C’è differenza, oggi, tra gli atteggiamenti e modi di pensare dell’empio e quelli del cristiano? Esaminiamo

La calunnia, il meditare il male, con un atteggiamento provocatorio, è un’abitudine. Precipitoso nel parlare, non avendo la saggezza di discernere quando parlare e quando tacere, e immediata reazione dando sfogo a tutta la sua ira all’offesa subita, (ferito l’orgoglio e per aver ascoltato la verità) agendo anche con avventatezza. Con l’ira l’uomo cerca (e spesso ci riesce) di avere ragione in ogni situazione, anche quando ha torto (come si suol dire “chi grida di più ha la meglio”). Alzare la voce in una conversazione a due, è arroganza. Solo la risposta calma, pacata e fondata è come la goccia, che spacca la roccia, almeno col tempo.
Con l’uso di internet farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi che compromettano la reputazione della vittima o le sue amicizie; pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate in segreto.
Un modo di condurre la vita. Il provocare litigi e divisioni con lo scopo di dominio sui più è una pratica quotidiana. Acquistano a prima vista potenza e fascino agli occhi del mondo. Cerca di apparire per ciò che non è: Proverbi 17:12 dice “Meglio incontrare un’orsa privata dei figli che uno stolto in preda alla follia”, dando a intendere che dall’orsa si sa che cosa aspettarsi.
Non si sa mai con chi si ha a che fare: a volte si crede sia un amico perché ci dice cose belle, ma poi scopriamo di essere traditi alla prima occasione.
Oggi è la moda che decreta chi è bello e chi non lo è e il perché; le modelle anoressiche che sfilano sulle passerelle diventano bellissime ai nostri occhi perché qualcuno ha detto che magro è bello. La fama conferita dai mass media ai belli ed alle belle è anch’essa effimera e si consuma nel giro di poche stagioni: nella nostra società consumistica è sempre impellente il bisogno di novità ed i volti nuovi su cui faticosamente si è modellato il look di migliaia di persone desiderose di sembrar belle, diventano troppo presto passato di moda. All’incoronazione di una Miss segue sempre e subito la ricerca delle candidate a sostituirla.
Tutto ci vuole insegnare a non dipendere da nessuno, a pensare con la propria testa e a far quello che ci piace. Tutto ci vuole insegnare a seguire tutte le continue e incessanti novità che non fanno altro che metterci in ansia spingendoci a prendere il nuovo senza essere mai soddisfatti del vecchio che si ha.
Assecondando questo sentimento l’uomo si stacca da Dio e si guarda al di fuori di Dio, si compiace di se stesso di essere libero ed intelligente, elimina Dio dalla sua vita, decide lui cosa è il bene e cosa è il male, mette il suo IO al posto di Dio e invece di adorare Dio adora se stesso. Si uccidono gli altri con la lingua, ricorrendo all’ insinuazione, alla diffamazione: si cerca di eliminarli almeno moralmente. C’è una disuguaglianza di forza e di potere, per cui uno dei due sempre prevarica e l’altro sempre subisce, senza riuscire a difendersi.
Fanno sfoggio delle loro ricchezze per schiacciare il prossimo. Ci si tiene ad essere stimati, virtuosi e santi senza fare alcuna fatica per diventarlo.
Costui prende atteggiamenti esteriori di virtù, bontà o di santità ma il suo cuore è corrotto. Commette peccato per sfrontamento facendosi beffe dei comandamenti di Dio.
Credere che il bene posseduto derivi esclusivamente da se stessi;
oppure di averlo ricevuto solo per i propri meriti; vantarsi di ciò che non si ha; cercare di far apparire uniche e singolari le proprie doti disprezzando gli altri.
Il desiderio di primeggiare, di migliorare noi stessi, di giungere alla perfezione e il voler eccellere centrando in modo assoluto l’attenzione su sé stessi, prescindendo da qualsiasi considerazione oggettiva, assumendo come criterio fondamentale del proprio agire una regola del tipo: “conta solo arrivare primi, perciò sii il numero uno a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo”. Desiderio di essere e affermarsi di essere “il più…” bello, forte, ricco, simpatico, intelligente, colto, raffinato, professionale, esperto, e potremmo continuare con tutte le caratteristiche positive della nostra umanità fino a comprendere le stesse dimensioni etiche e religiose: pio, buono, coerente, santo.
Ma badate bene che l’arroganza è un segno del tutto sospettoso dell’imperfezione e segno di imperfetta conoscenza, e pur essendo ignoranti l’arroganza del titolo prende il sopravvento.
Perciò per naturale propensione la superbia si nutre di menzogna e di violenza perché la ricerca ad ogni costo della propria superiorità costringe a svilire o a negare la positività delle doti altrui e a combatterle come se fossero pericolosi avversari con tanta più virulenza quanto più si percepisce che l’altro è effettivamente migliore di noi.
Si eleverà al di sopra dei suoi prossimi e quest’arroganza si manifesterà nello sminuire dell’altro, nel disamorevole giudizio e nell’opinione di aver un sapere superiore e con ciò di non necessitare nemmeno più delle istruzioni, sia questo ora di genere terreno o spirituale, l’uomo arrogante crederà sempre di aver raggiunto il gradino, da dove può guardare i prossimi dall’alto in basso. Non si fa altro che esercitare dominio l’uno sull’altro. Ma mentre crede di imporsi con la forza, in realtà è schiavo di se stesso e non ha intelligenza per valutarsi e definirsi.
Questo come conseguenza del peccato che ha portato paura, gelosia, avidità, rendendo infelice la vita di altri. Non si fa altro che dire quale sia il valore dell’altro intorno alla differenza fisica, ad un difetto, ad un interesse particolare o abilità che in qualche modo lo rendono differente, e quindi è motivo di minor valore. Non sono i pareri e i giudizi umani che contano, ma quelli di Dio.
C’è qualcosa che accomuna questa “violenza” ed è questo desiderio distorto di dominio e di sopraffazione.
Posso continuare ma sembra che, già alla luce di quanto detto, purtroppo, non ci sia una evidente differenza tra l’empio e il cristiano che dovrebbe esserci.

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