“il tormento che uno si dà…” (Proverbi 10:22)
Chi si dà tormento? Chi semina molto, ma raccoglie poco; chi mangia, ma senza saziarsi; chi beve, ma senza soddisfare la sete; chi accumula un tesoro sulla terra e non fa che metterlo in una borsa forata: lo perde appena comincia a camminare, e chi lo segue, lo raccoglie. Chi si da premura solo per la propria casa, per terminarla e renderla comoda e piacevole. Chi cerca i propri interessi e non quelli di Cristo. Chi ha voglia di arricchirsi materialmente, ma non ha voglia di arricchirsi spiritualmente. Cristo è ogni cosa e in tutti” (Col. 3:11) e che in Lui quindi noi abbiamo tutto pienamente “poichè la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati” (2 Piet. 1:3). Gesù Cristo è quel tesoro nascosto nel campo che abbiamo trovato; Egli è la perla di gran prezzo che noi abbiamo trovato; Egli è il nostro oro. Gesù Cristo è il dono celeste che Dio ci ha donato. Quindi chi ha ricevuto Cristo Gesù possiede ogni cosa e anche se è povero secondo il mondo, è ricco in vista di Dio. I doni preziosi, come la fede, la sapienza, la parola di Dio, i beni come la buona reputazione, lo spirito dolce e pacifico, il conoscere Dio e la conoscenza delle cose di Dio costituiscono dei beni preziosi, per cui chi li possiede è ricco. Le ricchezze materiali fanno questo: procurano gran numero di amici ma anche molti dolori, fastidi e preoccupazioni a coloro che le bramano e se ne impossessano; ma non solo, esse ingannano coloro che confidano in esse e impediscono alla Parola di portare frutto in loro e alla fine li affondano nella distruzione e nella perdizione. Questa è la ragione per cui Salomone disse che “chi ama le ricchezze non ne trae profitto di sorta” (Ecclesiaste 5:10) e che esse “non servono a nulla nel giorno dell’ira” (Proverbi 11:4). Ma che produce, per esempio, la nostra afflizione? Paolo dice che “l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza” (Romani 5:3, 4). Chi tesoreggia per sè non è ricco in vista di Dio, e abbandona la fonte della loro grazia e si mette ad onorare le vanità bugiarde; ha la forma della pietà ma ne ha rinnegata la potenza; agli occhi dei più è rispettato per la sua grande massa di beni, ma è povero perchè vive nell’ozio. Sappiamo che dobbiamo essere contenti delle cose che abbiamo perchè è scritto: “Siate contenti delle cose che avete” (Ebrei 13:5), ma siamo tentati a non essere contenti delle cose che abbiamo, perchè vediamo attorno a noi una moltitudine di persone che non è mai contenta delle cose che possiede. Gli uomini vogliono impossessarsi, non importa a quale costo, di più soldi possibili e di più beni materiali possibili. Nel vedere così tante persone insoddisfatte di quello che possiedono, siamo tentati anche noi a non essere contenti dello stato in cui ci troviamo. “Non ti affannare per diventare ricco;
smetti di applicarvi la tua intelligenza. Vuoi fissare lo sguardo su ciò che scompare?
Poiché la ricchezza si fa delle ali,
come l’aquila che vola verso il cielo.” (Proverbi 23:4, 5); come potete vedere, la Scrittura ci esorta in svariate maniere a guardarci dal volere arricchire. Non dobbiamo dare spazio alle preoccupazioni, ma piuttosto dobbiamo ascoltare il Signore, seguirLo ogni giorno e mettere in atto quello che ci dice, perchè sarà lui a pensare a noi, a non farci mancare nulla!
“Chi presta attenzione alla parola se ne troverà bene,
e beato colui che confida nel SIGNORE!” Proverbi 16:20
Se non ci occupiamo degli interessi di Dio, non possiamo aspettarci che Egli si occupi dei nostri.
Facciamo nostra questa preghiera:
“Io ti ho chiesto due cose;
non me le rifiutare, prima che io muoia; allontana da me vanità e parola bugiarda; non darmi né povertà né ricchezze, cibami del pane che mi è necessario, perché io, una volta sazio, non ti rinneghi
e dica: «Chi è il SIGNORE?»
oppure, diventato povero, non rubi,
e profani il nome del mio Dio.” (Proverbi 30:7-9). È un dono dell’Eterno poter godere di ciò che Egli stesso elargisce.
È tormentato chi pensa di essere capace di fare ogni cosa.
M tutte le nostre capacità sono poca cosa, se Dio non interviene direttamente. Ciò vale per tutto, anche per il servizio e per la famiglia.
Di fatto molti cristiani e molte famiglie non reggono e crollano perchè non hanno usufruito dell’opera del grande “Architetto e Costruttore” (Ebrei 11:10), hanno utilizzato tecniche e strategie prettamente umane, fatte di buone intenzioni. È evidente che ogni famiglia che nasce richieda l’impegno umano. Dio infatti non incoraggia la pigrizia e l’indolenza, non ci chiama al disimpegno ed al fatalismo. La famiglia comporta un impegno nel “costruire” e nell’ “affaticarsi”, nel “proteggere”, nel “vegliare”, “nell’alzarsi di buon mattino” e nel procacciare il suo bene ed il suo benessere. Occorre senz’altro uno sforzo individuale e comune, una collaborazione continua e totale, una partecipazione attiva e consapevole alla vita. Ma … “se il Signore non costruisce…se il Signore non protegge…” (Salmo 127:1) tutto l’affanno che ci diamo e gli sforzi che facciamo risulteranno vani ed infruttuosi! Senza di Lui non possiamo fare nulla (Giovanni 15:15). Dio sarà l’Artefice ed il Garante della nostra casa se saremo disposti ad affidarne a Lui la pianificazione del progetto e la direzione dei lavori, se lasceremo a Lui stabilire le linee spirituali fondamentali della nostra casa e la realizzazione pratica e quotidiana della vita. Occorre un preciso intervento divino che accompagni e salvaguardi una tale “costruzione”, destinata a reggere per tutta la vita. Sì, l’impegno tenace è una buona cosa, ma se non è guidato da Dio è inutile, non si arriva da nessuna parte. Costruire CON Dio è tutta un’altra cosa! Solo con Dio si vivrà l’esperienza entusiasmante di vedere Dio operare con provvidenza e tempismo.
Innanzitutto è necessario porre bene le fondamenta e costruire sulla roccia stabile che è Cristo Gesù. Occorre poi attingere soprattutto alle virtù che non tramontano e non deludono, quali la sapienza, la prudenza, la fedeltà ed il timore di Dio. È necessario infine tenere unita e compatta la nostra casa attraverso il cemento dell’amore vero, che è costituito da quelle qualità pratiche che lo rendono simile all’amore di Dio: “l’amore è paziente, è benevolo… soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa” (1 Corinzi 13:4, 7).
Ma cosa succede nel cristiano e in una famiglia cristiana nel corso della vita? Si esclude, si ignora o si trascura Dio, e ognuno si dà al tormento, cioè si dà alla continua e intensa afflizione spirituale, provocata da un sentimento che rode con insistenza l’animo e la mente. Ci si fa prendere da una grave preoccupazione e non ci si dà mai pace. Non si è più al sicuro. Si
somiglia ad uno stolto che, edificando la sua casa sulla sabbia, si espone ad essere travolto e spazzato via dalle tante problematiche esistenziali (Mat. 7:26).
Saggio è invece colui che invita il Signore ad essere l’ispiratore ed il custode della propria casa, dichiarandosi inadeguato per un compito così importante ed accettando fiducioso il piano ed il disegno di Dio per lui (Ger. 29:11). Che delusione impegnarsi tanto, per molti anni, con tanta fatica, e poi scoprire che era ed è tutto vano!
Questa sarà la vita di chiunque edifica da solo, se non c’è Dio che edifica per lui. Per far sì che Dio edifichi per noi, Dio deve essere il nostro tesoro. La tua gioia consiste nel vivere alla gloria di Dio? È una gioia per te avere come priorità il prenderti del tempo per Dio ogni giorno e meditare sulle Sue verità?
Se non è così, non sarai mai veramente ricco, e puoi impegnarti quanto vuoi, tutto il tuo impegno sarà vano.
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