“Perché non me lo hai detto prima?”
Prima o poi, in una relazione interpersonale, si arriva ad un punto in cui una delle due parti pone questa domanda. In quel momento si prende coscienza del fatto che, se ci si fosse parlati con maggiore schiettezza, si sarebbe potuto evitare il deteriorarsi di una situazione o della relazione stessa.
In quel momento ci accorgiamo che se le troppe parole sono fonte di problemi, anche parlare troppo poco può essere deleterio.
Vero che le nostre labbra possono essere un’arma con la quale rischiamo di fare molti danni soprattutto quando diciamo tutto ciò che ci passa per la mente come un fiume in piena:
“Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente” (Proverbi 10:19).
“Chi sorveglia la sua bocca e la sua lingua preserva sé stesso dall’angoscia” (Proverbi 21:23).
Quindi, mi dirai, per non sbagliare, non è meglio stare zitti?
D’altra parte: “Anche lo stolto, quando tace, passa per saggio; chi tiene chiuse le labbra è un uomo intelligente” (Proverbi 17:27-28).
Certo, piuttosto che proferire sciocchezze, è meglio stare zitti. Ma è anche vero che ci sono momenti in cui le nostre parole sono opportune: “Le parole dette a tempo son come frutti d’oro in vasi d’argento cesellato” (Proverbi 25:11). A volte, per eccessiva prudenza, si rischia di non parlare quando invece sarebbe opportuno farlo. Se le troppe parole non portano nulla di buono, è anche vero che la mancanza di una buona comunicazione verbale è spesso alla base di tanti problemi nelle nostre relazioni interpersonali.
Ci sono parole inutili, non costruttive che conducono alla rovina chi le ascolta e sono come una cancrena che consuma la carne. Ma questo non deve frenarci dall’utilizzare le nostre parole quando queste possono essere utili e costruttive: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).
Ci sono due lati della medaglia: da una parte ci sono parole cattive che possono ingannare, ferire, offendere, parole che farai bene ad evitare, ma esistono anche parole buone, piene di grazia, che conferiscono grazia a chi le ascolta, parole con le quali puoi edificare, ovvero costruire.
“Le parole gentili sono un favo di miele; dolcezza all’anima, salute alle ossa” (Proverbi 16:24).
“La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira (Proverbi 15:1).
In altre occasioni saranno parole che liberano, riprendono o portano nutrimento.
“Le parole degli empi insidiano la vita, ma la bocca degli uomini retti procura la liberazione” (Proverbi 12:6).
“Vale più udire la riprensione del saggio, che udire la canzone degli stolti” (Ecclesiste 7:5).
“Le labbra del giusto nutrono molti, ma gli stolti muoiono per mancanza di senno” (Proverbi 10:21).
Quante volte hai avuto la sensazione che avresti fatto meglio a dire qualcosa e invece non lo hai fatto? Quante incomprensioni tra parenti potrebbero essere risolte con facilità attraverso un dialogo sereno? E quanti matrimoni potrebbero essere salvati?
Nel matrimonio, la mancanza di comunicazione può essere davvero letale o comunque portare a problemi molto gravi. Alcune coppie hanno addirittura fatto naufragio nel loro rapporto proprio per questo motivo.
Molto spesso non osiamo dire all’altro ciò che davvero pensiamo. Ci teniamo per noi le nostre sensazioni e ci costruiamo la nostra idea dell’altro, agendo nella convinzione che non valga la pena parlarne, tanto l’altro non ci ascolterà, e se ci ascoltasse, non capirebbe. Così, rinunciamo al dialogo. Ma, prima o poi, tutto ciò che non abbiamo il coraggio di chiarire con il nostro coniuge diventerà talmente insopportabile che scoppieremo come una pentola a pressione, diventando aggressivi e irritati, usando le parole come pugnali e reagendo in maniera spropositata rispetto a quanto sarebbe stato necessario, peggiorando ancora di più la situazione. Nei casi peggiori però ci sono stati coniugi talmente rinunciatari a parlare in maniera schietta con il coniuge da logorarsi interiormente fino a cercare in una amicizia extraconiugale lo sfogo ritenuto necessario, parlando con terze persone di argomenti di cui non si riusciva a parlare con il proprio coniuge. Tali amicizie talvolta sono sfociate nell’adulterio.
Attenzione che la scelta di coinvolgere altre persone invece di rivolgerci direttamente al nostro interlocutore è quella più deleteria. Infatti, la maldicenza, quando trova terreno fertile, può fare danni che vanno molto in profondità: “Le parole del maldicente sono come ghiottonerie, e penetrano fino all’intimo delle viscere” (Proverbi 18:8).
Spesso accade che a causa di una parola inopportuna che è uscita dalla loro bocca, hanno rovinato la loro carriera, la loro reputazione o la reputazione di un altro.
Capita che quando l’incomprensione tra due persone è stata risolta, le parole diffuse ad altri sono talmente radicate che continuano a diffondersi anche molto tempo dopo incrinando i rapporti anche con altri. Si tratta di roba da cui stare alla larga: “Chi va sparlando palesa i segreti; perciò non t’immischiare con chi apre troppo le labbra” (Proverbi 20:19).
La lingua è un’arma così potente che la bomba atomica a confronto sembra un giocattolo. Quest’arma ha la capacità di portare angoscia nella vita di qualsiasi persona, senza distruggerla fisicamente, e può produrre ferite che mai guariranno completamente.
Le parole che diciamo possono portare la vita e l’amore, ma possono anche portare morte e distruzione. Infatti “morte e vita sono in potere della lingua” (Proverbi 18:21).
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