Utili riflessioni per vivere concretamente il perdono. PERDONARE: DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE
La strada del perdono è senza alternative nel risolvere tensioni e conflitti: è la strada che Dio ci indica in modo concreto attraverso il suo Modello di perdono.
Guardiamo al Modello!
“Siate benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonato in Cristo” (Efesini 4:32).
Capire come ci perdona Dio è il punto di partenza per capire come dovrebbe essere il nostro perdono. Il quadro dipinto da Dio sul perdono è l’originale, è un pezzo unico, il cui valore è inestimabile. Noi possiamo, mentre guardiamo con attenzione l’originale, abbozzare una copia, nella certezza che, esercitandoci, le pennellate più maldestre lasceranno spazio ad una più accurata ricerca dell’originale. In ogni modo, è sempre meglio essere consapevoli dei nostri limiti piuttosto che riempirci solo la bocca della parola “perdono”!
Infatti, il nostro perdono spesso non è totale: facciamo una graduatoria dei peccati perdonabili e di quelli imperdonabili, diventando più severi di Dio. Inoltre perdoniamo in maniera condizionata: “Se non lo rifarai più, allora, forse… Se mi dimostri che da ora in poi ti comporterai come mi aspetto…”. E i detti popolari sostengono questo tipo perdono condizionato e ci influenzano più di quanto sospettiamo: “La prima si perdona, ma la seconda si bastona!”
Infine, frequentemente, il perdono che accordiamo, non è definitivo; lì per lì abbiamo detto di aver perdonato e poi, alla prima occasione, ritiriamo fuori tutto con dovizia di particolari, riesumando cadaveri maleodoranti. Non distogliamo lo sguardo dall’originale ed esercitiamoci nell’abbozzare la nostra copia!
Nessuna via d’uscita senza perdono
“Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all’ira divina…” (Romani 12:19-21).
Non siamo per natura portati a perdonare, ma, piuttosto, a provare rancore e senso di vendetta; Dio, però, ci mostra la grandezza del suo amore per noi proprio per educarci al perdono. Il suo è un perdono totale, incondizionato, definitivo e a caro prezzo.
Non vogliamo fare gli iper-spirituali vantandoci di aver capito che cosa sia il perdono e come lo si metta in pratica, perdonare non ci viene spontaneo, ma, alla fine, comprendiamo che all’amarezza, al rancore, al desiderio di vendetta non c’è via d’uscita se non intraprendendo la strada del perdono.
In questo viaggio si parte dal “perdonarsi a vicenda”. A volte percorriamo la strada in cui siamo chiamati a concedere il perdono, altre volte quella in cui siamo noi nella situazione di dover chiedere perdono. Questa consapevolezza ci può aiutare a non vivere la prima situazione con un senso di superiorità e infallibilità e l’altra con eccessivo senso di colpa e di limitatezza.
Cerchiamo di rimanere in equilibrio sul filo del perdono per non cadere né nell’eccesso di chi vede sé stesso come colui che non sbaglia mai, ma neppure come colui che è sempre dalla parte del torto.
“Bisogna ricordare che entrambi, chi offende e chi è offeso, siamo esseri imperfetti e transitori e che, data la nostra comune umanità, la situazione potrebbe facilmente rovesciarsi” (Leo Buscaglia).
L’amore spinge alla riconciliazione
“Figli miei l’amore non deve essere solo questione di parole e discorsi, ma deve essere genuino e manifestarsi con i fatti.” (1 Giovanni 3:18).
Se in molte relazioni si arriva alla rottura ciò è dovuto alla nostra incapacità di perdonare. E, invece, all’interno di una famiglia sana ci si perdona e si è consapevoli che si può ferire l’altro anche non volendo. Dove ci sono un papà e una mamma che si parlano e si ascoltano ci saranno ugualmente dei conflitti, perché sono inevitabili, ma il processo di risoluzione di un conflitto con il perdono, porta una famiglia ad essere più unita di prima.
La riconciliazione è motivo di gioia e i figli vedono, ascoltano e imparano l’arte del perdono. “Mi dispiace di aver alzato la voce e aver sbattuto il telefono… perdonami!”.
Per chiedere perdono dobbiamo metterci nei panni dell’altro e non metterci una pietra sopra. Se lei è ferita è inutile far finta di nulla e sperare che una buona dormita le farà dimenticare tutto; se lui è offeso è controproducente ironizzarci sopra tirando in ballo la sua stanchezza per il troppo lavoro accumulato.
“Perdonami, per favore…”. Una frase che si dice all’interno di relazioni che vogliamo preservare, consapevoli che a volte feriamo e offendiamo più duramente proprio chi ci è più vicino. L’amore vero, quello che si concretizza in azioni e non è fatto solo di sentimenti altalenanti, ci deve spingere a ricercare la riconciliazione.
La famiglia: scuola di perdono
“Perdonatelo e confortatelo che non debba essere troppo triste e riconfermategli il vostro amore” (2 Corinzi 2:7).
I nostri figli più che ascoltare tanta bella teoria sul perdono, guardano come ci perdoniamo e imparano.
Imparano che cosa?
Ad alimentare amarezza, rancore, rabbia e dolore o ad alimentare l’amore anche attraverso il perdono e quindi la gioia e il senso di libertà che ne conseguono?
È in famiglia che si apprendono i primi rudimenti nell’arte del perdono, ma è evidente, anche nei più piccoli una certa riluttanza a chiedere scusa, rimandano, fanno vedere tutte le colpe del fratello o della sorella e se poi arrivano ad ammettere di aver sbagliato lo fanno a voce bassa e il più velocemente possibile.
Ma chi non impara a chiedere perdono, vedrà sempre errori e mancanze negli altri e mai in sé stesso, sarà un adulto egocentrico con un esagerato concetto di sé.
Chiedere perdono è faticoso, perché bisogna prendere coscienza del nostro errore e se questo non piace ad un bambino di tre anni, figuriamoci ad un adulto! Ecco perché spesso usiamo la stessa tecnica… aspettiamo e aspettiamo sperando che il rapporto non ne risenta.
Anche un bambino piccolo quando sbaglia sente che c’è qualcosa che non va, che c’è una specie d’incrinatura fra lui e il papà o la mamma e percepisce che per aggiustare tutto bisogna chiedere perdono. Tutto ciò non deve diventare un espediente per risolvere velocemente una certa problematica, ma quando c’è consapevolezza e richiesta di perdono è bene riconfermare subito il nostro amore e il nostro affetto al bambino.
Tutto deve ritornare come prima, anzi, meglio di prima!
Anna Brandoli Moretti
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