VIVERE LA GRAZIA
Nel nostro cammino il Signore ci chiama a vivere una vita coerente con la grazia che ci è stata donata in Cristo Gesù e che, per fede, abbiamo ricevuto nella nostra vita.
Una scoperta sconvolgente
Circa 1950 anni fa in un posto per noi lontano, un uomo che stava camminando verso Damasco, per compiere con convinzione quelli che credevano essere i suoi doveri religiosi e il suo compito davanti a Dio, fece una scoperta che gli rivoluzionò la vita: la grazia di Dio nella persona di Gesù Cristo. Qualche anno dopo questo stesso uomo scrisse, a persone che avevano fatto la stessa scoperta, le seguenti parole :
«Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio» (Romani 5:1-2). La grazia di Dio trasformò un pio fariseo di nome Saulo, in Paolo, una “nuova creatura” (cfr. 2 Corinzi 5:17) e apostolo di Gesù Cristo e di Dio: “Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono”.
Circa 500 anni fa un monaco agostiniano stava lottando contro i suoi terribili e angoscianti sensi di colpa, ma anche contro una immagine che ogni volta gli si presentava davanti agli occhi, soprattutto quando le colpe e i peccati si facevano sentire ancora di più: l’immagine di Cristo assiso sul trono, pronto a giudicare gli uomini peccatori. Con questo spirito angosciato si avvicinò alla Parola di Dio, per motivi di studio e scoprì le parole di Paolo, ovvero la Parola di Dio, la quale afferma che “il giusto vivrà per fede” (Ro 1:17).
Martin Lutero scoprì la grazia di Dio e la Sua giustizia salvifica e scrisse : “Quando mi si dice che Dio è diventato uomo, posso capire a cosa si allude, ma semplicemente non posso rendermi conto di che cosa significhi.[…] Questa è l’ineffabile ed infinita grazia di Dio che non può essere compresa e tanto meno espressa dalla limitata capacità del cuore umano… indicibile profondità e ardente zelo dell’amore di Dio verso di noi”. La sua vita fu cambiata dalla grazia di Dio.
Salvati per grazia e… poi?!?
Sono tanti gli esempi, sia presenti nella Bibbia sia risultati dalla Bibbia nel corso della storia, di persone la cui vita fu trasformata dalla grazia di Dio e da Gesù Cristo. Ma nel nostro secolo, nella nostre chiese in cui crediamo e predichiamo la salvezza per grazia perché convinti dalla testimonianza delle Scritture e dalla testimonianza interiore dello Spirito Santo, nelle nostre vite individuali, al lavoro, a scuola, a casa e in ogni luogo dove camminiamo, come viviamo questa grazia?
Io per primo, alla luce della mia vita e di quello che a volte vedo e sento, noto come la grazia sia diventata a volte un concetto teologico che non siamo più capaci di vivere. Spesso pensiamo che siamo salvati per grazia e poi camminiamo solo con le nostre gambe, ovvero solo contando sulle nostre forze, pensando che la santificazione sia il nostro sforzarsi per piacere a Dio ora che siamo salvati.
Spesso ripetiamo che siamo salvati per grazia e che chiunque si accosta a Lui non sarà respinto, ma quello che Dio nella sua grazia non respinge, lo respingiamo noi con i nostri pregiudizi e le nostre visioni limitate: si fanno categorie di chi sia salvabile e di chi non lo sia, a volte il nostro “perbenismo” esclude le persone che sentono e hanno questa sete di giustizia, le quali cercano quella Fonte inesauribile che placherebbe la loro sete di eternità e vita.
Spesso ripetiamo che la grazia trasforma e ristabilisce, che guarisce il cuore spezzato, che rialza il peccatore, che può ricomporre i pezzi di una vita che come un vaso potrebbe essersi spezzata in tanti pezzi, ma poi siamo noi i primi a giudicare con asprezza coloro che mancano e questo è ben diverso dal concetto di disciplina di cui il Signore e la sua Parola parlano.
Siamo noi a darli per spacciati, a dividere i credenti in spirituali e carnali (quando nella Bibbia è insegnato che non vi è opzione tra l’essere spirituali o carnali e soprattutto quando la Bibbia insegna che essere spirituali non ha a che fare con la nostra giustizia personale, quanto con il nostro camminare per lo Spirito di Dio).
Siamo noi a emarginare coloro che ci hanno offeso, che sono caduti, che sono nella prova e noi invece pensiamo di essere lontani, coloro che lottano contro il peccato e soffrono. A volte non ci sforziamo di capire, non ci vogliamo abbassare al loro livello mentre Cristo si è abbassato prendendo un corpo di carne come il nostro e rinunciando alla sua gloria. Dimentichiamo di soffrire con loro, dimentichiamo che anche noi abbiamo passato momenti difficili nella nostra vita o che forse anche noi ne passeremo e avremo un disperato bisogno di una parola di conforto e di saggezza da parte di qualcuno, una parola di comprensione e amore e non di giudizio.
Spesso predichiamo la grazia, siamo capaci di darne spiegazioni teologiche e di essere fra i migliori difensori della fede, diamo prova di grande conoscenza e profondità intellettuale (il che non è un male, ma non è la cosa di primaria importanza); siamo capaci di combattere per la fede trasmessa una volta per sempre ai santi (intendendo le dottrine fondamentali della Bibbia), combattiamo contro il mondo e le sue speculazioni, ma poi non diamo la prova decisiva, non viviamo la grazia e spesso ci diamo il martello sui piedi, perché per paura di essere fraintesi dal mondo non siamo persone “di grazia e di verità” così come il Signore lo era. Egli vuole che manifestiamo anche noi nella nostra vita quest’aspetto, ma per questa “paura” ci priviamo di verità fondamentali e centrali del messaggio del Vangelo, e ci chiudiamo nel nostro nascondiglio, dimenticando. come qualcuno ha giustamente osservato, di essere “sale nella zuppa”.
Tornare alla grazia di Dio
Per quanto riguarda la mia vita, non ho bisogno di nuovi concetti teologici, ma di conoscere e crescere sempre più nella “grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo” (2P 3:18), dove conoscere nella Bibbia significa non avere chiaro il concetto, ma viverlo.
Se vogliamo mostrare davvero la infinitamente varia sapienza di Dio nelle nostre vite, nelle chiesa di Dio e nel mondo in cui viviamo; se vogliamo davvero essere il sale nella zuppa e la luce nel buio della notte…se vogliamo essere trasformati alla immagine di Cristo (e questo secondo Romani 8:29 è il nostro glorioso e certo futuro); se vogliamo vite che mostrino qualcosa di Cristo e che onorino Dio; se vogliamo mostrare agli altri l’amore di Cristo, il Suo perdono, e dare una parola di speranza eterna; se vogliamo tutte questo cose con il nostro cuore…allora c’è solo una cosa da fare: tornare alla grazia di Dio in Cristo Gesù e vivere IN e PER essa.
Del resto Paolo, nel brano che abbiamo citato all’inizio, scrive che mediante Cristo Gesù “abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi”.
Lascia un commento