UNA NUOVA CREATURA
Ciò che Gesù esige da noi è di una severità così rigida: Egli chiede ai Suoi una rettitudine assoluta, perché Egli ha posto in loro la natura di Dio. Cristo riveste l’uomo della giustizia di Dio stesso.
Il Signore non dà corda alle nostre idee preconcette, anzi le mortifica e le elimina. Dio non dà alcun valore a ciò che Gli portiamo, salvo all’unica cosa che Egli chiede di portarGli: la nostra sottomissione incondizionata.
Nessuno può vivere unito a Cristo se non è pronto a rinunziare non solo al peccato, ma a tutto il suo modo di considerare le cose della vita. Nascere di nuovo significa lasciar cadere quello che tenevamo stretto in pugno, soprattutto le nostre pretese di qualità. Dio non vuole che Gli mostriamo la nostra bontà e l’onestà e la buona condotta, ma vuole che Gli diamo il nostro peccato, reale e concreto. E che cosa ci darà in cambio? Reale e concreta perfezione. Ma da parte nostra dobbiamo abbandonare ogni convinzione di valere qualche cosa, ogni pretesa di essere degni della Sua considerazione.
Quando siamo nati di nuovo, lo Spirito Santo inizia in noi l’opera della nuova creazione, ed arriverà il giorno in cui in noi nemmeno un minimo avanzo della vecchia epoca ci sarà: via il vecchio cerimoniale, via il vecchio atteggiamento verso le cose. Ma come possiamo arrivare a vivere senza concupiscenze, senza egoismi o suscettibilità, pieni di un amore che non s’inasprisce, che non pensa il male, che è sempre riguardoso verso gli altri? Ci riusciamo solo se la vecchia vita se ne va da noi senza lasciarsi dietro nemmeno un frammento, e se in noi prende il suo posto una fiducia semplice e perfetta in Dio, una fiducia tale da non farci più desiderare le benedizioni di Dio, ma Lui stesso. La salvezza di Dio non si basa sulla logica umana, ma sulla morte di Gesù, che ha dato sé stesso in sacrificio. Possiamo nascere di nuovo grazie all’espiazione di Gesù. Uomini e donne peccatori possono essere mutati in creature nuove, non per il loro pentimento o per la loro fede, ma per l’opera che Dio ha compiuta in Cristo Gesù e che ha preceduto ogni altra esperienza. Io non sono stato salvato per la mia fede; essa non è creata dall’uomo ma è Gesù che la crea e la rende perfetta. La fede constata me di essere salvato; non mi salva il pentimento, ma il pentimento certifica che io sono consapevole di ciò che Dio ha compiuto per me in Cristo Gesù. Il pericolo che si corre spesso è di porre l’accento sull’effetto invece che sulla causa.
Chi ci dà la certezza incrollabile della giustificazione e della santificazione è Dio stesso. Non siamo noi a doverle elaborare; esse sono opera dell’espiazione.
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