IL MINISTERIO DELLA…CRITICA
Alcuni oggi sono animati dallo stesso atteggiamento di critica; vengono al culto soltanto per trovare dei guai e se non li trovano li fanno loro.
Alcuni criticano il predicatore.
So di due giovani amici, figli di credenti, ancora non convertiti che si ritrovarono insieme la domenica pomeriggio, dopo il pranzo.
Uno chiese cosa avessero mangiato a pranzo e la risposta fu: tacchino a fette.
L’altro disse: “Noi abbiamo fatto a fette il predicatore di oggi”.
Troppo lungo o troppo corto, troppo semplice o troppo complicato, troppo duro o troppo dolce, troppo giovane o troppo vecchio.
Altri criticano i credenti della chiesa: troppo caldi o troppo freddi; troppo interessati a te o per nulla, troppo coinvolti nel culto o spenti, vivi o morti.
Un uomo che frequentava una chiesa, alla fine del culto, fu avvicinato dal pastore, il quale chiese se avesse trovato di suo gradimento la riunione.
Lui seccamente rispose di no.
Il pastore ne chiese il motivo.
Lui rispose che voleva andare in chiesa solo per cantare qualche inno, fare delle preghiere, ascoltare un sermone e poi andare via.
Invece lì la gente era troppo amichevole, chiedendo sulla moglie, sui figli.
Il pastore aveva proprio quella mattina incoraggiato i credenti ad essere più amichevoli con i nuovi!
Ci sono persone che criticano e giudicano sempre, tutto e comunque.
Attenti e scrupolosi osservatori, guardinghi di tutto ciò che accade, con un piede dentro ed uno già fuori della porta.
Poi vi è il culto ed il dopo culto.
Madre, padre, genitori anziani ed un bambino sono in auto nel rincasare dopo il culto della domenica mattina.
Il papà lamenta la lunghezza della predica; la mamma lamenta il fatto che quella sorella che cantava, aveva una voce troppo stridula; la nonna lamentava il fatto che le sedie erano troppo scomode ed il nonno che il volume era troppo alto.
Anche il bambino ha qualcosa da dire: “Per avere pagato 20 centesimi siamo stati anche fortunati!”.
Un giovane era orgoglioso di una piccola agenda che portava con sé al culto: “Io vi annoto tutti gli errori del predicatore”, disse, “gli errori di grammatica, di fonetica e tutte le inesattezze storiche e scientifiche”. Quel giovane adorava gli errori e non il Signore”.
Un fratello si lamentava con il proprio pastore dell’assenza d’amore nella comunità.
Il pastore gli disse: “Porta il tuo, così ce ne sarà un po’ di più”.
Spesso cerchiamo negli altri quello che neppure noi abbiamo.
E tu sei un ostacolo o una benedizione per la tua chiesa?
Appartieni alla categoria dei criticanti o sostieni le braccia del tuo pastore?
Se vuoi saperlo, chiedilo direttamente a lui.
La risposta potrebbe essere diversa da quella che pensi.
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