RELAZIONE CON DIO

La fede è ricongiungimento dell’individuo con il Tutto, e amore come pulsione verso la bellezza della Sua santità. La fede è santificare il nome di Dio, il che significa esprimere gratitudine: ciò che maggiormente disonora Dio è la mancanza di apprezzamento e di gratitudine.
La fede ci porta a mirare la bellezza del Signore, a contemplare la Sua beltà e le meraviglie della grazia Sua.
Nessuna delle solite sovrapposizioni e contaminazioni del nostro io nell’unità con Dio.
Il punto chiave è il mantenimento di un rapporto vivo e vitale con Gesù Cristo, e la cura costante affinché nulla vi interferisca.
La fede è relazione perfetta con Dio, e la perfezione è senza lamento.
La contemplazione di questa relazione perfetta fa dimenticare la propria infelicità (egoistica).
L’infelicità si presenta quando c’è il rifiuto di perdere le proprie illusioni, causa di molte sofferenze della vita umana.
Come cristiani, non siamo votati affatto ad una nostra causa personale, ma alla causa di Dio, che non può mai essere la nostra; non sappiamo che cosa Dio voglia fare e stia per fare, ma dobbiamo mantenere stretta la nostra relazione personale con Lui, qualunque cosa accada. L’essenza del cristianesimo non è il lavoro, ma il rapporto che manteniamo con Dio e l’atmosfera che essa crea. Di esso solo Dio ci chiede di aver cura. Abbiamo la necessità di liberarci dalla piaga dello spirito di attivismo, caratteristica dell’opera religiosa in cui viviamo; nella vita di Gesù non vi era questa attività febbrile e frenetica così apprezzata oggi, e il discepolo deve essere come il Suo Maestro. La centralità del regno di Gesù Cristo sta nella nostra relazione personale con Lui, e non in una nostra utilità pubblica per gli altri uomini. Noi non sappiamo quello che Egli sta per fare nel coordinamento delle circostanze in cui verremo a trovarci, nemmeno sappiamo a quali tensioni saremo sottoposti in patria o fuori; e se qui sciupiamo il nostro tempo in attività frenetiche invece di passarlo immersi nelle grandi verità fondamentali della redenzione di Dio, quando la tensione metterà alla prova le nostre forse, ci spezzeremo. Ma se questo periodo in cui siamo immersi davanti a Dio lo trascorriamo radicandoci e fondandoci in Lui secondo un concetto opposto a quello dell’attivismo, allora, qualunque cosa accada, resteremo fedeli al nostro Dio.

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