VIVI IL PRESENTE
Il desiderio è immaturo, espone alla miseria, alla servitù, al dolore, alla dipendenza.
Trova la tua gioia nel presente e prenda in odio l’inquietudine del futuro.
Il futuro non dipende da noi, dal momento che non è ancora: ad entrambi dobbiamo essere indifferenti. Solo il presente dipende da noi. È l’unica cosa che può essere buono o cattivo, perché è l’unico che dipende dalla nostra volontà.
Lo spirito felice non guarda verso il futuro. Si può essere felici in questo momento, se ragionevolmente si limitano i propri desideri.
Invece di pensare a tutta l’intera vita, invece di provare a fare tanti calcoli, dobbiamo cogliere la felicità nel momento presente, e benché non abbia padronanza del domani, stai rinviando la tua felicità. La vita si perde nei rinvii, ed ognuno di noi muore senza aver goduto una sola giornata.
Coglilo quest’attimo “carpe diem” disse il filosofo Orazio. Ma carpe diem non è affatto (come spesso è raffigurato) una tavola sensuale, ma è un invito alla conversione, vale a dire alla consapevolezza della vanità dei desideri inutili, una presa di coscienza anche dell’imminenza della morte, e dell’unicità della vita, dell’unicità del momento. In questa prospettiva, ogni momento sembra un meraviglioso dono.
Convincerci del fatto che ogni nuovo giorno che nasce per te sia anche l’ultimo. Così con gratitudine riceverai ogni ora insperata. Questa pratica di consapevolezza della finitezza della vita che rivela il valore infinito della gioia di esistere nel momento. Nella prospettiva della morte, il fatto di esistere, anche se solo per un attimo, prende improvvisamente un valore infinito e dà una gioia di intensità infinita.
Non sprechiamo energia nelle ansietà e negli affanni, non cerchiamo di nascondere il necessario che è provvidenza di Dio; se proprio il necessario non ci piace e non basta, lo dobbiamo sopportare.
Concentriamoci sul presente, sulla relazione con Dio, sulla conoscenza di Dio, sulla nostra formazione spirituale.
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