e a Satana, con ogni probabilità, fu concesso di usare tutti i terribili mezzi a sua disposizione contro di Lui.

Rallegratevi, dunque, fratelli miei, quando finite in simili circostanze, sapendo che siete partecipi delle sofferenze di Gesù Cristo (cfr. 1 Pietro 4:13; 2 Corinzi 1:7; Filippesi 3:10). Considerate che è necessario che tali prove interiori vengano, per svezzarci dal seguire Cristo con una fede basata solo sul sentimento e sull’emozione, in modo che impariamo a seguirLo con amore e in obbedienza. Con pazienza, dunque, vigilate sulle vostre anime, e non lasciatevi spaventare dalle intimidazioni di Satana. Perseverate nel ricercare Gesù e nell’ubbidirgli, anche se può essere doloroso, e sebbene per l’aridità dell’anima possiate essere tristi. Considerate che lo sposo è con voi, anche se dietro il velo; come era accanto a Maria, al sepolcro, sebbene lei non lo sapesse (Giovanni 20:15). Egli si è allontanato per poco tempo, affinché la Sua prossima visita sia ancor più gradita. Anche se ora può sembrarvi che Egli vi guardi con disapprovazione, come accadde alla donna Sirofenicia (cfr. Matteo 15:22), come lei, o come il cieco Bartimeo, gridate con tutto il cuore: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!” (Marco 10:46) ed Egli tornerà a voi, nel tempio, o spezzando il pane, o altrove.

Ma tra tutti i mezzi usati da Satana per ottenere un vantaggio su noi, non ce n’è nessuno più efficace, col quale affligge maggiormente i figli di Dio, del quarto mezzo di cui voglio parlarvi. Esso consiste nel turbare il credente con pensieri blasfemi, profani, increduli; e talvolta con una tale intensità, da essere paragonabile agli antichi strumenti di tortura.

Alcuni imputano tali malvagi pensieri a un qualche tipo di disordine mentale. Ma coloro che conoscono per esperienza la vita spirituale possono assicurarvi che, generalmente, tali pensieri procedono dal maligno, il diavolo; che, certamente, ha avuto il permesso dall’alto per causare disordini al corpo, come fece con quello di Giobbe, affinché, con maggior segretezza e successo, possa turbare, sconvolgere, e tormentare l’anima.

Voi che siete stati colpiti dai suoi dardi infuocati, potete testimoniare della verità di quello che dico, e per dolorosa esperienza testimoniare quante volte vi ha detto “maledici Dio e muori”, e ha scagliato contro di voi miriadi di pensieri blasfemi, anche nei momenti di preghiera più intimi e solenni; il cui solo ricordo fa tremare i vostri cuori.

Mi appello alle vostre coscienze; nessuno di voi, quando avete alzato le mani in preghiera, è stato infastidito da una moltitudine delle più orride insinuazioni, al punto che siete stati tentati di alzarvi dallo stare in ginocchio, e credere che le vostre preghiere fossero un’abominazione al Signore? O quando, con il resto dei vostri fratelli Cristiani, vi siete seduti attorno al tavolo per la santa cena, e avete preso tra le mani i sacri simboli del benedetto corpo e sangue di Cristo; e invece di ricordare la morte del vostro Salvatore, avete dovuto cercare di scacciare pensieri malvagi, come fece Abramo quando scacciò gli uccelli rapaci che erano venuti a divorare il suo sacrificio al Signore (cfr. Genesi 15:11). E siete stati terrorizzati, per il timore di aver mangiato e bevuto la vostra dannazione?

Ma non meravigliatevi, come se qualcosa di strano vi stesse accadendo; perché questo è accaduto anche agli altri figli di Dio. Leggiamo, anche ai tempi di Giobbe, che “un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana venne anch’egli in mezzo a loro” (Giobbe 1:6).

E non pensate che Dio sia adirato contro di voi per queste distrazioni, sebbene tanto blasfeme: no, Egli sa che non siete voi, ma Satana che opera in voi; nondimeno, il Signore certamente lo punirà, e avrà pietà di voi e vi ricompenserà. E anche se è difficile far credere ciò alle persone nelle vostre circostanze, io non dubito che siate ancor più accettevoli a Dio quando gli obbedite nel mezzo di tali involontarie distrazioni, che quando siete pervasi di gioia e devozione come se foste al terzo cielo; perché state soffrendo, e al tempo stesso fate la volontà di Dio, come i servi di Neemia durante la costruzione del tempio, che con una mano lavoravano, e con l’altra tenevano la spada. Non vi lasciate allontanare dalla comunione fraterna, dalla preghiera, e dalla lettura della Parola di Dio, a causa di questi pensieri abominevoli; perché concedereste a Satana di ottenere quel vantaggio su di voi che egli cerca. Infatti il suo scopo principale, con questi pensieri, è di farvi scadere dalla grazia, allontanandovi da Dio, e tentandovi affinché crediate che non piacete al Signore per nessun’altra ragione che perché non piacete a voi stessi. Perseverate piuttosto nella santa comunione con i fratelli specialmente, e non solo; e quando queste tentazioni avranno prodotto in voi quell’abbandono per il quale sono state permesse, Dio vi visiterà con nuove prove del Suo amore, come quando incontrò Abramo, quand’egli fu di ritorno dall’aver vinto cinque re; e manderà un angelo dal cielo, come fece con Suo Figlio, per darvi nuove forze.

Fin qui abbiamo osservato solo i mezzi che Satana usa per agire direttamente, di persona; ma c’è un quinto mezzo di cui vi parlerò, e che consiste nel tentarci tramite i nostri amici e parenti carnali.
Si tratta di uno dei mezzi più comuni, e anche dei più astuti, con il quale cerca di allontanare i giovani convertiti da Dio; infatti, quando non riesce a prevalere su di loro, cerca di farlo mediante l’influenza e la mediazione degli altri.

Perciò egli tentò Eva, affinché potesse tentare Adamo. Perciò mise in agitazione la moglie di Giobbe, affinché gli dicesse “maledici Dio e muori”. E perciò, attraverso la bocca di Pietro, cercò di persuadere il nostro benedetto Signore a “risparmiarsi”, a rinunciare alle sue sofferenze (cfr. Matteo 16:22-23), quelle sofferenze che Egli patì amorevolmente al posto nostro per risparmiarci il fuoco eterno della punizione per il peccato.

E perciò, in questi ultimi giorni, il nemico spesso spinge i nostri amici più influenti su di noi e le persone a noi più care a dissuaderci dal seguire la via stretta e angusta, che è l’unica che porta alla vita eterna. Ma il nostro benedetto Signore ci ha fornito risposte sufficienti a tutte le sue accuse. Coloro che tra voi sono risoluti a servire il Signore, dunque, siano vigilanti per resistere a simili tentazioni; perché è necessario che esse giungano, per provare la vostra sincerità, per insegnarci a rinunciare a noi stessi, e per vedere se siamo disposti ad abbandonare ogni cosa per seguire Cristo.

I modernizzatori del Cristianesimo cercano di persuaderci che il Vangelo è stato scritto duemila anni fa e dunque è valido solo per quel tempo; che ora non è necessario “odiare” il padre e la madre (cfr. Matteo 10:37), o essere perseguitati per la causa di Cristo e del Suo vangelo. Queste persone sbagliano; essi non conoscono le Scritture, né la forza della grazia di Dio nei loro cuori; perché chiunque riceve l’amore di Dio secondo verità, troverà che Cristo non è venuto a portare la pace sulla terra, ma la spada (cfr. Matteo 10:34 e seguenti). Il padre sarà contro suo figlio, la figlia contro sua madre, e “i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua”, ora come nei tempi andati; e se viviamo con devozione in Cristo Gesù, subiremo, ora come allora, persecuzioni e saremo ostacolati e respinti proprio da amici e parenti carnali.

Ma il diavolo ha anche un sesto mezzo, non meno pericoloso degli altri, che consiste nel non tentarci affatto, o meglio, nell’allontanarsi da noi per un po’, in modo da poterci piombare addosso con le sue tentazioni quando meno ce lo aspettiamo. Infatti è scritto che quando tentò Gesù Cristo, “il diavolo, dopo aver finito ogni tentazione, si allontanò da lui fino a un momento determinato” (Luca 4:13); e il nostro benedetto Signore ci ha comandato di essere attenti e di pregare sempre, affinché non entriamo in tentazione; implicando quindi che Satana, anche quando non ce lo aspettiamo, cerca sempre il modo di poterci divorare (cfr. 1 Pietro 5:8).

Se dunque vogliamo comportarci come buoni soldati di Gesù Cristo, dobbiamo stare sempre in guardia, e mai deporre le nostre armi spirituali che sono la preghiera e la sobria vigilanza, fino a quando il combattimento avrà termine con la morte; poiché, se deponiamo le nostre armi spirituali, ovvero, se manchiamo nella preghiera e nella sobria vigilanza, in breve tempo il nostro nemico spirituale prevarrà su di noi, come Amalek prevalse sugli Israeliti. Ci ha lasciato stare? È solo per un periodo; ma tra un po’, come un leone ruggente, tornerà con maggior furia per cercare di abbatterci. Poiché il diavolo è un tale codardo che raramente ci lascia dopo il primo attacco. Come con il nostro benedetto Signore, fece seguire una tentazione dopo l’altra, allo stesso modo tratterà i servi di Cristo. E la ragione per la quale egli non torna all’attacco è, a volte, che Dio sa che siamo ancora troppo deboli per fronteggiarlo, e altre volte, che il nostro avversario pensa di assalirci in un momento più conveniente per lui.

Bada con attenzione al tuo cuore, Cristiano; e se ti accorgi che la tua anima sta sprofondando in un sonno spirituale, dille, come Cristo ai Suoi discepoli, “Perché dormi? Alzati e prega” (cfr. Luca 22:46). Svegliati, svegliati; sii vigilante e prega, o i Filistei saranno su di te, e ti porteranno verso un luogo dove non vorresti andare. È forse questa vita un periodo per riposarsi e sonnecchiare? Alzati, e invoca il tuo Dio; il tuo nemico spirituale non è morto, ma si nasconde in luoghi segreti, in attesa dell’opportunità migliore per tradirti. Se smetti di sforzarti di combatterlo, smetti di essere un amico di Dio; smetti di seguire quella via stretta che porta alla vita.

Ho cercato dunque di tentare di elencarvi alcuni dei mezzi che il nemico è solito utilizzare per ottenere un vantaggio su di noi; senza dubbio, ne esistono molti altri usati altrettanto spesso. Ma di questi, a causa della mia giovane età e mancanza di esperienza, non posso ancora parlarvi; coloro che sono stati al servizio del Signore per molti anni, e hanno combattuto sotto il Suo vessillo contro il nostro Amalek spirituale, potranno scoprire altri dei suoi artifici; ed essendo tentati in ogni cosa come il resto della nostra fratellanza, possono consigliare e soccorrere quelli che sono tentati.

E ora, lasciatemi esortare i miei fratelli e soldati di Cristo più giovani che, come me, sono da poco giunti sul campo di battaglia, e per amore dei quali ho scritto queste parole, affinché non si scoraggino per la dura prova per la quale devono passare, che serve a provare la loro fedeltà quali servitori di Gesù Cristo. Vedete, miei cari e amati fratelli e sorelle, la via che dobbiamo seguire attraverso il deserto di questo mondo verso la Canaan celeste è ricoperta di spine ed è abitata dagli Anachiti (cfr. Deuteronomio 1:28). Ma non lasciate che queste cose vi scoraggino dal proseguire nelle battaglie del Signore, ma come Caleb e Giosuè, andate avanti e dite: “il Signore è con noi; non li temete” (Numeri 14:9). Gesù Cristo, il grande capitano della nostra salvezza, ha al posto nostro, e come nostro rappresentante, sconfitto il gran nemico dell’umanità, e noi non dobbiamo fare altro che combattere coraggiosamente sotto il Suo stendardo, e andare avanti di vittoria in vittoria. La nostra gloria non consiste nell’essere esentati dalle tentazioni, ma nel vincerle. “Beato l’uomo”, dice l’apostolo, “che sopporta la prova; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita” (Giacomo 1:12); e ancora, “Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate” (Giacomo 1:2). E nella preghiera che ci ha insegnato, il nostro benedetto Signore Gesù ci ha insegnato non tanto chiedere di essere liberati dalla tentazione in sé, ma dal male, che essa può causare (cfr. Matteo 6:13). Mentre viviamo la nostra vita in questo mondo, è necessario che le tentazioni soggiungano; e, senza dubbio, “Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano” (Luca 22:31). Ma chi temeremo? Perché Colui che è con noi è molto più potente di colui che è contro di noi. Gesù Cristo, il nostro Gran Sacerdote, è esaltato alla destra di Dio, dove è seduto per intercedere per noi, affinché la nostra fede non venga meno.

Poiché Cristo sta pregando per noi, chi dovremmo temere? E dal momento che ha promesso di renderci più che vincitori, di chi dovremmo avere paura? No, sebbene un’armata di demoni si assediassero, non temiamo; se anche si verificasse la più feroce persecuzione contro di noi, teniamoci stretti a Dio e abbiamo piena fiducia in Lui. Anche se Satana e il resto dei suoi spiriti apostati sono potenti in confronto a noi, comparati all’Onnipotente sono deboli come i vermi più vili. Dio li ha custoditi “nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio” (Giuda 6). Essi potranno agire fino al limite stabilito dal Signore, ma non oltre; e quando Egli deciderà, tutti i loro piani perversi e malvagi saranno annientati.

Leggiamo nel Vangelo che sebbene una legione di demoni possedeva un uomo, essi non riuscirono a distruggerlo; e non poterono neppure entrare in un branco di porci lì vicino, senza prima chiedere il permesso al Signore. È vero che spesso ci sentiamo abbattuti quando subiamo un loro attacco; ma siamo forti, e molto coraggiosi; perché, sebbene essi feriscano il nostro calcagno, presto noi schiacceremo loro il capo (cfr. Genesi 3:15). “Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà” (Ebrei 10:37); e allora tutti i nostri nemici spirituali saranno schiacciati sotto i nostri piedi (cfr. Romani 16:20). Quand’anche venissero contro di noi come tanti possenti Golia, se andiao avanti come il giovane Davide, nel nome e per la potenza del Signore degli eserciti, potremo dire, “O Satana, dov’è la tua forza? O spiriti caduti, dov’è la vostra vittoria?”.

Ancora una volta, perciò, e per concludere, siate forti, e molto coraggiosi, e “rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo” (Efesini 6:11). Rinunciamo a noi stessi e al mondo, e toglieremo all’avversario l’armatura in cui ha fiducia, e non troverà niente in noi su cui fare leva per tentarci. Allora preverremo i suoi piani malvagi; ed essendo noi stessi disposti a soffrire, ci saranno risparmiate altre sofferenze. Cingiamoci i fianchi con la cintura della verità, e mettiamo l’elmo della salvezza donataci da Cristo (cfr. Efesini 6:14 e seguenti), pregando “in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica”. E più di tutto, prendete “la spada dello Spirito, che è la parola di Dio” e “lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno” (stesso verso), e “tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2).

E in quel felice luogo, possa Dio nella Sua infinita misericordia portarci tutti, per i meriti del nostro Signore Gesù Cristo; al quale, con il Padre e lo Spirito Santo, tre persone e un solo eterno Dio, va tutto l’onore e la gloria, ora e per sempre. Amen.

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