LE INSIDIE DELLA FRETTA
Per fare un buon ragù non ci vuole un ciclotrone. Bastano attrezzi semplici e buoni ingredienti. Ma bisogna metterci tempo, esperienza, intelligenza, attenzione, sensibilità e gusto. Quando abbiamo fretta possiamo comprarlo in lattina al supermercato. Ma i casi sono due: o chi l’ha prodotto ha avuto tempo, cura, pazienza nel trovare il modo giusto di farlo – o quello che mangeremo sarà una porcheria.
Dio ha fatto il tempo, ma l’uomo ha fatto la fretta. La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza.
La fretta è un buttarci a precipizio, senza aver il tempo di pensare, su ciò che non è necessario fare immediatamente – e così moltiplicare all’infinito le possibilità di sbagliare, pasticciare e confondere le cose in un modo che ci costringerà poi a perdere tempo per rimediare, causando di nuovo l’affanno della fretta, trascinandoci in un circolo vizioso sempre più accelerato, sempre più affannoso e sfibrante. La fretta, quando non è motivata da una precisa necessità, è quasi sempre stupida. Perché spesso induce a sbagliare. Ma anche perché, comunque, ci rovina la vita mettendoci in uno stato di continuo affanno, in una perenne ansiosa rincorsa del nulla che è diventata un’abitudine fine a sé stessa.
Perchè corro tanto durante tutto il giorno? È davvero indispensabile?
Perché il problema costante è diventato la mancanza di tempo? Già, il tempo. Ci sembra sfuggire ogni istante, come se non riuscissimo ad afferrarlo, e così viviamo in un costante e caotico affanno. Il risultato è che il lavoro ha ridotto così gli spazi della vita privata e il tempo, scarseggiando, è diventato una risorsa preziosa, con la preoccupazione perenne di sprecarlo. Quindi l’equazione è: più lavoro, più benessere, meno tempo per se stessi. In secondo luogo nel lungo ciclo dell’individualismo il tempo è stato sempre più assimilato al denaro. Avete presente gli studi degli avvocati anglosassoni dove la clessidra segnala i minuti di ciascun incontro con il cliente per poi fatturarli? Bene: la nostra organizzazione della vita professionale ormai riflette in modo generalizzato questo schema. E il ritmo delle giornate di lavoro diventa sempre più serrato. Non avere mai tempo è un segno di regressione. E talvolta di stupidità autolesionista. Il tempo della vita è il bene più prezioso di cui disponiamo. Raramente, purtroppo, siamo in grado di farne buon uso. Spesso lo dissipiamo, consumandolo in vari modi. Non sappiamo, in particolare, stabilirne adeguatamente i ritmi e le cadenze. Lo dilatiamo nella noia, lo snerviamo nell’attesa e nella confusione. Così, aspettando di vivere meglio “dopo”, finiamo per non vivere mai appieno il presente. Logoriamo i giorni nel vortice degli impegni, nella fretta, nel desiderio di stordirci e dimenticarci, nella voluttà dello spreco di noi stessi. Siamo, in genere, trascinati dagli eventi, difficilmente capaci di fermarci a riflettere e a pensare. la fretta è un modo assolutamente dispersivo di bruciare il tempo dell’esistenza. Il presente viene consumato senza che ci si renda conto di quello che accade, ovvero nella frenesia.
Impara ad essere semplice, come se fossi un contadino e avessi una grande terra da coltivare. Perché hai così tanta fretta di arrivare? Questa fretta produrrà soltanto maggiore frustrazione nel vedere che non si muove niente e tutto va a rilento. Camminiamo troppo in fretta, senza gustare né vedere le piccole grandi cose dell’esistenza.
Hai mai ascoltato il ticchettio della pioggia? Hai mai notato come cresce una pianta? Qualche volta hai seguito il volo di una farfalla? O osservato il tramontare del sole?
Fermati. Non “ballare” in fretta.
Vivi ogni giorno sempre di corsa?
Quando ti domandi chi sei, ascolti la tua risposta? Quando il giorno finisce e ti sdrai sul tuo letto, ti assilli con mille pensieri? Fermati. Non “ballare” in fretta.
Le tue giornate passano freneticamente?
Qualche volta hai detto al tuo bambino “lo faremo domani” e nella tua apatia non hai visto la sua tristezza? Qualche volta per mancanza di tatto hai lasciato che un caro amico morisse senza averlo chiamato per dirgli “ciao”? Quante volte non riesci a dire “Ti amo” alla persona che ami? Fermati. Non “ballare” in fretta.
Se sei preoccupato, se corri per tutto il giorno, è come se gettassi la tua vita nel cestino.
È lo stress che ci impedisce di vivere serenamente il nostro cammino, il non saper più vivere nel qui e ora.
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