I GIORNI DELLA FARINA D’AVENA

I giorni più difficili da sopportare non sono sempre quelli di crisi, ma quelli «della farina d’avena»: i giorni normali e banali, quelli monotoni in cui non succede niente di particolarmente interessante, incolori, stupidi, squallidi e noiosi.

I giorni che tutti affrontano.

Capitano dei giorni così.

Proseguiamo per la nostra strada, attraversando un groviglio di attività che ci tediano e di persone che sono come carta vetrata.

Nessuno ci applaude, è il corso normale della vita.

Nei giorni di crisi, invece, la gente si raccoglie intorno a noi, confortandoci affettuosamente.

Questo ci fa sentire al di sopra delle crisi, addirittura al di là della comprensione umana.
Un giorno di farina d’avena, dopo che la crisi ha raggiunto il culmine, è come se un amico ci avesse abbandonato, come se Dio non ci amasse.

Ma la verità è che la vita ha fatto fare a noi e ai nostri amici un passo avanti nel cammino cristiano di crescita.

Il Dio dei momenti di crisi è anche il Dio dei giorni di farina d’avena.

Perché ha detto di esserlo.

Perché mantiene le promesse.

Perchè non possiamo andare avanti senza di Lui.

…e perché, anche se potessimo, non lo vorremmo.

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