Ritorna sui tuoi passi
Il Signore gli disse: Su, ritorna sui tuoi passi… (1 Re 19:15)
Rifà la strada! Questo fu il risultato dell’incontro di Elia con Dio, presso la spelonca. Non c’è dubbio che la vita cristiana preveda il progresso (proseguo il cammino, scrive Paolo), ma parte del cristianesimo attuale sembra essere schiavo dei successi, drogato (con pericolosa dipendenza) di sensazioni, attività, eventi che si traducono in una convulsa ricerca di “cose nuove”, “grandi benedizioni”, molto spesso legate alla necessità di visibilità, sempre bisognose della conferma dei “numeri”.
Elia si trovava in un profondo stato di frustrazione proprio dopo dei “successi” memorabili che però non avevano prodotto il risultato (da lui) sperato.
Egli aveva pregato, il fuoco era sceso dal cielo, umiliando i profeti pagani. Aveva pregato di nuovo e la pioggia era scesa copiosa, mettendo fine alla lunga siccità. Eppure, tutto ciò non gli bastava, non lo soddisfaceva appieno, non cambiava completamente le cose.
Ora, dopo un lungo cammino e una nuova rivelazione, era invitato ad andare avanti, ritornando sui suoi passi.
Elia doveva concludere la sua missione ungendo due re (testimonianza della sovranità di Dio) e il nuovo profeta (dimostrazione che l’Opera di Dio non finisce con lui).
Il profeta ritornò sui suoi passi ubbidendo al Signore, finendo la sua missione, fedelmente.
Cari nel Signore, possa questa meditazione stamattina aiutarci a capire che non per forza la nostra vita (e la nostra esperienza cristiana) devono essere un continuo “mietere successi” o una trionfale cavalcata verso la gloria. E, che qualche volta, la chiamata di Dio è quella di ricominciare, rifacendo la strada, ritornando sui nostri passi per vedere la Sua gloria nelle cose semplici, sempre sottomessi alla Sua volontà
Fu il consiglio dato alla chiesa di Efeso, che aveva dimenticato il primo amore: “Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima…” (Apocalisse 2:5).
È il consiglio dato anche noi, stamattina.
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