IL CANTICO DEL CREDENTE “L’Eterno è pietoso e clemente, lento all’ira e di gran benignità” (Salmo 103:8)
Questa è l’espressione sentita del cuore di ogni credente. Questa è la pienezza e la perfezione connessa al fatto di conoscere Dio, di capirLo al punto che Egli diventa il nostro più autentico diletto, di comprenderLo in modo che la lode sia più dolce e completa quando traduciamo in canto la nostra riconoscenza. Chi ha appreso questo benedetto segreto possiede la chiave dorata del cielo, anzi, ha portato il cielo sulla terra, e non ha necessità di invidiare gli angeli. Questa parte del salmo è da considerarsi un assolo, e non un pezzo corale nel quale partecipano molte voci e vi concorrono diversi strumenti. Colui che ha questa gioia possiede tutto. Si tratta per di più di un cantico originale. Molti possono impartirci preziose lezioni su Dio, illustrandoci gli aspetti del Suo carattere, ma alla melodia che sgorga dal cuore possiamo abbandonarci soltanto quando giungiamo a conoscerLo personalmente, in un modo che nessuno può rivelarci. Tutti vedono i benefici immediati che Dio può offrire, ma pochi riescono a scorgerLo personalmente. Posso sentir parlare del Creatore di tutte le cose senza che Egli mi tocchi, senza che la Sua persona susciti in me alcuna emozione: al massimo può essere oggetto di qualche mia astrazione logica. Posso fare un passo avanti e avere una religione che può risolversi in una devozione tanto formale quanto opportunistica. Chiedo benedizioni e offro in cambio qualche forma di ringraziamento, nulla di più. Cerco Dio per necessità, e Lo considero una fonte di approvvigionamento. Davide si spinge molto più avanti quando fa dell’Eterno il proprio cantico. Questa gioia può derivare unicamente dalla conoscenza diretta e dalla comunione costante con Dio. “Chi non ama non ha conosciuto Iddio: perché Dio è amore” (I Giov. 4:8). L’amore fa le veci degli occhi, degli orecchi e del cuore in un rapporto volto a conoscere il Signore. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio: a costoro è dato di vederLo fin d’ora, proprio qui, in ogni particolare della vita dedicata a Lui. Dobbiamo crescere nella grazia, per progredire nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
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