PAROLE CONSOLANTI

Ti senti impotente, come fossi in uno stato di schiavitù? Spesso le circostanze in cui ci troviamo rappresentano il legame e le catene che ci stringono. Tu non puoi fare come vorresti ma puoi esserlo. Essere il meglio che puoi, esattamente dove ti trovi, e attendere il tempo del Signore. È attraverso la fedeltà di fronte agli impegni attuali che cresci e diventi idoneo a un lavoro migliore. Considera i bisogni di chi ti circonda (cfr Geremia 29:7). A tal proposito anche la storia di Giuseppe rappresenta un esempio straordinario. Quando fu gettato in prigione, egli si dispose a servire i prigionieri nel luogo in cui si era venuto a trovare. Che luce doveva emanare il suo volto e che consolazione doveva propagarsi da lui mentre avanti indietro si prendeva cura di ciascuno di loro: “Perché oggi avete il viso così triste?”. Nella pace di chi serviamo troveremo la nostra pace. Parole di consolazione e di speranza furono espresse ai prigionieri. Per quanto dura potesse sembrare in apparenza la loro sorte, Dio meditava per loro pensieri di pace e non certo di male. Così è anche per noi: possiamo attraversare un periodo negativo; può sembrare che tutto ci remi contro, ogni cosa appare dura e sconsolante. Ma dall’alto del Suo cielo, Dio sta pensando proprio a te, e i Suoi pensieri sono di pace e non di male. L’orizzonte, quindi, è acceso di speranza. Fratello, sorella c’è un tempo bello che sta per arrivare, così bello che potrai dimenticare questo presente, come fosse dell’acqua che scorre senza lasciare alcuna traccia. C’è un tempo assegnato anche alla prova che attualmente stai sopportando. Dio sicuramente ti visiterà, rivolgendo proprio a te la Sua parola di grazia. Nel frattempo dobbiamo vivere una vita di costante preghiera, di fede e comunione con Dio: Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore; (Geremia 29:12-14)

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