“Non vi stimate saggi da voi stessi.” (Romani 12:16)

Sappiamo molto bene che abbiamo la tendenza a prendere iniziative per conto nostro, a ragionare, razionalizzare, analizzare, testare, discernere e poi agire secondo la nostra mente e i nostri pensieri.
La Bibbia ci parla della nostra male acquistata conoscenza del bene e del male come conseguenza (e causa) della disobbedienza alla parola di Dio, e ce la mostra come una luce spesso insufficiente, che facilmente ci porta a cadere.
Infatti “C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma finisce con il condurre alla morte.”
(Proverbi 14:12; 16:25)
Allontanarsi dal male non viene dal sapere che è male, ma dal timore del Signore, principio della sapienza: “Non ti stimare saggio da te stesso; temi il SIGNORE e allontanati dal male” (Proverbi, 3:7)
La Bibbia invita a cercare il nostro bene in Dio e ci presenta il nostro Dio come qualcuno che ci fa conoscere il suo cuore (i Suoi pensieri) con il suo sguardo e la Sua parola. La rivelazione della conoscenza del vero bene richiede quindi una ricerca personale:
“Il mio cuore mi dice da parte tua: «Cercate il mio volto!» Io cerco il tuo volto, o SIGNORE.” (Salmo 27:8
Dio vuole un popolo di persone sinceramente interessate a conoscerLo sempre meglio, persone che sanno di avere ancora molto da imparare riguardo al loro vero bene, sempre diverso da quello che uno crede di sapere. Perché il nostro bene viene solo da Dio (Giacomo, 1:17) e non possiamo immaginare quello che sarà.
“Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie, dice il SIGNORE. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.” (Isaia, 55:8-9).
Quindi si ha sempre bisogno di sapienza e sappiamo bene che Dio ne è la sorgente. Salomone sapeva di non poter contare sulle sue abilità naturali ma, per affrontare con successo il compito che gli stava davanti, aveva bisogno dell’aiuto di Dio. Aveva bisogno della capacità di ascoltare sia Dio per poter amministrare bene la giustizia. Salomone si rendeva conto che un vero successo dipendeva dalla sua ubbidienza ai comandamenti di Dio e il saper discernere e fare la volontà del Signore. Pregando per la sapienza Salomone poté restare focalizzato sul Signore e sulle sue priorità per la nazione. Finché il re viveva con questi sentimenti nel cuore fu benedetto. Quando invece cercò il potere, il piacere e le ricchezze secondo la prospettiva del mondo, egli sperimentò il giudizio di Dio.
La sapienza è l’abilità di valutare le priorità della vita alla luce degli scopi di Dio e il dedicarsi a quegli scopi. Una persona che consoce e vive gli scopi di Dio è saggia: “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:2).
Dio si compiace sempre nell’esaudire quelle preghiere prive di vanagloria ma che desiderano unicamente piacere a Lui. La sapienza richiesta non era per diventare famoso o per accrescere un suo prestigio personale, Salomone la desiderava per essere di benedizione al popolo di Dio. La Bibbia ci insegna che Dio non è un “distributore automatico” di benedizioni. Non è soltanto cosa chiediamo, ma anche come e perché: Giacomo 4:3: “domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri”. Chi è disposto a ricevere sapienza da Dio godrà di protezione in quanto essa ci fa da scudo evitandoci dei dolori, delle situazioni spiacevoli, ed anche il pericolo di commettere delle azioni folli.
Chiaro che se la saggezza è l’abilità di dedicarsi agli scopi di Dio e di dare priorità a Dio, si troveranno degli ostacoli e ci sarà un caro prezzo da pagare. Rinunciare e odiare sé stesso e odiare padre, madre, moglie, figli, fratelli e sorelle. Odiare non significa odiarli portandoli a nuocere e a far loro del male. Significa che se loro devono impedire con i loro ragionamenti di fare ciò che Dio chiede di fare, ci si deve allontanare da loro affinché ubbidisca a Dio e non agli uomini. Però attenzione: odiarli per il loro modo di pensare e di agire, non come persona: i genitori, la moglie e il marito, i figli, i fratelli e le sorelle devono essere sempre amati e onorati, ma non devono e non possono impedire di fare la volontà di Dio.
La nostra vita usualmente si svolge attraverso fatti minimi; ben difficilmente la vita esige da noi decisioni grandiose e straordinarie. Ed è proprio in questi elementi apparentemente insignificanti che si attua la volontà di Dio. Non nelle elucubrazioni intellettuali, non nell’eroismo straordinario, ma nel vivere giorno per giorno la propria esistenza nel timore del Signore.
La saggezza anche nel cercare moglie e marito. Oggi non si capisce più niente. Anche i giovani cristiani vivono con il “prendi e lascia” del mondo. Non si può affrontare con leggerezza una scelta così importante come quella di dividere la vita con qualcuno affidandosi a amici compiacenti che dicono di vederci bene con una certa persona; a fratelli mistici che dicono frasi tipo “il Signore mi ha fatto sentire…”; ad una frase presa fuori dal contesto di una predica; al
metodo “spacca Bibbia”; ad un sogno singolo non chiaro che spesso viene interpretato secondo il nostro desiderio.
Per contro non ci si può nemmeno aspettare che Dio scenda dal cielo con un cartello con il nome e il cognome della vostra futura “dolce metà”. Dio vuole mettere nella vita dei Suoi figli una compagna o un compagno che possa essere quello giusto per creare una famiglia basata sulla parola di Dio.
Se vuoi essere un discepolo del Maestro Gesù, se vuoi fare solo la volontà di Dio, dedicarti ai Suoi scopi, ricerca, sì, la saggezza ma dovrai rinunciare e odiare te stesso e rinunciare a tutto e a tutti. Attenzione: bisogna accertarsi se, per davvero, si sta per fare la volontà di Dio, perché spesso succede di tramutare la nostra volontà con la Sua volontà.
Attenti a non sprecare tempo, attenti a non spendere del tempo inutilmente, e attenti alle scelte da fare.

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