«Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno» (Romani 8:28)
Cina anni ’50, inizio del potere comunista: un pastore cristiano viene arrestato nel sud della Cina per “attività controrivoluzionarie”, (amava Gesù e il prossimo) e spedito in una prigione nel nord a 3000 km di distanza in un campo di prigionia di lavori forzati. La sua famiglia (moglie e 5 figli) sono sconvolti, la più grande ha 12 anni, il più piccolo 1 anno.
Decidono di seguire il loro padre e dopo una settimana di viaggio arrivano alla prigione. Sono poverissimi e per sopravvivere, attendendo il miracolo della liberazione di Li, sono costretti a costruirsi una catapecchia con assi e tela che trovano ai bordi della strada. Le temperature arrivano fino a -20°.
ll pastore Li nella prigione è costretto a lavorare in una miniera dove estraggono il ferro: 14 ore di durissimo lavoro, cibo scarso e scadente e inizia ad ammalarsi. Prima di congedarsi dalla sua famiglia, aveva incoraggiato la moglie e i figlioletti a confidare nel Signore, prevedendo tempi molto difficili e prega per loro.
Tre mesi dopo il pastore Li muore, la famiglia é distrutta dal dolore e dall’angoscia per la mancanza di qualsiasi prospettiva di sopravvivenza.
La moglie del pastore decide di cercare un qualsiasi lavoro, ma la figlia maggiore (12 anni) le dice che deve accudire il fratellino di un anno; andrà lei a cercare lavoro. Così si reca dal direttore della prigione dove era morto suo padre.
Con grande coraggio e dignità la ragazzina espone la sua situazione al direttore chiedendo aiuto. La sua situazione familiare è difficilissima ed ella è disponibile a qualsiasi lavoro.
L’uomo è commosso e le propone un “lavoretto”: si tratta di stare 12 ore al giorno vicino all’entrata della miniera, dove lavorano sotto terra 3000 detenuti, ad una postazione dove c’é un pulsante rosso, che lei dovrà premere solo quando glielo diranno i responsabili del campo o il direttore stesso in caso d’emergenza per far uscire i detenuti dalla miniera.
Lei accetta e inizia questo lavoro; passano le settimane, arriva il primo misero stipendio che comunque é sufficiente per far vivere la sua disperata famiglia e questo la rende contenta.
Un giorno, mentre é alla sua postazione, sente una voce che le dice «Premi il pulsante». La bambina si gira ma non vede nessuno attorno e resta perplessa. Pensa: forse mi sarà sbagliata.
Poco dopo la stessa voce le ripete: «Premi il pulsante, fa’ presto!»
Sbigottita cerca di capire chi le ha dato quell’ordine perentorio, ma non scorge nessuno; non capisce, é turbata. Poi, dopo pochissimo, di nuovo sente «Premi il pulsante, ora!».
Adesso capisce, non vedendo alcuno, é la voce del Signore!
Perché? – pensa – ma subito dopo preme il pulsante rosso. La sirena d’allarme di evacuazione risuona nel campo e nelle profondità della miniera. In pochissimo tempo i 3000 detenuti escono nella miniera; escono salendo con gli ascensori e si riversano nel cortile, davanti alla postazione dove c’é la bambina.
Arriva trafelato il direttore, arrabbiato, e le dice: “Che hai fatto?”
Pochi istanti e, prima che la bambina possa rispondere, la terra inizia a tremare per più di 20 secondi. Ci sono dei crolli nella miniera, le gallerie sono distrutte insieme alla miniera (non é più stata riaperta da allora).
Un profondo silenzio cala su tutti e gli sguardi sono fissi sulla piccola. Il direttore balbettando le dice: “Ma tu come hai fatto a premere il pulsante rosso prima che accadesse, tutto questo?”
La ragazzina sale su una cassetta per essere più visibile a tutti e con tutta la voce che ha dice: “È il Signore Gesù che mi ha spinto a premere il pulsante rosso. Per 3 volte mi ha detto di farlo e alla fine ho ubbidito! Gesù é l’unica Via per voi e per conoscere il Dio vero e Vivente. Lui vi ama e lo ha dimostrato salvando le vostre vite in questo giorno. Dovete ravvedervi dai vostri peccati ed affidare a Lui la vostra vita!”
Tutti i 3000 prigionieri, i guardiani e il direttore si inginocchiano e con grandi pianti, chiedono perdono a Dio e affidano a Gesù la loro vita.
Caro amico/a spero che oggi tu sia tra coloro che hanno “udito il suono” della Parola di Dio, che ti ha portato a riconoscere che solo Gesù ti può salvare!
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