Temiamo l’uomo così tanto perché temiamo Dio così poco.
Spesso ci interessa l’opinione delle altre persone più di quanto ci interessa l’opinione di Dio, pensiamo troppo al nostro status rispetto agli altri, a cosa la gente può pensare di noi, a cosa facciamo o pensiamo e, dimenticandoci della nostra identità in Gesù, diventiamo inevitabilmente vulnerabili.
La prima trappola provocata dalla paura è l’idolatria, un male che tutti i cristiani dovrebbero evitare con le proprie forze: il mondo, basato sulla paura, è pieno di persone che non hanno paura di Dio ma hanno paura di ciò che pensa la gente; per questo ci si adopera per “fare bella figura”. Ogni volta che pensiamo di più a ciò che pensa la gente rispetto a ciò che pensa Dio stiamo portando un culto per guadagnare l’approvazione di qualcuno che non è il nostro Dio.
la paura produce: la paralisi decisionale.
Quando si vive per paura e non per le convinzioni che Dio ci ha dato, giriamo intorno alle cose e non siamo in grado di andare avanti.
Un esempio che può confermare questo concetto è sicuramente quello di Pilato. Quando Gesù, senza colpe, santo e puro, viene portato davanti a lui dichiara: “…io non trovo nessuna colpa in lui” (Giovanni 18:38). Pilato è stato vacillante, sapeva qual era la strada giusta ma aveva paura delle conseguenze: che cosa avrebbero pensato gli Ebrei?
Cosa avrebbero potuto fare? Forse sarebbero potuti andare da Cesare dicendo che lui aveva salvato uno che si fingeva re e avrebbe potuto perdere il suo posto.
La paura degli uomini ha portato Pilato, con la sua mancata capacità di prendere una decisione, a condannare a morte il Salvatore.
Ciò che dobbiamo fare noi è stare attenti a non cadere in questa trappola: ogni volta che ci facciamo sopraffare dalla paura del pensiero altrui “uccidiamo” Gesù.
Diventiamo conseguentemente falsi e disonesti. Falsi perché la nostra vita sarà camaleontica alla continua ricerca dell’approvazione dell’altro e disonesti perché è difficile essere sinceri con il prossimo, soprattutto perché la verità può essere dolorosa e, se continuiamo a vivere con la paura di ciò che gli altri possono pensare, allora molte cose rimarranno taciute, soprattutto quelle necessarie. Questo perché saremo sempre più preoccupati di noi stessi. Spesso ci si accosta al Signore con tanti buoni propositi e pronti a tutto, ma per paura di ciò che gli altri possano pensare o delle conseguenze delle nostre scelte viviamo la nostra fede “in segreto”.
In un mondo preda della paura, oggi diventa sempre più importante verificare in che posizione ci troviamo: abbiamo paura degli uomini, del loro pensiero, della loro approvazione oppure abbiamo timore di Dio?
Come ha agito Gesù di fronte alla paura? Ha forse avuto timore del pensiero dei farisei quando li chiamava “ipocriti” e “razza di vipere” o delle eventuali conseguenze? Nel giardino del Getsemani la notte prima di morire di sicuro c’era molta ansia, ma qual era il pensiero di Gesù? Fare la volontà del Padre o cercare l’approvazione della gente?
Molto tempo prima Adamo in un altro giardino si è comportato in modo totalmente diverso da Gesù. Adamo è scappato da Dio ed è andato verso la paura, Gesù è scappato dalla paura ed è andato verso Dio: solo se ci comporteremo come Gesù allontaneremo da noi la paura.
Confidiamo nel Signore e cerchiamo di fare la Sua volontà senza pensare a ciò che la gente possa pensare di noi?
“L’empio fugge senza che nessuno lo perseguiti, ma il giusto se ne sta sicuro come un leone” (Proverbi 28:1).
“La paura degli uomini è una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro” (Proverbi 29:25).
Eppure l’uomo è riuscito a produrre, con l’escludere l’idea del Dio Creatore e del suo governo, una condizione esistenziale dove la paura è di casa. Non constatando e considerando più Dio e la sua bontà, la fiducia e la sicurezza si allontanano dal cuore; cioè, quella pace che dimora nelle braccia di Dio. Se non si scorge più Dio, la Sua bontà e il suo dominio, subentra la paura, l’ansia e la preoccupazione di ciò che potrà avvenire; si potrà giungere ad attacchi di panico che produrranno sentimenti di fuga anche se non vi è chi perseguiti.
LA PAURA DELL’UOMO DERIVA DALL’ASSENZA DI DIO.
LA PAURA È ASSENZA DI FEDE IN DIO.
Il mondo ha bisogno di vedere che i figli di Dio confidano appieno nel loro Signore. Il mondo deve poter additare un cristiano e dire: “Eccolo lì uno che non si lamenta! Non ha paura né si lascia sgomentare dai momenti di angoscia. Non si preoccupa del futuro! La sua fede lo sostiene sempre!”
Che lo sappia o no, tu testimoni e confessi tutti i giorni — ai tuoi colleghi di lavoro, alla tua famiglia, al tuo avvocato, al tuo parrucchiere, al tuo vicino, ai tuoi fratelli in Cristo! Queste persone ti osservano quando ti trovi in un momento difficile, ti guardano e ti ascoltano, e poi dicono a se stesse: “Ma vive quello predica? Se Gesù è con lui o lei, allora perché è abbattuto/a? Agisce proprio come noi che non crediamo in Cristo!”
“…ma chi confida nel Signore è al sicuro”. Ci crediamo davvero?
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