“Ho combattuto il buon combattimento…” (2Timoteo 4:7)
La vita del cristiano è un combattimento, una corsa, un cammino che dobbiamo percorrere. Molti cristiani che credono che la corsa finisca il giorno in cui abbiamo creduto e che la nostra fede non sarà mai in pericolo. Molti cristiani ritengono di aver già ottenuto il premio. Molti pensano: “Poiché ho creduto e sono stato salvato, ora posso vivere come voglio. Ho già ricevuto il premio”. La vita cristiana per Paolo non era così. Non era qualcosa di statico, una pausa per ottenere la salvezza, e poi continuiamo come prima. Al contrario, per lui era qualcosa di dinamico, un combattimento, una corsa cha doveva correre. “…corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:1,2)
La vita del cristiano è quindi una gara, una strada che dobbiamo correre tenendo gli occhi su Gesù. La fede è qualcosa che dobbiamo mantenere. “ESAMINATE VOI STESSI PER VEDERE SE SIETE NELLA FEDE” (2Corinzi 13:5) Siamo dunque nella fede, oppure viviamo le nostre vite basate su una visione distorta che giustifica il peccato? Esaminiamo noi stessi perché non siamo riprovati in qualcosa.
“Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato” (1Corinzi 9:24-27)
Nella parabola del seminatore la seconda e la terza categoria parla di coloro che non hanno rifiutato la parola, almeno non immediatamente. Al contrario, la semente è spuntata, ma non ha dato frutti. Gesù lo dice chiaramente per la seconda categoria: CREDONO ma solo “per un tempo”. Sebbene la semente della Parola spunti in tutte le tre categorie, è solo l’ultima che riesce a dare frutti. Le altre due, anche se avevano la fede, l’hanno persa per strada. Quindi il fatto che qualcuno abbia fatto una confessione di fede in Gesù Cristo non lo classifica automaticamente nella quarta categoria. La categoria a cui apparteniamo dipende da quello che accadrà sulla strada della nostra camminata con Dio, da quel giorno in poi. Il giorno in cui abbiamo fatto la nostra confessione è stato il giorno in cui la semente è spuntata. Tuttavia, non possiamo sapere dall’inizio come crescerà questa semente. L’unico resoconto giusto è quello finale.
Nel cammino ci saranno momenti in cui dovremo scegliere se seguire la strada di Dio o la nostra. In quei momenti, quelli della seconda categoria abbandoneranno Dio e correranno di nuovo dietro ai loro desideri. Se non c’è alcun pentimento e ritorno, i risultati possono essere davvero devastanti.
Oppure, non appena tentazione e tribolazione fanno la loro apparizione nell’arena, queste persone preferiscono cambiare strada.
L’altra trappola è l’amore per il denaro, l’avidità, e l’illusione di ricchezze. “Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori” (1Timoteo 6:9-10)
Un altro ostacolo ancora per la crescita della semente della Parola di Dio è la preoccupazione. Le preoccupazioni soffocano la semente della Parola. Soffocare le preoccupazioni diventa una nostra responsabilità, e non di Dio: “gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi” (1Pietro 5:7)
Non c’è nessun compromesso con il peccato che non ha effetti sulla vostra produttività. Il peccato, così come le preoccupazioni, l’avidità e tutte le altre trappole, rende il cuore indifferente.
Quindi, c’è una bella corsa che dobbiamo correre, un buon combattimento che dobbiamo combattere. È vero, siamo deboli, ma abbiamo a nostra disposizione la potenza di Dio, la quale non permetterà che i nostri piedi vacillino. Il vero cristiano non prega che gli siano risparmiate le prove della vita, ma prega di poter avere la forza di superarle. La vita è una lotta continua.
Quando la semente cade sul terreno non cresce istantaneamente. Così avviene anche per la semente della Parola di Dio. La sua evoluzione è dinamica. In tutti i tre casi della parabola del seminatore, la semente spunta, ma solo nell’ultimo dà i frutti. Corriamo verso la perfezione. La decisione di affidare la nostra vita a Gesù Cristo è quindi qualcosa che decidiamo ogni giorno. La nostra vita appartiene a Gesù OGGI? Non può appartenere sia a Lui sia al mondo, anche se molti credono che sia possibile. La conseguenza di questo è l’ipocrisia e la doppia identità.
La vita vera è nell’umiltà e nel timore di Dio.
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