Tentazione di Gesù Cristo: Luca 4: 1-13 e Matteo 4:1-11
La tentazione arriva sempre al momento giusto, cioè quando siamo deboli. Siamo tentati quando cominciamo a guardarci attorno, allo stile di vita del mondo che sembra più attraente e più appagante di quella di Dio.
Ci viene promesso “mari e monti”, ci alletta con i beni di questo mondo, ci promette potere, quello che tanto desidereriamo… Ci promette la distruzione dei nostri nemici, il successo facile, il denaro, il lusso, e in breve tempo, il “tutto subito”. Sembra che non ci sarà bisogno di stare ad ascoltare Dio, perché possiamo avere tutto quello che vogliamo, subito e senza sforzo. È l’offerta di una via rapida e facile per risolvere le cose, ma non farai che adorare Satana. Come rispose Gesù? “Adora il Signore, il tuo Dio, e a Lui solo rendi il culto”. Quindi, solo Dio è degno di ogni culto, e solo in ubbidienza alla Sua volontà possiamo trovare alla fine pace e soddisfazione. Tutto ciò che va oltre la volontà di Dio è solo illusione e conduce alla fine solo alla sconfitta, alla disillusione, alla rovina.
La tentazione non arriva mai quando non abbiamo fame, quando stiamo bene economicamente. Si presenta quando i nostri desideri umani ci rendono più suscettibili ad essa. Siamo tentati nel dubitare che Dio Padre avrebbe provveduto per noi, e quindi cominciare a darci da fare. Una vera e propria tentazione è proprio un proverbio che dice: “Aiutati, che Dio ti aiuta”, cioè “arrangiati tu, non aspettare l’aiuto di Dio”, oppure, “potrebbe essere una debolezza da parte tua cercare l’aiuto di Dio mettendoti a pregare; conta solo su te stesso, non umiliarti a pregare”. Guardate con attenzione il cosa, la tentazione, ci porta a pensare: di essere deboli e di non umiliarci, cioè ci vuol far credere che abbiamo un qualche potere che ci rende in grado di fare tutto da soli. Quando abbiamo fame, e non si parla solo di cibo materiale, pensiamo noi (non è solo la tentazione perché cominciamo ad accoglierla, a trattare e a cercare compromessi) che il cibo e i beni di questo mondo sono le cose più importanti nella vita, e cominciamo a voler perseguire queste cose: tanto, solo queste contano alla fin fine… Come rispose Gesù? “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”, cioè: i bisogni fisici non sono primari! Non abbiamo bisogno di trasformare le pietre in pane, perché l’uomo può prendere Dio in parola e essere contento di ciò che Egli nella Sua provvidenza ha stabilito per lui. Dio ha molti modi di provvedere al Suo popolo e si può contare su di Lui, sempre. Abbiamo fame, è vero, ma ci sono valori molto più importanti del cibo, dei soldi, delle soddisfazioni materiali: nostra priorità è fare la volontà del Padre. Perché non pensi a chi è Gesù Cristo. Egli è anche il pane della vita; quindi come mai siamo del continuo alla ricerca di altro cibo per soddisfare la nostra fame? Come mai cerchiamo di dissetarci dall’acqua del pozzo avendo, però, di nuovo sete? Solo chi beve dell’acqua che Gesù dà, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che Lui dà diventerà in noi una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna. La cosa importante non è avere fame o meno; la cosa importante è dipendere totalmente da Dio.
Abbiamo la tentazione di fare le cose senza senso, perché nel farlo non c’è niente di male, pensiamo, e ci “gettiamo” qua e là, tanto il Signore è con noi, ci proteggerà mandando i Suoi angeli, e ci porteranno sulla palma della mano, perché non inciampassimo in nessuna pietra. Gesù rispose: “Non tentare il Signore Dio tuo”. No, non agiamo da stolti; la vita non è uno spettacolo né per noi e né per gli altri, non è per giocare e per fare delle cose stupide senza senso. Non possiamo forzare la mano di Dio!
Una delle più comuni tentazioni spirituali che affrontiamo oggi è l’idea, per esempio, di quei predicatori della “ricchezza e salute”, purtroppo esistono, che dicono che, solo pregando con fede, si può ottenere da Dio praticamente tutto ciò che vogliamo, dalla guarigione divina ad un’auto o a una casa di lusso. Una simile filosofia trasforma Dio quasi in poco più che un pozzo di S.Patrizio a nostra completa disposizione. (Pozzo di San Patrizio è un’espressione che indica una riserva misteriosa e sconfinata di ricchezze). Una via facile e comoda, quella che ci viene proposta, ma la via di Dio, è l’unica via che offra risultati durevoli.
Ho letto una poesia di un cinese cristiano che dice:
“Chiesi al Signore di darmi un mazzo di fiori freschi, invece ottenni un cactus coperto di terribili spine. Chiesi al Signore di darmi qualche bella farfalla, invece ottenni vermi orribili, ripugnanti. Ne fui spaventato, deluso, distrutto. Ma ecco, dopo qualche giorno, improvvisamente il cactus si mise a fiorire, i fiori erano belli e tanti. Ed i vermi si mutarono in farfalle magnifiche; volarono, portate dalla brezza primaverile. E’ il sistema di Dio. Il migliore!”.
Siamo tentati a servire noi stessi invece di dipendere completamente da Dio. Però, falliamo, e non abbiamo la fiducia che la via di Dio è quella giusta e vogliamo le soluzioni veloci e semplici ai nostri problemi. Mentiamo, perché è più facile che fidarci della verità, anche quando ci fa male. Non aiutiamo gli altri, perché ci costa. Cerchiamo di dominare gli altri invece di servirli.
“Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per tua pace!” (Luca 19:42), fidiamoci di Dio e “non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito?” (Matteo 6:25). “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:2). Prega Dio dicendo: “allontana da me vanità e parola bugiarda;
non darmi né povertà né ricchezze,
cibami del pane che mi è necessario” (Proverbi 30: 8). Non riporre la speranza nelle incertezze delle ricchezze, ma in Dio solo. (1 Timoteo 6:17). “Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra”. (Colossesi 3:2).
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