“Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:6-7).-F.B.Meyer
Il nostro Signore volle avvicinarsi ai peccatori, non perché ci fosse qualche affinità tra il Suo carattere e il loro, ma perché Egli desiderava riportarli dal paese lontano in cui avevano vagato. La pecora errante, del tutto ignara, bruca l’erba che le sta direttamente davanti, e continua a brucare fino a quando si allontana enormemente dal pastore e dal resto del gregge. Questa è forse un’immagine della tua vita? Sei vissuto soltanto in vista della tua gratificazione personale, girovagando spensierato e inconsapevolmente dei pericoli che minacciavano di distruggerti? Allora ricorda, che malgrado tu non abbia cura di te stesso, la tua condizione suscita la più profonda sollecitudine nel cuore di Cristo. Probabilmente, non troverai mai la strada per giungere a Lui, ma Egli è sul tuo cammino, e non abbandonerà la tua ricerca fino a quando non ti raggiungerà proprio dove ti trovi, traendoti dalle rocce in cui sei caduto, o dalle spine in cui ti sei impigliato. La moneta perduta porta l’immagine e la scritta del sovrano, la data in cui venne coniata dalla zecca, ma è inutilizzata, annerita e forse rovinata, in mezzo alla povere del luogo, oppure incastrata nella fessura del pavimento. Il suo proprietario spazza, fruga ed esplora ogni possibile angolo fino a quando riesce a trovarla. Quest’immagine si presta bene ad illustrare l’anima dell’uomo, che giace in mezzo alla polvere del peccato pur essendo stata creata ad immagine di Dio. L’unica speranza per il peccatore è l’apprensione nel cuore di Dio, che rivolterà ogni pietra fino a trovarci. La casa della Vita è sottosopra, ovunque c’è agitazione e movimento, e tutto questo unicamente perché dobbiamo essere trovati.
F.B.Meyer
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