E se i peccati fossero pietre?
«Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia» (Rif. Libro dei Proverbi Cap.28 verso 13)
Due donne si recarono a casa di un missionario per chiedere qualche consiglio sulla vita spirituale. L’uomo di Dio si fece raccontare la loro vita. La prima pensava di essere una grande peccatrice. Lei nei primi anni del suo matrimonio, aveva tradito la fiducia del marito e, anche se in seguito non era più accaduto, non riusciva proprio a dimenticare quella colpa. Lei raccontò del profondo rimorso che aveva dentro e singhiozzando affermò: «Non può esserci perdono per me, il peccato commesso è troppo grande». L’altra donna, che fino a quel momento aveva guardato con aria di disprezzo la prima, si sentiva a posto ed in pace con se stessa, raccontò all’uomo di Dio: «Non ho particolari errori e colpe da raccontare, infatti ho sempre rispettato tutti ed ho adempiuto alle leggi del buon comportamento sociale».
L’uomo di Dio, dopo una silenziosa riflessione, rivolgendosi alla prima disse: «Figliola, vai a cercare una pietra, la più pesante e grossa che riesci a sollevare e portamela qui». Poi rivolgendosi alla seconda affermò: «E tu, portami tante pietre quante ne riesci a tenerne in grembo, ma che siano piccole». Le due donne sì affrettarono a eseguire l’ordine ricevuto. La prima tornò con una grossa pietra, la seconda con un’enorme borsa piena di piccoli sassi. L’uomo di Dio dapprima esaminò attentamente le pietre, poi, fissando lo sguardo sulle due donne, affermò: «Ora dovete fare un’altra cosa: riportate le pietre dove le avete prese, ma badate bene di rimettere ognuna di esse nel posto esatto dove l’avete presa. Poi tornate da me».
Pazientemente, le due donne cercarono di eseguire l’ordine ricevuto. La prima trovò facilmente il punto dove aveva preso la pietrona e la rimise a posto. La seconda invece girava invano, cercando di ricordarsi dove aveva raccolto le piccole pietre della sua borsa. Era chiaramente un compito impossibile e tornò mortificata a casa dell’uomo di Dio con tutte le sue pietre. Il saggio sorrise e disse: «Succede la stessa cosa con i vostri peccati. Tu, disse rivolto alla prima donna, riconoscendo la tua colpa hai facilmente rimesso a posto la tua pietra, perché sapevi dove l’avevi presa. Hai ascoltato umilmente i rimproveri della tua coscienza ed hai riparato grazie alla tua confessione ed al tuo pentimento davanti a Dio. Tu invece, disse alla seconda donna, non sai dove hai preso tutte le tue pietre, come non hai saputo accorgerti dei tuoi tanti peccati. Hai condannato le colpe degli altri e sei rimasta invischiata nelle tue, perché non hai saputo riconoscerle».
Amici visitatori, quando pensiamo «Ma che cosa devo confessare?», ricordiamoci che sono proprio le tante (per noi piccole) colpe, di solito trascurate, che ostacolano la nostra «PACE INTERIORE». Il Salmista afferma nella Bibbia: «Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti. Trattieni pure il tuo servitore dai peccati volontari, e fa’ che non signoreggino su me. Solo allora sarò integro e puro di grandi trasgressioni. Siano grate nel tuo cospetto le parole della mia bocca e la meditazione del cuor mio, o Eterno, mia rocca e mio Redentore!» Facciamo nostra, in quest’oggi, questa verità!
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