VERA COMUNIONE E VERA AMICIZIA
Non riusciamo più a raggiungere quella comunione che Gesù aveva con il Padre, e che Egli vuole sia anche la nostra: “Che essi siano uno, come noi siamo uno”. Ripensa all’ultima cosa per cui hai pregato: il pensiero che ti domava era l’oggetto del tuo desiderio o era Dio? Volevi ottenere qualche dono, oppure volevi avvicinarti ancor di più a Dio? Il tuo pensiero è teso verso Dio o verso ciò di cui hai paura? Lo scopo della preghiera è sempre quello di imparare a conoscere meglio Dio. Per mantenere integra la nostra amicizia con Gesù, dobbiamo sorvegliare più attentamente il legame che la nostra vita e la nostra condotta hanno con Lui, perché questo è l’elemento più importante, più importante ancora dell’ubbidienza. Talvolta infatti non è l’ubbidienza il punto chiave di una situazione, ma lo è il mantenimento di un rapporto vivo e vitale con Gesù Cristo, e la cura tale affinché nulla vi interferisca. Le attività cristiane possono diventare un mezzo di evasione dalla concentrazione dell’anima su Gesù Cristo, così che invece di essere i Suoi amici, diventiamo elargitori dilettanti di provvidenza, a volte arrivando persino a lavorare contrastandoLo, pur usando la Sua armatura.
“Io vi ho chiamati amici”, un’amicizia basata sulla nuova vita creata in noi, che non ha alcuna affinità con la nostra vecchia vita, ma ne ha solo con la vita di Dio; un’amicizia indicibilmente umile, di purezza Immacolata.
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