Dall’amarezza alla certezza
Certo, Dio è buono verso Israele, verso quelli che son puri di cuore … (Salmo 73)
La storia di Asaf descritta nel salmo racconta della sua profonda amarezza causata dall’osservazione della prepotenza, del successo e della popolarità dei malvagi e profani suoi contemporanei.
Con onestà il salmista descrive la sua invidia nel vedere la prosperità dei malvagi, che lo porta sull’orlo dell’abisso, e che comunque lo fa cadere in una condizione che descrive così: “… il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza; io ero di fronte a te come una bestia”.
Può accadere che in un buon cristiano si trovi un cuore amareggiato, trafitto, insensato, senza intelligenza… come una bestia? Può accadere che un buon credente sia “arrabbiato” con Dio?
La vicenda di Asaf e la nostra esperienza ci dicono che può accadere e accade che una persona timorata di Dio possa, partendo dall’indignazione per una giusta causa, sbagliare completamente le sue valutazioni e precipitare in un’amarezza nociva, mettendo a rischio il suo benessere spirituale e psicologico e perfino fisico.
Come si esce da una tale condizione? Il centro del salmo racconta proprio come Asaf supera l’amarezza: “Ho voluto riflettere per comprendere questo, ma la cosa mi è parsa molto ardua, finché non sono entrato nel santuario di Dio, e non ho considerato la fine di costoro”.
Asaf era un cantore, dunque il santuario di Dio era il suo luogo di servizio, era là, nel santuario, che egli dirigeva e cantava le lodi al Signore. E fu proprio in quel luogo che ricevette le risposte di cui aveva bisogno per rivalutare, rinnovare e rinsaldare il proprio rapporto con Dio.
La storia di Asaf ci mette in guardia dal lasciarci confondere da quello che vediamo intorno a noi, dall’amareggiarci per il successo, la popolarità e la prosperità di chi opera ingiustamente, disprezzando e calpestando le leggi di Dio e degli uomini.
D’altro canto essa ci insegna un metodo essenziale sia per guarire dall’amarezza sia per non ricaderci più: vivere alla presenza di Dio!
Carissimo, qualunque sia la fonte della tua attuale amarezza, non permetterle di trafiggerti fino a farti diventare insensato, senza intelletto, come una bestia davanti a Dio.
Rifugiati subito all’ombra delle Sue ali, trova nella Parola e nella preghiera una nuova prospettiva per vedere al di là del visibile, oltre il momento attuale, fondandoti su questa assoluta certezza: Dio è buono!
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