MEDITAZIONE dal titolo: “I tre progetti dell’Eterno”.
In tutta la Parola di Dio, dalla Genesi all’Apocalisse, leggiamo tre progetti di Dio Padre i quali due si sono compiuti e uno è da adempirsi ma visto i tempi come si susseguono, si pensa che il terso evento è alle porte.
Questi progetti, nessuno escluso, ci parlano di distruzione e di salvezza, di condanna e redenzione, di devastazione e affrancamento.
Questo perché Dio vuole ubbidienza e santificazione dall’uomo e tollera il peccato fino ad un certo punto ma quando l’uomo dimentica che esiste un Dio e compie atti impuri continui e senza ritegno, allora scatta il progetto di Dio ma fino alla fine Egli dà modo all’uomo di ravvedersi affinché nessuno perisca ma che giungano a salvazione.
IL PRIMO PROGETTO è la devastazione dell’uomo attraverso l’acqua, cioè attraverso il diluvio universale perché il cuore dell’uomo era malvagio e l’uomo concepiva solo disegni malvagi (Gen 6:5).
Se amate leggere, noterete che Noè impiegò ben 100 anni a costruire l’arca perché doveva abbattere gli alberi, poi con lascia doveva portare l’albero a fogli. Poi congiungere i fogli al telaio di legno di gofer e l’arca era ben 150 metri lunga, larga 15 metri e alta 15 metri (Gen 6:15), praticamente come una nave da crociera e a quanto pare, era il solo a lavorarvi poiché la Bibbia non dice che i tre figli lo aiutassero.
Noè è stato schernito e tra un colpo di accetta e l’altra, annunciava che Dio gli aveva parlato e che sarebbe avvenuta una distruzione mai accaduta prima.
Da questo racconto, si nota che Dio avverte l’uomo attraverso Noè di ravvedersi ma gli uomini preferirono proseguire nella loro malvagità ma quando il diluvio si abbatté sui malvagi, sperarono ad una salvezza oramai impossibile perché l’arca era sigillata e l’arca rappresenta Cristo!
IL SECONDO PROGETTO è la devastazione di Sodoma e Gomorra non attraverso l’acqua ma attraverso zolfo e fuoco che venne dal cielo sterminando le due città peccaminose (Gen 19:24).
Stavolta come intermediario non vi era Noè ma Abramo che avvisando il nipote Lot, credette.
Le città erano talmente peccaminose che un giorno andarono da Lot due angeli e la popolazione nel saperlo, durante la notte pensarono bene di ucciderli e Lot invita la popolazione ad abusare delle due figlie più giovani che non avevano conosciuto marito pur di salvare la vita ai messaggeri, cosa che Dio non avrebbe mai permesso e non attuabile in quanto, benché erano visibile attraverso una Teofania, palpabili e con sembianze di uomini tanto che essi mangiarono nella tavola di Lot, gli angeli sono sempre esseri spirituali non soggetti alla morte e quel corpo è provvisorio, concesso da Dio, affinché un essere spirituale possa dialogare con l’uomo (Gen 19:1-11).
La Bibbia insegna, che Lot uscì dalla città e si salvò assieme alle tre figlie che credettero al padre ma non si salvarono i generi (due benché erano sposati non avevano consumato con le figlie) i quali schernirono Lot. Non si salvò nemmeno la moglie di Lot che una volta fuori la città, guardò indietro ricordando le ricchezze che stava lasciando, rimase una statua di sale (Gen 19:26).
IL TERZO PROGETTO è la devastazione del genere umano descritta nel libro dell’Apocalisse che stavolta non v’è Noè e nemmeno Lot a proclamare la salvezza ma è chiamata la chiesa ad annunciare Cristo.
Se consultiamo con attenzione la Bibbia e leggiamo questo libro, quasi tutto parla del tormento non perché scende dal cielo l’acqua e nemmeno il fuoco ma perché Dio si usa del maligno a distruggere ogni uomo ma coloro che grideranno all’Eterno, saranno attirati a Lui.
Si salveranno 144.000 Ebrei e si salverà prima di loro la chiesa infatti, nel principio del libro in una grande sala l’apostolo Giovanni dopo il rapimento vide l’Agnello e il leone e queste due figure indicano una mano tesa dell’Iddio Altissimo e la distruzione dell’uomo malvagio e stolto.
Oltre a questi tre progetti di Dio chiaramente descritti nella Sua Parola, tutta la Bibbia è un continuo richiamo al ravvedimento e questo dimostra il dolore dell’Eterno nel dovere punire il disubbidiente ma perché ritorni a sana mente, Dio è stato costretto assai spesso a dare Israele in mano ai nemici e in quello stato di schiavitù, il popolo ritornava a Dio.
Ravvediamoci, cari nel Signore, ma non un ravvedimento di comodo secondo i nostro progetti, ma conformi ai progetti del Signore che consiste d’essere puri fino a somigliare a Cristo Gesù, una purezza d’animo e di spirito che altri dovranno dire di noi di vederci diversi da loro ma se non dicono nulla, significa che siamo simili e questo non è buono!
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