UN OSTACOLO DA SUPERARE
Ecco le cinque tappe per superare il dolore:
1. Nella prima tappa ci TORCIAMO dentro come se qualcuno ci sminuzzasse le viscere con un tritacarne o affondasse un coltello nel petto.
2. Nella seconda tappa BRUCIAMO a mano a mano che lo shock si affievolisce e lascia il posto alla rabbia. Abbiamo voglia di uccidere qualcuno, il figlio che ci ha procurato una simile sofferenza, l’autista ubriaco che ci ha portato via la persona amata, il coniuge che ci ha lasciato per un altro/a. Sia che urliamo di rabbia a pieni polmoni sia che digrigniamo i denti in silenzio, quello che ci arde dentro è UN FUOCO CHE CONSUMA.
3. Nella terza tappa, CI STRUGGIAMO dal desiderio che le cose cambino. Guardiamo alla felicità passata, ai bei giorni in cui la vita andava bene e Dio ci sembrava vicino e la famiglia era una grande benedizione. Ma adesso quel tempo è passato e anche se sappiamo che rimpiangerlo non serve a nulla, continuiamo a farlo. E lo stadio che può durare più di tutti gli altri.
4. Nella quarta tappa, IMPARIAMO molte cose. Impariamo come siamo realmente. Un po’ di aiuto ci può venire anche dagli altri, magari attraverso un gruppo di sostegno. Scopriamo che il nostro è un lungo e lento processo di crescita. I valori spirituali che abbiamo sempre dato per scontati “Oh, certo che credo”, non sono più solo una bella teoria. Il dolore ci rende più compassionevoli e capaci di amare gli altri e questo ci fa capire che i nostri valori fanno realmente parte di quello che siamo e non sono soltanto un’aspirazione.
5. Da ultimo, AFFIDIAMO totalmente i nostri problemi a Dio. Finalmente capiamo che con tutta la fatica che facciamo per pensare, sentire e parlare, le uniche parole che ci aiutano veramente sono: «QUALSIASI COSA, SIGNORE!». Qualunque cosa Dio permette che entri nella nostra vita, Lui ci aiuterà in qualche modo a superarla.
È bene che sappiate che queste cinque fasi non si superano tutte in una volta sola dicendo: «Che bello, sono contento che sia finita!».
No, può darsi che molte vadano attraversate più volte.
È probabile che arriviate alla quinta e siate convinti di avere affidato tutto a Dio e il giorno seguente vi tocchi ricominciare a torcervi o a bruciare o a struggervi.
A me è capitato e ogni tanto mi capita ancora.
Ma mi accorgo che quei momenti faticosi sono sempre meno frequenti e meno lunghi.
Dio è la mia forza!!!
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