AVERE UN COMPAGNO FEDELE

La definizione che il dizionario dà della parola mentore è questa: “Amico fidato, guida, compagno fedele”. Si tratta cioè di una persona che ti sta accanto, non per comandare ma per consigliare, anzi, è una fonte di saggezza e di buon senno. Non vive la tua vita al posto tuo ma ti guida delicatamente fra le buche e gli ostacoli della tua strada perché la tua vita abbia una buona riuscita. Forse oggi questo concetto di guida è nuovo per molti credenti; eppure si tratta di una vecchia idea che affonda le sue radici nella tradizione biblica. Mosè si comportò da mentore per Giosuè: consigliò e addestrò questo giovane in ogni campo della vita,finché, quando venne il momento di passare il testimone della conduzione, Giosuè non fu completamente pronto. La chiesa oggi ha bisogno di tornare alla consuetudine delle guide. Paolo fu mentore di giovani come Timoteo e Tito, che egli chiamava “figli” suoi nella fede (1 Timoteo 1:2,18; 2 Timoteo 2:1; Tito 1:4). Alle donne attempate della Chiesa egli ordinò: “anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata”. (Lettera a Tito 2:3-5).
Se sei maturo nella fede, trova qualcuno del tuo stesso sesso che sia interessato a imparare dalle tue esperienze. Se sei credente da poco, cerca la compagnia e l’amicizia di un credente che, dal frutto prodotto nella sua vita, dimostri di possedere un rapporto dinamico con Cristo, e poi seguine i consigli. Ogni credente dovrebbe essere o avere un mentore.

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