MARIA SERVA DEL SIGNORE-D.A.Carson
A volte la cattiva teologia genera una reazione teologica altrettanto cattiva. Per il fatto che il cattolicesimo romano ha attribuito gradualmente molti titoli e leggende a Maria, gli evangelici hanno a volte reagito tacendo sul suo carattere straordinario. Nessun approccio risulta essere appropriato, quando si ci confronta con questo brano (Luca 1:39-80) e con pochi altri con i quali avremo occasione di confrontarci. I cattolici hanno attribuito a Maria titoli come quello di “Madre di Dio” e di “Regina del cielo” che non si trovano nella Bibbia. Così come non troviamo riscontro nella Bibbia dell’affermazione che Maria fu concepita immacolata (nata senza peccato) e che anche lei, come Enoc, fu trasportata in cielo con il proprio corpo, non sperimentando la morte. L’ultima affermazione è divenuta un dogma per i cattolici romani nel 1950. Secondo quello che si sente dire si starebbe affermando, come verità che deve essere confessata, da parte dei cattolici conservatori un altro titolo attribuito a Maria, vale a dire “Co-Redentrice”. Ma la testimonianza di Luca guarda in un’altra direzione. Nel canto di Maria (Luca 1:46-55), chiamato tradizionalmente il Magnificat (dalla parola latina magnifica “L’anima mia magnifica il Signore”), la madre di Gesù dice che il suo spirito si rallegra in “Dio mio Salvatore” il che equivale a pensare a se stessa come bisognosa di un Salvatore e questo sarebbe strano per una donna concepita “immacolata”. In realtà, una rapida analisi dei Vangeli dimostrerebbe che durante il ministero di Gesù, Maria non aveva con Lui un rapporto particolare e a volte non riusciva a comprendere la natura della sua missione, inoltre non aiutò mai nessuno a ottenere da Gesù qualche favore che lei stessa o qualcun altro non potessero ottenere altrimenti. In effetti, la testimonianza unanime della Scrittura è che le persone devono andare a Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28), così si esprime Gesù stesso, e non dice “Andate da mia madre”. Egli è il solo mediatore tra Dio e gli esseri umani. Eppure, Maria è veramente da ammirare, è un modello di molte virtù (come lo è Giuseppe in Genesi 37-50). Accetta il suo sorprendente ruolo con la sottomissione e con serenità, chiedendosi subito che cosa questo avrebbe significato per la reputazione. Elisabetta la chiama per due volte “beata”, cioè, approvata da Dio; il riconoscimento della superiorità soprannaturale del figlio di Maria sul figlio di Elisabetta, fu una delle cose che sicuramente Maria conservò nel suo cuore. Ma niente di tutto ciò va a gloria di Maria: lei stessa riconosce che la sua benedizione non è fondata su una sua intrinseca superiorità, ma all’attenzione di Dio (l’Onnipotente) per la sua “bassezza” e alla sua scelta per la quale Dio ha fatto “grandi cose” per lei. La sua attenzione nel Magnificat, così come anche la nostra, deve essere sulla fedeltà di Dio nel realizzare la liberazione promessa da molto tempo.
D.A.Carson
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