Il cieco Bartimeo (Marco 10:46-52)-Umberto Gorietti
Nel diletto spirituale della quotidiana lettura del Vangelo, l’episodio del povero cieco di nome Bartimeo, mi ha portato a riflettere sulla fede che riempiva il cuore dell’infelice, tanto che Gesù disse: «La tua fede ti ha salvato».
Nel Vangelo di Marco al capitolo 10 dal versetto 46 leggiamo che quando Bartimeo venne a sapere che Gesù passava per la sua strada, egli prese a gridare: «Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me».
Il grido del cieco si rinnova nelle mie orecchie e mi dilania il cuore di compassione: era il grido di un uomo che soffriva terribilmente per la sua infelicità, la quale non gli offriva gioia, ma dolori ed umiliazione.
Le tenebre fitte, da cui era avvolto, lo tenevano perennemente in uno stato d’incertezza e di paura: soffriva fisicamente e moralmente.
Dalle sue sofferenze si eleva in lui il grido angoscioso, ripetuto più volte al Signore: «Abbi pietà di me!».
L’infelice che conosceva la pietà del padre suo Timeo, pensava alla più grande pietà dell’Eterno Iddio, ed a Lui si appellava in Gesù Cristo, il Messia, che operava con potenza in terra.
La fama dei miracoli operati da Gesù era certamente pervenuta ai suoi orecchi, ed egli, che bramava essere liberato dalle paurose tenebre che lo circondavano, gridava con forza e convinzione: «Abbi pietà di me!».
Quel grido accorato, che temeva non arrivasse alle orecchie del Maestro, pieno di angoscia, ma anche di speranza, pervenne invece a Gesù e scese nel cuore Suo pietoso e palpitante d’amore per l’umanità.
Egli lo chiamò, ed in risposta alla richiesta di Bartimeo di voler recuperare la vista gli disse: «La tua fede ti ha salvato».
Gli occhi dell’infelice si aprono per vedere la gioiosa luce del giorno, le dolci sembianze del Figliuol di Davide, i vividi colori delle cose d’intorno, le meraviglie del creato. E, pieno di allegrezza, incomincia a seguire Gesù per la via, con un cuore grato e riconoscente per Colui, del quale Isaia, servitore di Dio, profetizzò:
«Verrà per aprire gli occhi dei ciechi…».
Gesù non è venuto soltanto per aprire gli occhi materiali, ma anche per dare la vista ai ciechi spirituali, agli stolti, a quanti pur avendo occhi non scorgono la miseria dell’anima loro, che s’intristisce nelle tenebre sempre di più, ogni giorno che passa.
Forse anche tu, caro lettore, hai brancolato nelle tenebre dell’ignoranza intorno alle cose concernenti il Regno di Dio fino a questo giorno. In alcuni momenti della tua vita, nei quali hai desiderato vedere e conoscere la Verità, sei caduto invece nel buio più nero, incespicando nelle tante e varie dottrine degli uomini, le quali hanno dato vita ad una gamma estesa di religioni, che a null’altro servono se non a far smarrire il filo di ragione col quale hai cercato di squarciare il mistero dell’Eternità.
In quei momenti anche tu hai assaporato lo sgomento del cieco, circondato dalle tenebre eterne, impossibilitato a vedere la luce che aneli, per poter camminare speditamente verso la Vita.
Quelle tenebre sono una pena continua che ti opprime il cuore, che pesa sull’anima, come se da un momento all’altro la catastrofe inevitabile ti dovesse travolgere definitivamente, inesorabilmente.
Da questa disperazione deve derivare la fede in Colui che Iddio ha mandato dal cielo per aprire gli occhi ai ciechi, ed in Lui soltanto potrai recuperare, con la vista spirituale, la pace e la gioia della speranza.
Non è ancora arrivato al tuo orecchio la fama della gloriosa potenza di Gesù?
Non ti è ancora pervenuta la testimonianza delle meraviglie che Iddio compie nel Suo Figliuolo in favore di tutti coloro che dicono con cuore sincero: «Abbi pietà di me!» e con questa esclamazione riconoscono la loro vita di peccato e la loro cecità?
Se tu griderai senza vergogna al Signore e gli cercherai aiuto, Egli ti esaudirà e ti aiuterà ad uscire fuori dai nebulosi e tragici pensieri che ti affliggono, e ti risplenderà in tutta la Sua magnifica luce.
Iddio non ha mandato nel mondo dottrine e leggi, neppure una religione, poiché l’uomo cadrebbe in confusione: Egli ha mandato il Suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque riguarda a Lui non perisca ma abbia Vita Eterna.
Abbi la fede del povero cieco Bartimeo, la quale gli veniva ingigantita nel cuore dalla necessità, conseguenza della sua triste cecità.
Per la tua fede Iddio ti salverà.
Cristo ti esaudirà e ti accoglierà nel Suo infinito amore per darti giorni di pace nella Sua grazia, e la speranza della gloria eterna nella Sua vivida luce.
Possa la fede prorompere dal profondo del tuo cuore col grido d’invocazione per Colui che solo può darti luce, gloria e immortalità.
Non ti sia vergogna il riconoscerti bisognoso di Cristo; non temere, Egli ti comprende e non ti rigetterà, come forse altri hanno fatto quando hai presentato loro i problemi dell’anima tua; ma ti accoglierà fra le Sue braccia amorevoli per indirizzarti nella fulgida Via che conduce alla Vita.
Abbi fede nell’invito di Gesù: «Venite a Me voi tutti che siete aggravati e travagliati ed Io darò riposo alle anime vostre».
L’amore di Dio è infinito, esso ricerca i poveri afflitti di questo mondo per dar loro riposo e gioia.
Beati gli uomini che hanno gustato l’amore del Signore nel proprio cuore, perché in esso hanno ricevuto l’appagamento, per lungo tempo insoddisfatto, del naturale bisogno di venire alla conoscenza della Verità.
Il cieco Bartimeo trovò degli oppositori quando gridò a Gesù per la sua guarigione, ma egli non indietreggiò nell’intento: l’afflizione del male che l’opprimeva lo portava a lottare contro tutti, pur di raggiungere lo scopo prefisso.
«Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me».
Sono quasi certo che anche tu oggi troverai delle opposizioni se ricercherai la luce spirituale per dissipare le tenebre che ti tengono lontano dalla grazia del Signore, schiavo dei vizi e del peccato dai quali brami essere liberato.
Ebbene, per fede, resisti a coloro che astutamente vorrebbero vietarti di far pervenire il tuo grido d’invocazione al cuore pietoso di Gesù, e otterrai oggi stesso la liberazione, e sarai illuminato nella conoscenza della grazia in una maniera meravigliosa.
Non sono parole di retorica quelle che ti vengono rivolte, ma l’esperienza di colui che te le rivolge e di milioni di persone.
Anch’io ho trascorso un tempo di disperazione nelle tenebre, ma oggi ringrazio con tutta l’anima mia il caro Gesù, e Lo lodo e Lo glorifico, perché nella Sua benignità Egli sfolgorò di vivida luce la nera parete che mi rendeva cieco.
Ora, non più l’assillo delle tenebre ed i dubbi atroci dell’incerto avvenire, ma una vista chiara nella conoscenza di Dio ed una certezza di Vita Eterna.
Le scaglie che ti impediscono di vedere la luce cadranno dagli occhi tuoi ed anche tu vedrai, se senza vergogna, con fede, griderai: «Gesù, abbi pietà di me!».
Umberto Gorietti
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